I clienti italiani sono soprattutto attenti ai temi di sicurezza della destinazione e relativa certificazione sanitaria (83%) e alle misure anti Covid-19 da parte dei governi interessati (67%), fattori che condizionano anche la maggior parte dei clienti europei e globali. I professionisti italiani più di tutti, intendono modificare le condizioni di cancellazione, proporre polizze assicurative, attivare nuove sinergie con fornitori per poter andare incontro alle necessità del cliente.
La parola chiave
Secondo il campione italiano innovazione è la parola chiave per poter ripartire; resta alta la percentuale di coloro che intendono valutare nuove soluzioni per innovare il prodotto: 85,5% sono pronti a considerare nuove destinazioni, 82,9% nuovi hotel e resort, 81,8% nuovi fornitori. I dati europei e globali rispecchiano quelli italiani. Gli operatori di tutto il mondo sono ampiamente interessati a valutare (nell’ordine): nuove destinazioni, nuove strutture e nuovi fornitori nel corso del 2021.
I social media continuano a rappresentare il canale marketing su cui puntare, in particolare in Italia, dove la percentuale è superiore a quella europea e globale. Scarsa concentrazione verso l’advertising tout-court e verso le vendite, mentre più alto che negli altri mercati è l’interesse verso le campagna condotte in co-marketing con destinazioni e/o fornitori.
Il turismo domestico e quello di prossimità continuano per ora ad essere privilegiati nelle scelte dei viaggiatori italiani. Il 28% degli operatori ha registrato nell’ultimo trimestre un aumento delle prenotazioni di viaggi entro i confini nazionali. In particolare, il 15% ha rilevato una crescita compresa tra il 21 e il 40%. Per quanto riguarda le soluzioni che riscuotono maggiore interesse, i viaggi in solitaria vengono indicati dal 66% degli intervistati italiani, in crescita rispetto alla precedente rilevazione. Si registra una crescita di interesse anche verso i resort all inclusive (dal 7% al 23%); nelle crociere marittime (dall’1% al 15%); negli hotel e resort (dal 13% al 22%) e nei piccoli gruppi (da 13% al 21%).
Per i viaggi internazionali prevale un atteggiamento di attesa, con prenotazioni che vengono effettuate a meno di un mese dalla partenza (16% in Italia, 24% in Europa), contrapposte a quelle fatte con 7-12 mesi di anticipo, come indicato dal 20% del campione globale. La durata dei viaggi è rimasta per lo più inalterata. Ne è convinto il 60% del travel trade italiano. Sempre in Italia, il 15% pensa che sia aumentata da 1-7 a 8-14 giorni, mentre il 24% ritiene che la durata sia diminuita.
La situazione attuale
La pandemia continua ad avere un impatto significativo sul turismo a livello globale, con una diminuzione della fiducia a causa del protrarsi dell’emergenza. Il consumatore italiano, come riportato nelle risposte degli operatori interpellati, seppur cautamente, risulta orientato a riprendere a viaggiare. Di fatto prevalgono i posticipi sulle cancellazioni, anche se c’è attesa nel ridefinire le date di partenza. Le misure di sicurezza adottate dalle destinazioni, il sistema sanitario locale e le certificazioni ufficiali rilasciate dalle istituzioni dei Paesi e da organizzazioni internazionali sono tra i fattori prioritari che influenzano la scelta di una destinazione per il cliente finale e che favoriranno la ripresa dei flussi turistici.
Allo stato attuale la clientela risulta essere ancora orientata verso mete entro i confini nazionali o comunque di prossimità, in attesa che i vaccini vengano somministrati in modo diffuso e che le misure sopra menzionate vengano messe in atto.
Alla luce di un settore in costante evoluzione, anche il comparto dovrà evolversi – fa presente la ricerca -. Gli addetti ai lavori intervistati ritengono che, per rispondere alle mutate richieste dei clienti, in futuro sarà necessario fornire un sempre maggiore supporto consulenziale, flessibilità sulle prenotazioni e cancellazioni, personalizzazione di prodotti e servizi e proposte in linea con le esigenze sanitarie e di sicurezza.