Nonostante l’estensione relativamente ridotta, le tre province di Visit Emilia – Parma, capitale italiana della cultura 2020-21 -, Piacenza e Reggio Emilia – vantano, solo per citare qualche numero, il 30% del totale valore economico italiano di prodotti food Dop/Igp, l’80% dei caseifici di parmigiano reggiano, 147 cantine di vini Dop, concentrazione di produzione di salumi di altissima qualità e 26 produttori Consorzio per l’aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia.
“In quanto Food Valley italiana, abbiamo la responsabilità di trasformare la nostra fortuna nel presupposto per creare una destinazione per il turismo enogastronomico”, afferma Cristiano Casa, presidente di Destinazione Emilia. “In pochi chilometri è possibile vedere come si lavora il Prosciutto di Parma, scoprire come nasce il Re dei Formaggi, assistere alla produzione dei salumi più prelibati e visitare cantine”.
“La sfida – prosegue il presidente Casa – è allora implementare sul piano dell’ospitalità turistica la proposta di un territorio a evidente vocazione food sulla scia di un percorso che da Parma City of Gastronomy ha già portato alla Rete Emilia Food & Wine, attualmente in grado di riunire, promuovendone la sinergia, 29 agriturismi, 59 strutture ricettive, 67 ristoratori, 29 cantine, 8 fornitori di servizi, 7 musei del cibo, 43 produttori, 29 rivenditori e 26 guide turistiche. Il processo è già in atto e miriamo, anche attraverso momenti di formazione, a portare la qualità dell’offerta a un livello di assoluta eccellenza”.
PO