Debellini, TH Resorts: “Lo sviluppo è la prima medicina”

Non può certo restare indifferente alla stretta imposta dal Governo sulle località di montagna, proprio lui che sul prodotto neve ha conquistato una posizione di leader, ma Graziano Debellini, presidente di TH Resorts, guarda avanti e lancia, nonostante tutto, un messaggio positivo: “Lo sviluppo è la prima medicina con cui rispondere alla crisi”. In questi mesi piegati dalla crisi pandemica, dichiara di aver fatto ricorso alla cassa integrazione, come gran parte delle imprese del comparto, di aver fatto leva sul credito, indebitando la società, ma è convinto che per sostituire questi mancati ricavi “la migliore medicina è lo sviluppo – asserisce – che va inteso sia come quantità che come qualità”. “Il mercato ha bisogno di una scossa – prosegue -. Noi abbiamo iniziato a lavorare per il rating sulla sostenibilità in azienda, argomento che porta a galla una prospettiva che permette di vedere gli asset preziosi. Digitalizzazione e sostenibilità sono beni fondamentali ”. Il suo pensiero positivo è stato già declinato in vista dell’estate 2021. “Ci siamo messi subito a lavorare su mare e montagna per fare una grande estate. Sarà il riscatto delle località, del personale, delle aziende e potremo riproporre l’Italia come meta privilegiata per ridare coraggio al settore”, sottolinea. Un’attività di preparazione che implica un processo di rinnovamento: “Dovremo rendere la stagione più attraente e ripensare l’offerta”.

Entro l’estate entreranno in portafoglio 4/5 strutture, in particolare il località marine del Sud e delle isole. “Il primo annuncio – dichiara Debellini – riguarda Il Baia degli Dei a Le Castella, in Calabria, con quasi 200 camere e nelle prossime settimane ci saranno altre novità”.

In questa fase critica per il settore, TH Resorts ha anche avviato il laboratorio di manager che servirà a ristudiare tutto e a ripensare il prodotto. All’inaugurazione dell’Executive master in Hospitality management varato da Sio, la Scuola italiana di ospitalità creata da Cassa depositi e prestiti in collaborazione con il gruppo alberghiero e destinato a manager e direttori del gruppo, ha partecipato anche il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho, che ha ricordato come “la sanità delle aziende sia il primo antidoto contro le mafie. Questa pandemia, infatti, colpisce aziende e patrimoni e indebolisce le aziende”, un alveo dove si può insinuare la mafia. “Oggi garantire sanità di gestione alle aziende è fondamentale rispetto al pericolo che c’è”, aggiunge Debellini.

Il “grande buio” della montagna

Commentando la stretta del Governo Conte sugli impianti di sci, Debellini spiega: “Il ragionamento è semplice: dobbiamo prepararci ad aprire quando sarà possibile e giorno per giorno verificare lo stato della situazione pandemica. Da 15 giorni abbiamo capito che è sceso un grande buio sulla montagna. Si è fermato il processo commerciale”.  Il presidente ricorda come un mese e mezzo fa era già stato incamerato il 30% delle prenotazioni e nelle ultime settimane il trend si è fermato e sono arrivate le disdette con le richieste di rimborsio.

“Nelle ultime settimane – conferma – la pandemia ha azzerato i processi commerciali italiani ed esteri. Si è creato un tavolo di confronto degli impianti sciistici che ha mostrato un grande spirito di collaborazione e tutti, dall’arco alpino a quello dolomitico si sono messi a ragionare sulla situazione, ma si è visto che è stata decretata la chiusura degli impianti e per un’eventuale ripartenza e capienza abbiamo davanti un muro altissimo di problemi”.

Da non sottovalutare poi il problema che lo sci porta con sé, con tutta una serie di piccoli o grandi incidenti che gli ospedali delle zone dolomitiche potrebbero non essere in grado di gestire. Si tratta quindi di capire se ci saranno le condizioni per aprire, visti gli investimenti collegati alla gestione operativa di strutture e impianti.

L’appello trasversale

Infine, un appello al comparto: “Occorre che si crei un tavolo comune e unico tra proprietà, gestori e fornitori per rivalutare i costi che dovranno essere in linea con i ricavi effettivi – afferma -. Occorre poi posticipare i pagamenti a quando tornerà l’attività caratteristica del turismo”. Sull’inverno, quindi, regna una incognita imprevedibile. “Mi auguro un febbraio-marzo di ripresa – dice ancora il presidente – ma bisognerà vedere l’eventuale picco dell’influenza stagionale e l’impatto del nuovo vaccino”.

Laura Dominici

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