Viaggi in realtà virtuale? Resteranno

Il turismo della realtà virtuale come nuovo strumento di routine per viaggiare, anche nel post-pandemia. È questa la previsione elaborata da alcuni analisti che hanno studiato la crescita del numero di persone che – a causa della forzata nostalgia del viaggiare – si è rivolto a visori&co per alleviarla. La fuga dal divano attraverso una gamma crescente di esperienze di viaggio Vr potrebbe però essere arrivata per restare, creando così un possibile spartiacque verso quello che potremmo definire una sorta di iTourism. Un esempio? Eccolo: Oculus ha lanciato qualche mese fa il suo nuovo dispositivo, Quest 2, dotandolo di un portfolio di esperienze virtuali del calibro di National Geographic Vr, in grado di portare gli utenti in luoghi come l’Antartide per navigare tra gli iceberg in kayak, arrampicarsi su una piattaforma di ghiaccio e sopravvivere a una tempesta di neve mentre cercano una colonia perduta di pinguini imperatore. Un’altra app, Wander, può teletrasportare i viaggiatori Vr dalle piramidi d’Egitto ai giardini del Taj Mahal, mentre Alcove offre esperienze emozionali, dai giri in mongolfiera ai tour della città. When We Stayed Home proietta invece i viaggiatori nel cuore delle grandi città – Parigi, Venezia, Gerusalemme e Tokyo – “mostrandole” con la realtà immersiva per come sono oggi, nella bellezza onirica degli spazi vuoti causati dai lockdown.
“In questo periodo di distanziamento sociale, le persone sono alla ricerca di modi diversi per intrattenersi, connettersi ed essere attive, e la realtà virtuale offre loro tutto questo – ha osservato un portavoce di Oculus -. Che tu voglia tele-trasportarti in posti diversi nel mondo, o giocare con gli amici, o rimetterti in forma o semplicemente uscire insieme a qualcuno e sentirti come se fossi nello stesso ambiente, con la realtà virtuale puoi farlo”. Uno dei principali sostenitori della Vr è l’ente per il Turismo tedesco, che ha svelato di recente una serie di progetti sul tema. La Maldives Marketing and Pr Corporation utilizza già oggi la realtà virtuale per promuovere esperienze come lo yoga sulla spiaggia e lo snorkeling. Ralph Hollister, analista di Global Data e autore di un recente rapporto sulla realtà virtuale nel turismo, ha spiegato che “resta da vedere se il maggiore utilizzo della Vr perdurerà anche quando riprenderanno i viaggi significativi. Io penso che l’aumento sarà sostenuto, soprattutto per la Gen Z, man mano che i giovani avranno accesso a posti di lavoro meglio retribuiti e gli operatori di marketing li prenderanno più seriamente come gruppo di consumatori. Per loro il rischio di alienazione da realtà virtuale non esiste”.
Attualmente, la realtà virtuale viene utilizzata soprattutto nella fase della scelta pre-partenza, quando le persone vogliono farsi un’idea di dove potrebbero voler andare.
Tra le offerte dell’operatore turistico Kuoni, i potenziali clienti possono già oggi fare un tour a 360 gradi dell’esclusivo resort di lusso Sandy Lane alle Barbados. Hollister prevede che in futuro le persone potrebbero utilizzare la realtà virtuale per prenotare direttamente i viaggi, oltre che per scegliere i posti sugli aerei e le camere d’albergo con un clic del controller. “Molti viaggiatori e consumatori desiderano una esperienza senza interruzioni: passare dalla ricerca alla prenotazione con pochi clic, per una gratificazione immediata e con un grande risparmio di tempo”, afferma l’analista. Ma la Vr ha i suoi limiti: “Il turismo coinvolge anche il tatto, il gusto, l’olfatto e tutte le altre esperienze sensoriali, cose che la realtà virtuale non può fare”.
Anche il prezzo dei device di alta qualità limita l’accesso, ma poiché il mondo cerca un turismo più sostenibile, Hollister sostiene che persino i siti storici danneggiati dal turismo di massa hanno tutto da guadagnare da queste tecnologie: ricrearli in VR potrebbe infatti aiutare a conservarli meglio.

Gianluca Miserendino

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