Assobalneari Italia e Assomarinas, aderenti a Federturismo Confindustria, hanno inviato al Governo e ai ministeri competenti un parere tecnico-legale in cui – in difesa di due leggi dello Stato vigenti, la n. 145/2018 e n. 77/2020 (Decreto Rilancio) – si argomenta la contestazione alla lettera di messa in mora della Commissione Europea al governo italiano relativa alla proroga al 2033 della durata delle concessioni demaniali per attività turistiche e ricreative.
Il presidente di Assobalneari Italia, Fabrizio Licordari, rileva come lo studio ponga in evidenza due elementi che chiariscono come le norme censurate dalla Commissione non siano in contrasto con il diritto europeo, “in primo luogo perché la stessa sentenza della Corte di Giustizia Promoimpresa, del 2016, richiama non solo il principio del legittimo affidamento per le concessioni rilasciate prima del 2010, ma tutte quelle deroghe relative alla scarsità delle risorse costiere disponibili e l’interesse transfrontaliero certo dei cittadini della Ue allo sfruttamento di tali risorse. Tali principi costituiscono presupposti indispensabili per l’applicabilità della Direttiva Bolkestein, che, per le sue caratteristiche, non sarebbe immediatamente applicabile nell’ordinamento giuridico italiano, in quanto non autoesecutiva, come evidenziato dalle più recenti sentenze del Tar Puglia Lecce”.
“In secondo luogo – prosegue Licordari – perché la stessa Direttiva Concessioni del 2014, successiva alla Bolkestein risalente al 2006, al considerando 15 precisa che gli accordi aventi a oggetto il diritto di un operatore economico di gestire determinati beni o risorse del demanio pubblico… quali terreni o qualsiasi proprietà pubblica non dovrebbero configurarsi come concessioni… ma come contratti di locazione di beni o terreni di natura pubblica. Quindi i contratti di locazione di beni pubblici (e assimilabili) si pongono nel diritto dell’Unione europea al di fuori dell’ambito di applicazione sia della Direttiva Bolkestein sia della Direttiva Concessioni. La stessa Corte di Giustizia, in una sentenza del 2007, con riferimento a una concessione demaniale marittima era in precedenza pervenuta alla medesima conclusione, ritenendo tale rapporto concessorio assimilabile alla locazione di beni pubblici”.
Dichiara, inoltre, il presidente di Assomarinas Roberto Perocchio, che il Governo italiano non può più far finta di niente di fronte a una procedura inaccettabile e rinviare la soluzione del problema, ma deve cogliere l’occasione per ribadire la non applicabilità della Direttiva Servizi alle concessioni demaniali marittime. I due mesi di tempo per rispondere alle argomentazioni sollevate dalla Commissione stanno scadendo e si deve far presto per tutelare l’intera filiera di imprese turistiche costiere, lacuali e fluviali, per garantire la continuità e la messa in sicurezza di un settore che, altrimenti, complice anche la pandemia, rischia di essere affossato”.
“Sono argomenti essenziali per Albarella – aggiunge Mauro Rosatti, direttore dell’Isola di Albarella – viste le concessioni della spiaggia e del porto, che vanno definite al più presto pena di bloccare i concessionari che vorrebbero continuare a investire sui beni in concessione. Nell’anno della pandemia, in cui i concessionari non hanno avuto a oggi alcuna riduzione dei canoni, nonostante il minor utilizzo dei beni in concessione, penso sia un atto dovuto e urgente.”