Dal settore tour operating al ritorno all’hôtellerie, poi l’ingresso nel capitale di Kairos Air e ora anche protagonista nella creazione di un corso di alta formazione alberghiera. Non si ferma Nardo Filippetti, già fondatore e presidente di Eden Viaggi e attuale presidente di Lindbergh Hotels.
Gv: Non aveva detto di volersi godere un po’ di riposo dopo la gravosa attività di tour operating?
“Mi sono sempre occupato di alberghiero. Eden era nato come albergatore che vendeva in overbooking e poi ha approcciato il mestiere da tour operator. Attualmente ci stiamo guardando attorno e, una volta rimesse a posto gli aspetti relativi alla cultura di gestione, stabiliremo quale strategia futura scegliere per ricercare strutture ricettive adeguate alla nostra vision. Per quanto riguarda la formazione è fondamentale per un Paese che vanta di poter vivere di turismo e lo identifica, a parole, come la panacea di tutti i mali”.
Gv: Qual è il problema del nostro settore?
“Chi viene dal settore alberghiero si rende conto che siamo ancora molto lontani dal concetto di qualità di servizi turistici. Si deve partire dalla persona e dal territorio. Ognuno di noi viaggia perché spinto dalla motivazione di vedere o conoscere qualcosa, ma quando poi arriva in un luogo percepisce se viene trattato bene o male o se finisce per essere una presenza che disturba. Negli alberghi non siamo formati ad ospitare il diverso o lo straniero. Per fare in modo che diventi un’attività di impresa si devono creare scuole di formazione turistica vere, non le vecchie scuole alberghiere dove si parcheggiano i figli. Se si vuole avere un Paese che faccia del turismo uno dei suoi cardini di produttività economica, le persone devono essere formate in modo adeguato. Non possiamo continuare a farci comprare le camere a luglio e agosto… Oggi la competizione sui mercati è ampia e noi continuiamo a restare adagiati sulle nostre posizioni di rendita”.
Gv: Perché l’interesse in Kairos Air?
“Ho dato la mia disponibilità e nel momento in cui non avrò più il patto di non concorrenza con il Gruppo Alpitour potrò dare il mio contributo ad un’iniziativa che parte da imprenditori locali. L’aeroporto è ipo- dimensionato, è partito con due Atr72 in wetlease con il vettore Air Nostrum… Io vivo in questo territorio, la mia scelta è stata quella di stare qui e se la mia cultura è apprezzata ed è richiesta do volentieri il mio apporto, al di là delle quote societarie. Tra un anno e mezzo potrà mettermi a disposizione gratuitamente. Certo bisogna ricordare che tutto passa attraverso l’evoluzione e con l’ausilio di un tour operator ricettivista, attualmente in fase di formazione”.
Gv: Quali saranno le prossime sfide del tour operating; nella fase post Covid le aziende saranno pronte?
“Ce la faranno i soggetti lungimiranti, i visionari, quelli che capiscono che ci sono momenti di bassa ma altri di spinta altrettanto forte. Alle porte c’è uno scenario di crescita turistica eccezionale. Occorre investire adesso in tecnologia, in analisi di mercato. Il tour operator dovrà essere molto vicino alle agenzie, le quali avranno un ruolo e sopravviveranno se daranno servizi e non dovranno soltanto vendere servizi di altri. Si tratterà di dare più consulenza e farsi pagare per questo. Per quanto riguarda gli operatori, devono cambiare non tanto il prodotto, ma aumentare la qualità. In Italia il costo della manodopera è esagerato rispetto ad altri Paesi dal forte appeal turistico. Il settore ricettivo dovrà offrire molti servizi o essere estremamente digitalizzato. Infine ci vuole conoscenza, coraggio e umiltà”.
Laura Dominici