A staccarsi dal turismo proprio non ce la faceva ed è un peccato che non possa assistere e commentare la trasformazione del tour operating nell’era post Covid, proprio lui che anche dopo la fine del Ventaglio non ha mai smesso di essere vicino al suo mondo. Bruno Colombo, ex patron e fondatore del Gruppo Ventaglio (anagramma di longevità come amava ricordare, ndr), se ne è andato ieri pomeriggio, a pochi giorni dal traguardo degli 82 anni. Con lui si chiude l’epoca d’oro del turismo italiano, quella che ha visto l’ascesa del villaggio all inclusive “made in Italy” entrato nei libri di economia del turismo.
La storia del gruppo
Da promotore della compagnia aerea Iberia ad agente di viaggio, fino ad arrivare alla guida di un gruppo che è stato a lungo il secondo tour operator italiano e primo per offerta di villaggi turistici, con una settantina di strutture sparse per il mondo, la sua storia imprenditoriale è ricca di successi. Ambizioso, geniale, innovativo è riuscito a trasmettere e tener viva nella sua squadra un’energia ineguagliabile, un senso di appartenenza che attribuiva un valore unico alle persone che lavoravano con e per lui e, naturalmente, all’azienda. Una società cresciuta negli anni attraverso una serie di acquisizioni di importanti tour operator come Columbus, Caleidoscopio, Utat Viaggi e Best Tours, e della compagnia aerea Lauda Air. Con la creazione della compagnia aerea Livingston S.p.A., interamente di proprietà del Gruppo Ventaglio, e lo sviluppo della rete di agenzie affiliate a nome “VentaPoint” l’azienda si era sempre più affermata come punto di riferimento nel settore. Quotato al mercato azionario nel 2001, il gruppo aveva raggiunto nel corso dell’esercizio fiscale 2007/2008 un valore di produzione pari ad oltre 521 milioni di euro movimentando circa 600.000 passeggeri in Italia e nel mondo. La crisi è stata poi evidente negli anni successivi: nel 2009 un calo dei ricavi dovuto alla crisi economica mondiale, ma anche all’interruzione della commercializzazione d’importanti destinazioni, seguita da un piano di ristrutturazione e rilancio quadriennale, con la vendita di asset e una riorganizzazione, che però non hanno impedito il fallimento a luglio del 2010.
La lettera pubblica
Da quel momento Bruno Colombo aveva evitato di rilasciare commenti, lui che era così consapevole del potere della comunicazione, fino alla gara per l’aggiudicazione del suo amato marchio. Nel 2014, ironia della sorte, un suo omonimo, Bruno Colombo titolare di Turisberg, acquisisce il brand e lui non ci pensa due volte a scrivere una lettera pubblica in cui confessa di aver provato “un'emozione mista a disagio ed amarezza perché ho rivissuto come in un flash back 35 anni della mia vita con tanti bei sogni realizzati”. E proseguiva: “Dopo quattro anni di silenzio, senza parlare di un commiato personale, colgo l'opportunità per ricordare e ringraziare tutti coloro che mi hanno affiancato in questa fantastica avventura. Collaboratori e dipendenti unici, con un grande spirito d'appartenenza, che ancora mi testimoniano il loro affetto e la loro stima. Molti di loro attualmente operano in Italia e all'estero con altri tour operator ma che per non dimenticare quegli anni hanno addirittura creato un folto gruppo di 1.500 iscritti che si ritrova ogni anno a Natale con il simbolo Venta Friends. Ricordo e ringrazio gli agenti di viaggio così partecipi e stimolanti, gli incontri frizzanti con i giornalisti del settore, i miei primi soci Franco Radice, Graziella Jenna, Andrea Facchetti, Massimo Passalacqua, mio fratello Luigi Colombo, Ettore Colussi di Santo Domingo e i miei due figli Alessandro e Stefano che tanto mi hanno sostenuto condividendo per anni grandi gioie e gli ultimi anni di sofferenze. Per non dimenticare nessuno includo tutti coloro che ho avuto modo di conoscere e di farmi conoscere perché purtroppo le sole cattiverie o i malevoli giudizi mi sono giunti da coloro che non conoscevo e non mi conoscevano. Mi rammarico invece con quanti siano stati penalizzati dalla nostra vicenda assicurando loro che fino all'ultimo ho lottato con tutte le mie forze e ogni mia risorsa personale per salvare una realtà così importante”. E’ come se Bruno Colombo fosse tra noi anche ora e volesse con queste parole di 7 anni fa ma sempre attuali salutare e ringraziare nuovamente tutti noi.
La direzione e la redazione di Guida Viaggi sono vicini alla famiglia di Bruno Colombo, alla moglie Anna, ai figli Alessandro e Stefano, ai nipoti.
Laura Dominici