American Airlines sta mettendo in atto una strategia per la ripartenza post pandemia. Ma i suoi progetti non sono necessariamente quelli che si potrebbe pensare: il vettore continuerà a crescere a livello nazionale intorno ai suoi più grandi hub, ma a livello internazionale tornerà più piccolo – forse molto di più – di quanto fosse solo due anni fa.
“L’internazionale che ci sarà dopo il Covid-19 sarà molto diverso da quello del 2019″, ha detto Vasu Raja, chief revenue officer del vettore di Fort Worth, Texas, alla Goldman Sachs Industrials and Materials Conference. La metrica chiave del recupero sarà finanziaria – in particolare i margini pre-tasse – e in misura minore la domanda dei viaggiatori, valutando su quali mercati a lungo raggio tornare e quali lasciare.
La compagnia aerea ha ritirato 41 jet widebody, compresi tutti i suoi Airbus A330 e Boeing 767, così come i suoi 34 Boeing 757 che volavano sulle rotte internazionali. Eliminando questi aerei automaticamente ha tagliato alcune destinazioni dalla sua mappa, per esempio Brasilia, Dubrovnik e il servizio previsto in Africa a Casablanca.
Ma i commenti di Raja vanno più a fondo dell’esame sull’abbandono delle destinazioni servite dai 757 e 767. I voli verso gli hub dei partner chiave, tra cui Londra Heathrow, e i mercati emergenti in espansione, come l’India, torneranno in tempo, ha affermato il manager. Le destinazioni che sono “strategiche”, invece, non lo faranno. Raja non ha rivelato che cosa American consideri strategico, ma il co-founder di Atmosphere Research e analista dell’industria dei viaggi Henry Harteveldt pensa che significhi destinazioni europee secondarie come Praga, Reykjavik e Venezia.
“Il Covid ha mostrato una luce poco lusinghiera sulla redditività delle rotte delle compagnie aeree”, ha commentato Harteveldt. “E i vettori, tutti quanti, stanno prendendo decisioni sulla rete di rotte per tornare alla redditività nel modo migliore e più veloce“.
Ma anche se American non torna a Berlino e Praga, potrebbe ancora avere una presenza transatlantica considerevole. La compagnia aerea potrebbe servire le principali città europee – per esempio Londra, Madrid e Parigi – con almeno sei voli giornalieri ciascuno se solo li collegasse alla sua costa orientale e ai grandi hub di Charlotte, Chicago, Dallas-Fort Worth, Miami, New York e Philadelphia. American ha già in programma di far crescere i voli a lungo raggio da Jfk, compresi nuovi non stop per Atene, Nuova Delhi e Tel Aviv, grazie all’alleanza con JetBlue Airways.
L’Europa è al centro dei commenti di Raja per una buona ragione. I margini pre-tasse di American in America Latina sono già paragonabili a quelli domestici, suggerendo pochi cambiamenti in quest’area, e il vettore ha già ridotto gran parte del suo volato in Asia-Pacifico, in particolare dal gateway di Los Angeles. La compagnia ha sospeso a tempo indeterminato i voli per Pechino, Hong Kong e Tokyo Narita da Lax, pur mantenendo il servizio per tutte le destinazioni dal mega-hub Dallas-Fort Worth.
Una rete internazionale a lungo raggio ridotta ma più calcolata rappresenta un rischio per American. United Airlines prevede di utilizzare i cambiamenti strutturali nei mercati internazionali per generare rendimenti finanziari migliori quando i viaggi riprenderanno. I cambiamenti includono l’uscita di alcuni concorrenti, tra cui Norwegian Air in Europa e Virgin Australia in Australia, così come il consolidamento come l’acquisto di Asiana da parte di Korean Air. United ha mantenuto la sua intera flotta a lungo raggio in preparazione per quando la domanda rimbalzerà in modo da poter riprendere rapidamente i voli.
Harteveldt ha concordato che rappresenta un rischio, soprattutto per i contratti corporate che potrebbero passare ad altre compagnie aeree se American aspetterà troppo a lungo per tornare in un dato mercato.
Ma, almeno nel confronto tra American e United, il primo ha sempre fatto più soldi a livello nazionale e il secondo a livello internazionale. “Bisogna essere davvero cauti nella ricostruzione dell’internazionale”, ha detto Raja. “Quando lo faremo, dovrà essere un internazionale che può produrre margini in linea con il domestico“.