I numeri parlano chiaro: con i trasferimenti tra le regioni bloccati di fatto fino a gennaio e le feste da passare nei comuni di residenza verranno a mancare, nelle sole strutture turistico-ricettive tra fine di dicembre e gennaio, 10,3 milioni di turisti – 3,9 stranieri e 6,4 Italiani – che avrebbero speso non meno di 8,5 miliardi di euro.
L’Istituto di Statistica certifica che gli alberghi e le altre strutture ricettive sono tra le attività più colpite dalla pandemia. I dati, infatti, parlano di un calo del 52% nel periodo da gennaio a settembre, ma purtroppo il vistoso calo riguarda pesantemente anche l’ultimo trimestre.
“Il tracollo è generale – commenta Massimo Costa, segretario Rescasa – le città d’arte sono ferme da marzo; meeting, fiere e congressi sono vietati; chiusi i comprensori sciistici e gli stabilimenti termali e per chiudere business travel completamente fermo”.
Alla fine del 2020 il fatturato degli esercizi ricettivi italiani registrerà un calo complessivo del 56,7%, con una perdita di oltre 14 miliardi di euro, cifra che considera anche il variegato universo delle strutture ad appartamento.
“Il turismo in appartamento conta in Italia circa 250mila strutture ricettive tra case appartamento vacanze, affittacamere e bed&breakfast – sottolinea Costa -. Secondo le analisi di Rescasa il settore ha subito perdite di fatturato meno pesanti rispetto al contesto alberghiero, tuttavia esse evidenziano, e come potrebbe non esserlo, una situazione di notevole difficoltà anche per tutto l'ecosistema residenziale”.
Nel mese di settembre 2020, nei confronti dello stesso periodo dell'anno scorso, il giro d'affari si era ridotto del 55% nelle più importanti città italiane.
Si tratta di una percentuale destinata a raggiungere anche il 60% negli ultimi mesi dell'anno, a causa dei nuovi Dpcm emanati dal Governo in quest'ultimo periodo.
“Il 2020, come per tutto il comparto turistico, è stato un autentico tsunami, che ha concesso qualche momento di tregua tra luglio e settembre – aggiunge – periodo che ha consentito una piccola ripartenza poi sfumata con la ripresa della pandemia. Andando a ritroso, se ci soffermiamo sui mesi di aprile, maggio e giugno, si ritrovano le stesse percentuali di oggi, con perdite non inferiori al 50%”.
Il turismo in appartamento, settore che si trova ad operare tra il comparto immobiliare e quello turistico, è stato indubbiamente uno dei più colpiti dal lockdown, ma ha mostrato, in alcuni scorci positivi dell'anno, di essere tempestivo e rapido nella ripartenza, capace di cogliere le nuove tendenze del mercato e le mutate esigenze dei consumatori.