In Usa aumenta la propensione al viaggio

Un maggiore controllo della pandemia a livello internazionale e un buon piano di vaccinazione sono le premesse per far ripartire i viaggi verso gli Stati Uniti, anche se qualche segnale di maggiore ismo non manca.

Per illustrare la realtà aggiornata del turismo negli Stati Uniti, il recente forum indetto da Visit Usa Italy è ricorso ai dati raccolti da Destination Analysts dal 26 al 28 febbraio e che fanno il punto sui pensieri, sentimenti, percezioni e comportamenti in merito ai viaggi, sulla scia della pandemia.

Il quadro rappresentato dalla società fa emergere una prospettiva di speranza: “Gli americani credono che la luce in fondo al tunnel si stia avvicinando. L’ansia da Covid-19 è ai minimi, con un calo delle paure legate alla possibilità di contrarre il virus. Il 49,1% ritiene che le cose andranno meglio e solo il 13,7% che peggioreranno”.

Un netto cambiamento dall’inizio dell’anno, quando il 55,9% degli americani era pessimista e solo il 20,9% era fiducioso per le prossime settimane.

Meno della metà dei viaggiatori americani si sente in pericolo di volare in aereo, cenare in ristoranti, visitare musei e attrazioni, o fare shopping e soggiornare in hotel. “Sebbene la maggioranza si senta ancora insicura rispetto ai viaggi internazionali, convegni e riunioni di grandi gruppi – spiega il sondaggio – quasi due terzi si sentono almeno in qualche modo fiduciosi di poter viaggiare in sicurezza in questo momento e il senso di colpa per il viaggio è sceso al 39,9%”.

Guardando al ruolo del vaccino nel sentimento di viaggio, la maggioranza degli americani continua a dire che i vaccini li rendono ottimisti sul viaggiare in sicurezza e che “la vita tornerà alla normalità nei prossimi sei mesi”.

Il 63,3% dei viaggiatori americani ha ricevuto o conosce qualcuno che ha già ricevuto la primo dose di vaccino. Tra l’altro Biden sta comunicando che dopo aver raggiunto un accordo con alcune case farmaceutiche, gli Stati Uniti potranno avere dosi entro fine maggio per gli adulti che le richiederanno e l’obiettivo è raggiungere i 3 milioni di vaccinati al giorno, mentre la curva più significativa di calo del contagio è attesa per metà aprile con 350mila casi contro 1,5 milioni attuali.

Una percentuale crescente di viaggiatori americani afferma che effettuerà almeno un viaggio di piacere nei prossimi tre mesi. Oltre l’84% ha già piani di viaggio provvisori per il resto del 2021, con i mesi di punta per i viaggi tra giugno e ottobre. “Fuggire dallo stress e trascorrere del tempo con la famiglia – rileva l’analisi – rimangono le motivazioni principali del viaggio”.

Le preferenze di alloggiamento per i viaggi nei prossimi tre mesi sembrano essersi modificate rispetto al primo periodo di pandemia. Quando è stato chiesto di immaginare di soggiornare in un hotel o in una casa in affitto, “il 48,1% ha dichiarato una preferenza per un soggiorno in hotel, mentre il 19,8% ha mostrato una forte preferenza per l’affitto di una casa”.

Guardando poi alla fine della pandemia, il 71,3% dei viaggiatori americani continuerà a indossare mascherine dopo essere stato vaccinato. In effetti, quasi la metà si aspetta che “dovremo attendere il 2022 prima che le persone possano smettere di indossarle in pubblico”.

Per quanto riguarda la ripresa dei voli verso gli Stati Uniti, Nicolò Sessa di American Airlines e board member Visit Usa, è stato chiaro: ” Il ritorno al volo? Dipende dal bilanciamento tra traffico nazionale e internazionale. Le compagnie stanno guardando agli indici che identificano i semafori verdi”. Non ha omesso il fatto, Sessa, che le ricerche sui siti sono in forte calo rispetto al 2019, ma negli Stati Uniti la possibilità di prenotare biglietteria c’è. Sulle rotte nordatlantiche sta tornando, dal 3 aprile, la possibilità di operare con l’esempio di tre vettori Usa che reintroducono i collegamenti e cercano di mantenerli abbastanza stabili. “Per gli operativi domestici le 4 major riprenderanno a offrire capacità da aprile e le low cost vedono una possibile riapertura di operativi sempre il mese prossimo. Ricordiamoci però che tutto è molto liquido”, ha aggiunto.

Intanto, ha ricordato Mia Hezi di Aviareps e board member di Visit Usa, “l’interazione con i soci americani è più che positiva. La loro volontà – ha riferito – è di tenere un piede nel mercato con una buona disponibilità a dare informazioni e fornire aggiornamenti. Il mio messaggio agli agenti di viaggi è di non fermarsi davanti alla scarsità di informazioni, ma di iniziare a pianificare ora itinerari e viaggi, contando sul supporto dell’associazione e dei soci americani”.

Laura Dominici

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