Il 2021 non sarà ancora l’anno della ripresa, in questo il mondo dei network si trova concorde. Ognuno dà una sua visione, definendolo un anno in cui gettare le basi per quello che sarà, in cui riflettere e costruire. C’è chi dice che sarà un anno fotocopia del 2020, ma certamente non sarà votato all’immobilismo perché le menti distributive sono comunque in fermento e lo sono dal 2020 in cui lo stop forzato non ha bloccato idee e pensieri.
Il cambiamento
E’ indiscutibile che il 2021 sia partito “con una eredità pesante alle spalle, con i primi quattro mesi già bruciati – afferma Paola Frigerio, leisure, marketing & network director di Frigerio Viaggi -. Si dovrà affrontare una crisi trasversale, globale ancora più pesante e il 2021 sarà un altro anno vissuto a metà, sarà una bella copia del 2020”. Il dato positivo è che il cliente “ha tanta voglia di viaggiare, ma ha anche tante insicurezze. In pratica non è l’anno della rivincita, ma della riflessione pro attiva e del lavoro di preparazione”.
Nulla potrà essere più come prima. Ci sarà una contrazione dei costi, che saranno tenuti al minimo, e dovrà essere fatta tanta attività di formazione nell’ottica di sostenere le competenze e guardare a nuovi sistemi tecnologici, afferma la manager.
In linea per certi aspetti il pensiero di Claudio Busca, direzione generale leisure Gruppo Bluvacanze, a suo dire “il 2021 sarà un altro anno che non esiste, servirà per mettere le basi per costruire il futuro… il 2022, 2023 e 2024”. Il manager fa un passo in più e fissa la data del 2 aprile entro la quale si pensa ad una “apertura dei punti vendita con continuità”, cioè “in modo normale”.
Però, per parlare di prospettive servono “certezza sulle destinazioni vendibili, sapere cosa è possibile prenotare e con quali regole ci si potrà spostare”, fa presente Adriano Apicella, a.d. Welcome Travel.
In pratica è come “se ci si trovasse di fronte all’apertura di una nuova agenzia: prima di portarla a reddito servono molti mesi e investimenti importanti”, esemplifica Claudio Passuti, a.d. di Robintur Travel Group. A fare la differenza sui prossimi anni, saranno “diverse modalità di proposizione del prodotto – dice Sergio Testi, direttore generale Gattinoni Travel Network -, proprio a cominciare dal 2021”.
Fase post bellica di ricostruzione
C’è da dire che lo scenario nella sua complessità è anche dinamico, “si evolve in base all’evolversi della situazione in cui ci troviamo a vivere – evidenzia Achille Lauro, general manager di Agenzia per Amica -. Il Covid ha spazzato via tutte le dinamiche commerciali e di priorità per il mercato turistico. Siamo in una fase post bellica, di ricostruzione economica”. Non solo, “le prospettive sono da rivedere quotidianamente”, aggiunge Andrea Cani, presidente di Kkm Group.
Nella sua analisi Luca Caraffini, a.d. di Geo Travel Network, lo riconosce: “Il 2021 sarà complicato da gestire, come in parte lo è stato il 2020. Certamente alcuni protocolli di sicurezza sono già adottati e la speranza è che il periodo di prenotazioni possa essere più lungo e senza blocchi di vendite da settembre in poi”.
Si ragiona per trimestri, come nella analisi tracciata da Andrea Gilardi, a.d. di Uvet Travel System. Il manager osserva che “il primo non sarà molto diverso dall’autunno appena trascorso. A partire dal secondo ci si attende una ripresa dell’ordinato legato ai mesi estivi che riproporrà dinamiche già sperimentate lo scorso anno. Nell’ultimo trimestre, complice l’avanzamento del processo vaccinale, si ipotizza una ripresa della vendibilità dei prodotti internazionali anche di lungo raggio ed un aumento dei clienti in agenzia”.
La rivoluzione
In questa rivoluzione in atto, in cui tutto cambia, c’è anche un altro aspetto che non potrà più essere lo stesso e le reti lo hanno già compreso, ovvero i rapporti contrattuali di affiliazione concepiti secondo il vecchio modello, osserva Ivano Zilio, presidente di Primarete Group.
Bisogna innovare e tra le strade percorribili c’è chi lancia l’idea dell’hub, “di un’agenzia su strada che diventa responsabile della gestione e dell’organizzazione commerciale di una micro rete di agenti online”, spiega Alfredo Vassalluzzo, presidente di Travelbuy.
Si dice spesso che le adv debbano ripensare il loro business, come? “Con consapevolezza e creatività – dice Mario Malerba alla guida di Team Valore -, in modo da allargare il raggio di azione”.
Bisognerà anche modificare l'approccio con il cliente, "anche in virtù dell’attuale sviluppo di reti di consulenti di viaggio sempre più dinamiche e strutturate, che intercetteranno una parte della domanda”, osserva Cani. Un fenomeno che in questo 2020 ha avuto una accelerata, come attesta Ezio Barroero, presidente Lab Travel Group, “la crisi ha spinto molti agenti a valutare l'opportunità di diventare consulenti di viaggio, incrementando un trend che era già in ascesa prima della pandemia. Il numero dei nostri Personal Voyager sta crescendo”, afferma. Tra le mosse fatte sono stati ridotti “i costi fissi delle filiali aperte al pubblico e, dove non è stato possibile, abbiamo spostato il punto vendita in locali meno costosi, salvaguardando posizione e prestigio”.
Per un approfondimento dell’argomento rimandiamo al numero 1596 di Guida Viaggi, in cui le reti analizzano l’eredità lasciata dal 2020 e tracciano le linee guida del futuro con la consapevolezza che i meccanismi dovranno “cambiare per forza” e che l’adv non dovrà più essere la stessa.
Stefania Vicini