Si è tenuto lo scorso 10 marzo l’incontro tra i sindacati e i tre commissari di Alitalia, Daniele Santosuosso e Gabriele Fava, che affiancano Giuseppe Leogrande. A quanto riporta il Corriere della Sera, tra i temi trattati quello della liquidità di Alitalia, il mancato ok da parte della Ue ai 55 milioni di euro di ristori anti-Covid, le trattative Stato-Bruxelles sulla newco. I temi all’ordine del giorno sono stati così tanti, che si è reso necessario un altro vertice previsto per il 17 marzo.
In una nota congiunta Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti comunicano che “è stata ribadita la necessità di assicurare la continuità operativa e finanziaria di Alitalia”. Ai tre commissari sono state chieste “garanzie sul pagamento degli stipendi e delle indennità e integrazioni relative alla cassa integrazione”, fa sapere Fnta (Anpac, Anpav, Anp). E’ stata ribadita “la richiesta di apertura di un tavolo di coordinamento con Ita e con i ministeri sulla questione lavoro connessa alla partenza della nuova Alitalia”.
Un altro tema messo in luce dal Corriere è quello del doppio pacchetto di ammortizzatori sociali per i circa seimila dipendenti di Az che sono considerati in “eccesso”. A quanto riporta il quotidiano, l’impostazione non è stata ancora sottoscritta ed è passibile di modifiche anche a fronte di eventuali richieste dell’Antitrust Ue.
Intanto, se dovesse arrivare l’ok della Ue sulla vendita diretta dell’aviation, Ita assumerebbe circa 2.100 persone tra piloti e assistenti di volo, 200 di staff operations e 500-600 che lavorano negli uffici, il tutto per un totale di 2.800 dipendenti. Mentre i restanti 7.800 rimarrebbero nell’amministrazione straordinaria per i servizi di manutenzione ed handling.