Comunicazione, la possibilità di avere un’offerta in un unico consolidatore, meno slogan e più contenuti, saper coniugare lo storytelling con il tempo libero, il gioco per catturare le famiglie e informazioni fruibili: sono alcuni elementi che possono rendere una destinazione attrattiva per uno short break. A confrontarsi su queste tematiche i partecipanti all’ultimo e-MARTEDIturismo organizzato da Guida Viaggi in collaborazione con Kyriaki Boulasidou, direttore dell’Ente nazionale ellenico per il turismo in Italia.
Ci sono molte esperienze enogastronomiche e prodotti autentici da sperimentare ad Atene e Salonicco, ma "non sono comunicati – ha affermato Kyriaki Boulasidou, direttore Ente nazionale ellenico per il turismo in Italia -. Dalle vie del vino a Salonicco, fino al miele e al formaggio. Non solo – ha aggiunto la direttrice – i clienti devono rivolgersi a esperti del viaggio: molti italiani ricorrono al fai da te e questo deve cambiare".
La cultura del viaggio
A puntare l'accento sullo storytelling come elemento importante a cui rifarsi se si vuole proporre un viaggio famiglia, è Patrizia Bertini, direttore responsabile FamilyGo. Quando si parla di un viaggio simile, si pensa a un target di età che va dai 3 ai 12 anni. "I bambini ancora di più hanno bisogno dello storytelling così come vogliono vivere le storie". Un suggerimento interessante è che "i genitori devono coinvolgere i bambini nelle loro decisioni, sollecitare il loro interesse ed emozioni anche con letture da fare prima della partenza. Il gioco è l'elemento caratterizzante, ma la narrazione è il filo conduttore del viaggio".
Non è l'unico consiglio dato, un altro riguarda la programmazione, o meglio "quando c'è un programma va mantenuto – ammonisce Bertini -. E' importante, bisogna decidere cosa vedere e poi prenotare le visite guidate, per non deludere i piccoli viaggiatori". Una aspettativa disattesa può infatti compromettere il ricordo del viaggio.
Un altro ingrediente che non deve mai mancare è il tempo libero per i bambini, "far vedere loro cose che non dimenticheranno mai, vivere la città in modo libero, dove i bambini possono correre".
Tutto ciò va a comporre una "cultura del viaggio", che viene declinata per tutte le età, ma come si trasmette?
"Il viaggio è qualcosa di impegnativo, si investono soldi e tempo. Ci vogliono meno slogan e più contenuti – ha ammonito Carla Diamanti, docente di progettazione itinerari turistici e cultura del viaggio all'Unito e founder Thetraveldesigner.it -, poiché esiste il rischio che gli slogan creino aspettative che non vengono mantenute. Tutto deve essere incentrato sui viaggiatori: spesso questi ultimi fanno, poi, confusione sugli attori del turismo, bisogna che le figure siano chiare".
Tra pre-experience e digitalizzazione
Un passo da fare è rendere facili le informazioni, fruibili senza frizioni, osserva Roberta Garibaldi, professore di Tourism Management all’Università degli Studi di Bergamo e presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico. Tra i trend messi in luce dalla docente c'è quello delle degustazioni digitali, "le pre-experience possono essere uno strumento di comunicazione importante per creare momenti di storytelling anticipato, ma non sostitutivo", fa presente Garibaldi. Una tendenza verso cui l'Italia mostra ancora una certa reticenza, nonostante possa essere "un bello strumento per far vivere in anticipo certe esperienze", grazie anche all'ausilio di un mix di media. Tecnologia, quindi, cioè digitalizzazione. Se oggi la velocità di risposta è un requisito imprescindibile e per uno short break ancor di più, quale vantaggio ci può essere nell'avere un unico consolidatore? "Gli operatori devono essere presenti su più canali – ha risposto Gianmarco Pappalardo, country manager Italia Bookingkit -. Le Ota forniscono a questi ultimi una struttura già costruita e il consumatore può trovare tutta l'offerta in un unico posto. Certo gli operatori devono digitalizzarsi il prima possibile".
Quel quid in più
Dal canto suo il consulente di viaggi deve tener conto di tutti questi canali e usarli "con rispetto e professionalità. Deve essere il più bravo di tutti – afferma Michele Zucchi, amministratore delegato Euphemia – LabTravel Srl -. Ed ha il tempo per poterlo fare, ma deve aggiungere quella idea in più che solo lui può sapere, è questo il segreto per il successo". In pratica la differenza la fa la capacità di saper uscire dalla propria comfort zone, mettere quel quid personale che, quando il tempo è poco, cioè la vacanza è più breve, diventa determinante per la buona riuscita. In tutto ciò il consulente è agevolato dal fatto che conosce molto bene il cliente e questo è un suo atout importante da giocare.
Nicoletta Somma e Stefania Vicini