Il traffico turistico internazionale non è ancora ripartito, ma Roma si prepara con fermento ad accogliere i flussi di visitatori internazionali che, si spera molto presto, torneranno numerosi tra le sue piazze.
Nei confronti della città, al primo posto per patrimonio immobiliare alberghiero in Italia, anche durante la pandemia l’interesse degli investitori non si è mai fermato, anzi, oggi si fa sempre più consistente, tanto che la Capitale attende entro il 2023 il completamento di 15 nuovi progetti alberghieri, di cui 6 imponenti ristrutturazioni. Di questo, delle nuove iniziative che stanno interessando i centri storici, delle politiche di sostegno al comparto e delle sfide che attendono i players del ricettivo, si è parlato nel corso del webinar “Patrimonio immobiliare e finanza, l’hospitality è pronta a ripartire”, un appuntamento organizzato da PkF ed AboutHotel che in 6 tappe, iniziando da Roma e passando per Cortina, Firenze, Bari, Trieste e Milano, farà il punto sul Recovery 2021 passando in rassegna destinazioni cluster italiane, tra mare, montagna e città.
Dal “Rapporto sul Patrimonio Immobiliare Alberghiero in Italia” redatto da World Capital, PkF, Confindustria Alberghi e Rics, è emerso che il patrimonio immobiliare alberghiero italiano attualmente ha un valore di 117 miliardi di euro, il 78% del quale è detenuto da quattro grandi città, con Roma che con 12,7 miliardi di euro e 845 alberghi ne detiene il 34%, seguita da Milano, Venezia e Firenze.
Lo scenario italiano
Su un totale di 21.694 esercizi alberghieri nel nostro Paese, di cui 554 quelli a 5 stelle (+ 33 vs 2018), 6mila i 4 stelle e più di 15mila i 3 stelle, è la Lombardia che si impone sulle altre Regioni per ciascuna delle categorie alberghiere (3-4-5 stelle) con un patrimonio complessivo, rispettivamente, di 8,2 mld, 19,3 mld e 5,7 mld. Per i 3 stelle seguono Lazio (5,3 mld) ed Emilia Romagna (4,2 mld), mentre per quanto riguarda i 4 e 5 stelle si classifica al secondo posto il Lazio con un patrimonio stimato rispettivamente di 8,2 mld e 5,3 mld di euro.
La ricerca ha evidenziato inoltre come gli scenari siano in evoluzione sia sul fronte degli investimenti, soprattutto quelli legati al lusso, che confermano la ricerca di ritorni, sia su quello dell’offerta vera e propria con la digitalizzazione e la sostenibilità degli immobili che si stanno imponendo come elementi distintivi del futuro e camere che vedono crescere in modo davvero significativo i mq a disposizione.
In uno scenario in cui l’offerta sta cambiando, con valori immobiliari che subiscono deprezzamenti e tariffe delle camere tendenzialmente in decremento, una ricerca Blastness condotta a livello nazionale su un panel di oltre 800 hotel italiani evidenzia trend in crescita sulle prenotazioni alberghiere nel nostro Paese da parte degli stranieri, in particolare tedeschi, inglesi e svizzeri, con il ritorno degli americani al 5° posto.
“Il grande rimbalzo ce lo aspettiamo nel 2022 – ha detto Onorio Rebecchini, vice president Federalberghi Roma – ma Roma vincerà la sfida solo se riuscirà ad essere più competitiva rispetto alle altre capitali europee, con strutture rinnovate e una fiscalità agevolata. La sfida riguarderà soprattutto il turismo congressuale. Il lockdown del 2020 ha costretto la chiusura del 90% degli alberghi in città e il periodo estivo ha visto solo un 50% di riaperture. Ora si tratta di risorgere, sfruttando le misure del Governo in attesa che l’onda passi, ed investendo sulle strutture per farsi trovare pronti”. “Il quadro è complicato perché mancano le risorse per poter guardare al futuro anche prossimo e la ripresa sarà lenta con una domanda debole e discontinua – il commento di Barbara Casillo, direttore generale Associazione Italiana Confindustria Alberghi – ma nell’ultimo mese sono successe parecchie cose e ci aspettiamo ulteriori nuove risposte, più strutturate ed adeguate ad un comparto in cui le perdite hanno superato l’80%”.
Alessandra Tesan