Piste e impianti da sci chiusi, no a veglioni negli alberghi

Divieto di aprire impianti e piste da sci. Il Dpcm che entra in vigore il 4 dicembre, lo ha confermato. La misura, si legge sul Corriere della Sera, è per evitare "le vacanze sulla neve". Come già comunicato, era intenzione del nostro governo creare un coordinamento con l’Unione Europea per poter avere regole uguali in tutti i Paesi membri, ma la Ue ha specificato che si tratta di scelte che vengono decise dai singoli Stati. Cosa vuol dire? Che ogni governo può regolarsi autonomamente.

La posizione dell'Italia conferma la linea del rigore pre annunciata dal premier Giuseppe Conte, con il divieto a sciare, inoltre, sono state respinte le richieste avanzate dai governatori e dagli operatori del settore le cui linee guida prevedevano una capienza al 50% delle funivie, mascherine obbligatorie sugli impianti e distanziamento per chi sta in fila. Però, tali misure sono state ritenute non sufficienti ad evitare i contagi. 

Per quanto riguarda gli alberghi di montagna si è deciso che potranno rimanere aperti, ma rispettando le stesse regole previste per il resto d’Italia, cioè i divieti per il veglione. Infatti, nella notte dell'ultimo dell'anno sono vietati i cenoni negli alberghi. Il 31 dicembre i ristoranti interni dovranno restare chiusi, si potrà fare solo la consumazione in camera. Il divieto, scrive il Corriere, è stato inserito nel nuovo provvedimento sulle festività per evitare che si prenoti la stanza in albergo per poi organizzare feste e cenoni.

Nella notte dell’ultimo dell’anno resta valido l'orario previsto per bar e ristoranti che si trovano nelle zone gialle, con la chiusura alle 18, invece, per quanto riguarda le zone rosse e arancioni bar e ristoranti saranno chiusi per tutta la giornata.

L'obbligo di quarantena

Tra le misure che sono state decise, chi rientra dall’estero prima del 20 dicembre dovrà sottoporsi a tampone obbligatorio se torna da Stati per cui è già previsto l’obbligo di test, precisa il Corriere. Nella lista ci sono: Belgio, Francia (inclusi Guadalupa, Martinica, Guyana, Riunione, Mayotte), Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Spagna (inclusi territori nel Continente africano), Regno Unito e Irlanda del Nord.

Chi torna in Italia dal 21 dicembre dovrà stare in quarantena per dieci giorni, qualsiasi sia lo Stato da cui proviene. La regola è stata decisa per evitare che si ripeta la situazione già vissuta la scorsa  estate e sperando che possa fare da deterrente per chi vuole andare a sciare nei Paesi che lasceranno i loro impianti aperti.

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