Creatività, nuovi spazi, flessibilità, offerta sempre più tailor made. E soprattutto fare sistema. L’incontro online di Italy for Wedding, la divisione creata da Convention Bureau Italia con l’endorsement di Enit – che ha dato vita a We Experience Italy, una serie di educational anticonvenzionali pensati per esaltare le eccellenze meno conosciute del territorio italiano e promuovere all’estero gli operatori del segmento wedding – mette d’accordo gli operatori del settore.
Laura D’Ambrosio, division manager di Italy for Weddings, moderatrice dell’appuntamento Wedding Today (nella foto), ha spiegato quanto sia importante “valorizzare il network, rendendolo più unito e proiettato su progetti sempre più stimolanti. Italy for Wedding nasce a fine febbraio 2020, quando avevamo solo iniziato a intuire il cambiamento che avrebbe rivoluzionato la nostra vita privata e professionale. Abbiamo cercato di cogliere le possibilità offerte dal mondo digitale e di adattarlo ai nostri scopi comunicativi, come mettere in contatto tra loro, seppur virtuale, esperti del wedding, destinazioni e gli operatori della filiera per ottenere una crescita in un momento in cui gran parte dell’Italia e del mondo era ferma e come non perdere il contatto con il territorio e come community. Abbiamo dato il segnale forte che noi ci siamo”.
“Servono positività e fiducia per incanalare la volontà di collaborare anche nel reciproco confronto e nell’analisi delle criticità – ha detto Chiara Gheri di Tuscany for wedding -. L’obiettivo comune è offrire ulteriore visibilità alle destinazioni e l’invito a fare il miglior uso creativo possibile del materiale video e fotografico a disposizione. Siamo al lavoro per riprogrammare le esperienze sui territori, non ci siamo mai veramente fermati nell’intercettare mercati consolidati e no, confrontandoci con i player internazionali e mantenendo il contatto con i buyer”.
Monica Vanni, che si occupa di organizzazione e gestione iniziative ed eventi di promozione della città e dei prodotti del territorio al Comune di Siena, ha presentato un video con il suggerimento di utilizzare l’opportunità del matrimonio anche per andare alla scoperta di una destinazione, specie laddove questa rappresenti un’eccellenza storica, artistica e culturale. “Occorre ampliare l’offerta con strutture di particolare pregio ed esperienze legate all’unicità delle tradizioni affinché si percepisca l’autenticità della destinazione. Il wedding riparte da target diversi e gruppi più ridotti, dobbiamo essere pronti a intercettare questa domanda. Difficili le previsioni sul 2021, che comunque vedrà un concentrazione sul mercato nazionale di prossimità e la Toscana è tra le regioni più gettonate per i matrimoni”.
La wedding planner Serena Ranieri ha sottolineato quanto gli stranieri amino la Costiera Amalfitana ma come la pandemia abbia azzerato gli arrivi. “Abbiamo riprogrammato la quasi totalità degli eventi di un’annata che si prospettava molto buona ma, con la notizia del vaccino, acconti e caparre stanno ricominciando ad arrivare. La rassicurazione funziona e arrivano richieste per il prossimo anno, già molto pieno a causa delle riprotezioni, e per il 2022. Siamo ottimisti e nel frattempo puntiamo sulla formazione e sul network nato intorno a Federmep, associazione di categoria nazionale che rappresenta i professionisti e le aziende del settore. Nel nostro settore convivono 80 codici Ateco, dobbiamo strutturarci al meglio”.
“Il modo di comunicare è evoluto con la pandemia – spiega Alessandra Campagnola, digital strategist – e assistiamo a tantissimi cambiamenti. Nei periodi difficili la comunicazione è fondamentale per mantenere il collegamento diretto con partner e clienti e l’exploit di dirette ha testimoniato come il settore ci abbia messo la faccia. È fondamentale che i professionisti siano riconoscibili anche come persone. Questo genera fiducia nei clienti. I miei consigli sono di utilizzare i social per farsi conoscere, scegliendo quello che più ci rappresenta senza però trascurare gli altri media. I post devono avere almeno cadenza settimanale e valenza positiva per fare nascere quella fiducia che avvicina, utilizzando immagini di eventi passati”.
Alessandra De Flammineis, Giardini del Fuenti, ha confermato per la struttura in Costiera Amalfitana il 90% delle riprotezioni 2020 sul 2021. “Siamo riusciti a ospitare quest’anno il 5% dei matrimoni programmati e abbiamo registrato una uguale percentuale di cancellazioni dall’estero. Molto lavoro è stato fatto sull’aspetto contrattuale, che prima della pandemia non prevedeva la cancellazione dell’evento per una motivazione simile. Ai clienti oggi dobbiamo trasmettere fluidità, fiducia e tranquillità, andando anche a svolgere un lavoro psicologico. L’Italia continua a piacere agli stranieri, che fanno richieste anche per il 22 e il 23, ma anche i nostri connazionali stanno scoprendo il Belpaese. È un segnale positivo. Non abbiamo abbassato i prezzi e abbiamo consolidato i rapporti con fornitori vecchi e nuovi. Accanto a questo, abbiamo usato il web per fare comprendere meglio il prodotto, i servizi e i vantaggi in termini di competitività”.
“La chiave è uscire dal discorso su una singola destinazione – ha aggiunto Elena Sgro, director of Sales & Marketing Hotel Principe di Savoia di Milano – e cominciare a parlare di Italia. L’unione fa la forza ed è necessario attivarsi senza confidare solo nel fatto che gli stranieri nel nostro Paese vengano comunque. In primis attraverso la formazione. Il pensiero strategico va rivolto ai prossimi due-tre anni e per ottenere risultati bisogna comunicare come community. Nuovi pacchetti e nuove idee sono la positività per il futuro: se arriviamo a cento dobbiamo prepararci per ottenere 140. Lavoriamo su un piano operativo, clausole contrattuali comprese, non su “invenzioni” sporadiche e dobbiamo diventare gestori dell’evento, non solo ospiti. Auspico che la nuova normalità si basi sul lavorare insieme, seguire, essere umili, ascoltare le esperienze degli altri”.
“La nostra è una professione difficile. Ci saranno cambiamenti stilistici e i matrimoni saranno più intimi e sostenibili. L’italianità all’estero – ha concluso D’Ambrosio – ha un grande potenziale ma si vende solamente se sapremo affrontare il mercato tutti uniti e preparati”.
Paola Olivari