Uno degli argomenti più discussi oggi è il “passaporto sanitario digitale“: secondo uno studio commissionato da Amadeus, nove viaggiatori su dieci sarebbero a loro agio nell’usare questo strumento per aiutare a far ripartire il settore.
Censuswide ha realizzato la ricerca a fine febbraio su 9.055 viaggiatori in Francia, Spagna, Germania, India, Emirati Arabi Uniti, Russia, Singapore, Regno Unito e Stati Uniti per conto di Amadeus; il campione era composto da persone che hanno detto di aver viaggiato all’estero negli ultimi 18 mesi (con un minimo di 1.000 intervistati per mercato).
Il 93% dei viaggiatori intervistati ha anche detto di avere “qualche preoccupazione” su come i dati sanitari potrebbero essere memorizzati. L’apprensione riguarda il fatto che le informazioni personali possano cadere nelle mani sbagliate e la mancanza di controllo su chi possa avere accesso ad essi.
Nonostante le preoccupazioni, il 62% dei viaggiatori intervistati ha detto che sarebbe più propenso a utilizzare un’app per memorizzare i propri dati sanitari se una società di viaggi collaborasse con un’azienda sanitaria di fiducia per crearla. Amadeus sta incorporando i passaporti sanitari digitali nel software che fornisce agli aeroporti e agli operatori per memorizzare e controllare i documenti di identificazione dei viaggiatori.
“Non c’è dubbio che il Covid-19 continuerà a plasmare il modo in cui viaggiamo nei prossimi mesi, così come influenza tante altre aree della nostra vita – ha detto Decius Valmorbida, presidente travel Amadeus -. La collaborazione tra i governi e la nostra industria è la chiave per far ripartire i viaggi”.