Atene e Salonicco, la nuova frontiera degli short break

Un concetto di lusso che si declina più come tempo che in termini di denaro, la possibilità di vivere esperienze rilevanti che lascino un ricordo indelebile, il tutto nel quadro di uno storytelling che catturi l’attenzione, della digitalizzazione e della velocità di risposta. Sono queste le carte che una destinazione deve saper giocare oggi per essere scelta come meta di uno short break. E la Grecia, con Atene e Salonicco, può rispondere perfettamente a una sfida del genere. Se ne è parlato nel corso dell’ultimo e-MARTEDIturismo, il ciclo di tavole rotonde online ideato da Guida Viaggi, realizzato questa volta in collaborazione con Kyriaki Boulasidou, direttore dell’Ente nazionale ellenico per il turismo in Italia.

Atene e Salonicco

“Atene e Salonicco sono pronte a ospitare i turisti: tutti conoscono queste due città – ha affermato Kyriaki Boulasidou, direttore Ente nazionale ellenico per il turismo in Italia -, ma pochi le conoscono realmente come mete turistiche. Atene è la città di contrasti, di nightlife, ma la sua carta vincente sono anche il mare, con acque cristalline a 40-50 km dalla capitale della Grecia, le zone artistiche dove è possibile sperimentare tour di street art, la gastronomia che non è solo souvlaki, ma si esprime in ristoranti e bar di alto livello che propongono piatti tradizionali rivisitati in chiave moderna. Salonicco – ha proseguito Boulasidou – conta su 19 musei, un bellissimo lungomare ed è una città universitaria. A soli 60 minuti si possono visitare le tombe di Verghìna e di Pella o spingersi nella Penisola Calcidica”. Destinazioni ideali per uno short break per il loro storytelling, che “hanno attivato tutti i protocolli sanitari necessari per la sicurezza e dove provare esperienze enogastronomiche e prodotti autentici”.

I requisiti della città family friendly

I viaggi con la famiglia sono un settore in crescita, ma quali sono i requisiti per essere una destinazione perfetta? Attrazioni, spazi verdi, mobilità sono alcuni degli atout elencati da Patrizia Bertini, direttore responsabile FamilyGo, nello svelare le regole per conquistare questo target che ha esigenze ben precise. “Prima di tutto si devono vedere le aspettative delle famiglie – osserva Bertini -. Partire per un viaggio vuol dire pensare alla scoperta, alla conoscenza ed anche i bambini devono divertirsi. Non devono essere viaggi stressanti”. Non solo, tra i requisiti per poter essere una città family friendly ci sono le attrazioni. “La famiglia sceglie quale visitare con i bambini. I musei con le visite guidate per i nuclei familiari, le attrazioni con i percorsi guidati, il gioco, la conoscenza ludica”, sono tutti elementi che oggi vengono messi in campo, tra caccie al tesoro, giochi e audioguide, “strumento interessante per i musei per seguire un percorso di narrazione”.
Dal gioco guidato al gioco libero. Un altro requisito sono gli spazi verdi, “un elemento importante da abbinare alla visita guidata di un museo”.
Terzo punto la mobilità. “Intesa come la possibilità di spostarsi facilmente. L’idea – suggerisce la manager – potrebbe essere quella di creare una mappa ideale dove indicare le attrazioni più adatte alla famiglia, con i collegamenti dei mezzi di trasporto”. La famiglia prende l’aereo, ma una volta giunta a destinazione vuole spostarsi a piedi e facilmente, da qui l’idea di indicare nella mappa anche le piste ciclabili. Attrazioni, collegamenti e piste ciclabili, “la città ideale per le famiglie è così”, afferma Bertini. Atene e Salonicco hanno sviluppato tutti e tre gli atout.

Il nuovo concetto di lusso

I canoni quest’anno sono cambiati molto, ha sottolineato Carla Diamanti, docente di progettazione itinerari turistici e cultura del viaggio all’Unito e founder Thetraveldesigner.it, e il lusso è uno di questi: dai concetti di “esclusivo, selettivo e superfluo”, ha spiegato, i contorni si sono modificati, includendo ora la possibilità di “uscire e avvicinarsi alla natura, scegliendo un modo di viaggiare che si basa su un turismo di prossimità nel bacino del Mediterraneo”. Secondo dati Enit, ha rammentato Diamanti, il 35% si è spostato vicino all’Italia e tra i trend si è imposto (e o lo farà sempre di più) lo staycation. “Il lusso di potersi muovere liberamente scegliendo le mete, a contatto con la natura e in sicurezza, facendo organizzare il proprio viaggio da una rete di professionisti, abbinando a un soggiorno breve un’esperienza, il contatto e la conoscenza di una destinazione alla scoperta di aspetti diversi. Atene e Salonicco si prestano perfettamente – ha rimarcato la manager – a un’esperienza di lusso che rivaluta i princìpi della cultura e del contatto con la gente”.

Le esperienze enogastronomiche

Un elemento immancabile sono le esperienze enogastronomiche. “Il 93% dei turisti ama viverle in viaggio – ha evidenziato Roberta Garibaldi, professore di Tourism Management all’Università degli Studi di Bergamo e presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico -. Non solo, c’è anche un moltiplicarsi delle esperienze. L’83% degli italiani ha fatto cinque esperienze enogastronomiche diverse negli ultimi tre anni”. E’ quanto emerso dall’analisi dei dati di t.o. internazionali – spiega Garibaldi – e dati delle Ota. “E’ un trend che da anni non si è fermato. C’è un forte interesse per l’enoturismo”. La manager porta l’esempio dell’Argentina dove è necessario prenotarsi un mese prima per fare le esperienze in cantina. Complice di questo aumento di interesse una serie di fattori, tra tv, film, “siamo tutti più esperti e amiamo approfondire”, così come avvenuto durante questi ultimi mesi. Un trend che “riteniamo continuerà – asserisce Garibaldi – e i Millennial saranno i protagonisti del viaggio nei prossimi mesi, si sono, infatti, avvicinati a questo segmento”.
Si cercano quindi esperienze diverse, da vivere con i produttori, nelle cantine, “c’è voglia di diversificare l’offerta, di segmentarla, si desidera visitare nuovi produttori, c’è insomma voglia di andare a scoprire, di dialogare con loro con uno storytelling ed un approfondimento culturale”.
Dal canto loro Atene e Salonicco sono riuscite anche su questo fronte a differenziare l’offerta, andando ben oltre il tipico, si può mangiare stellato, ma si può anche andare nelle cantine, per un’offerta che tiene conto di tutte le tasche.

La sfida futura

Tra le sfide future a cui rispondere, oltre al turismo esperienzale, ce ne è una di carattere tecnologico: “Solo il 20% degli operatori è digitalizzato. Si tratta di una grossa opportunità – ha suggerito Gianmarco Pappalardo, country manager Italia Bookingkit -, e chi saprà coglierla farà meglio di altri, in un ambiente di sana competizione”.

Il ruolo del Personal Voyager

In tutto ciò qual è il ruolo del Personal Voyager per rendere queste 72 ore indimenticabili? A porre l’accento sul lavoro svolto da questa figura è stato Michele Zucchi, amministratore delegato Euphemia – LabTravel Srl, sottolineando in primis come il consulente sia una adv, “con anni di esperienza alle spalle, ma senza gli oneri di un agente di viaggi”. Il che vuol dire che non dedica gran parte del suo tempo a operazioni pratiche, legali, commerciali, ma “può concentrarsi sul cliente, riesce ad intensificare la relazione e a conoscerlo di più, proponendo idee che ama”. Zucchi spiega che, “quando abbiamo creato questo termine abbiamo pensato a ciò, è il nostro modello di tailor made”. Attenzione però, perché dietro al tempo dedicato alla propria clientela “ci deve essere un’azienda che ha tanti contratti con altre aziende, tra vettori, alberghi, guide particolari, la combinazione e il confronto con il cliente fanno sì che il viaggiatore si rivolga sempre più spesso ai consulenti e spinga anche gli amici a farlo”, alimentando il passaparola. Infatti, in questi ultimi tempi “c’è stata una crescita delle richieste e delle prenotazioni”.

Il video completo del webinar

Nicoletta Somma e Stefania Vicini

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