“Ci ho sempre creduto e ora mi sembra che la speranza sia supportata da dati concreti”. Così Enrico Bernasconi, rappresentante Italia della Ferrovia Retica, commenta le prospettive per la stagione corrente, riconoscendo che l’anno scorso il movimento si era affievolito e ad oggi “abbiamo ancora un ostacolo da affrontare ed è quello che dipende dalla legge e dai Dpcm italiani perché viene richiesto l’esito del tampone negativo agli italiani che vengono in Svizzera e deve essere effettuato 48 ore prima del rientro. Un deterrente per chi effettua viaggi di un giorno”. La speranza è che il green pass in vigore da luglio possa far tornare al viaggio in sicurezza.
Gv: Come vi siete mossi in questi lunghi mesi?
“Per prima cosa siamo sempre stati pronti, i nostri treni hanno circolato in orario perché a livello pratico fanno servizio di trasporto all’interno della Svizzera e servono il flusso dei pendolari. In più, a causa della pandemia vengono puliti e disinfettati in modo maniacale più volte al giorno. Abbiamo mantenuto un po’ l’allenamento grazie alla clientela interna svizzera. Sul lato teorico, quello che riguarda la comunicazione, ci siamo preparati con una comunicazione trade e consumer costante. Sul consumer abbiamo mantenuto i contatti, senza promuovere un messaggio aggressivo, ma simpatico come l’idea di incellofanare il tram di Milano per ricordare la sagoma del Bernina”.
Gv: Quali i segnali di prenotazione dal mercato italiano?
“Sono più che eccellenti, semmai avremo un problema di overbooking. Lo scorso anno al momento della riapertura estiva siamo stati presi d’assalto e anche quest’anno abbiamo una conferma numerica positiva dalle agenzie. Abbiamo la coda dei gruppi e quelli che non hanno viaggiato in pandemia sono rimasti in stand by, tutti i fine settimana da luglio a dicembre saranno pieni. Bisognerà pensare a treni speciali. I segnali di prenotazione sono notevoli e ci fanno ben sperare per i prossimi due o tre anni. Occorrerà trovare un buon equilibrio tra individuali e gruppi”.
Gv: Può raccontarci come è stato rivisto il prodotto dopo la fase di lockdown e darci dettagli su eventuali novità introdotte?
“Non cambierà molto, perché a differenza di una destinazione turistica o di una struttura, noi siamo una linea ferroviaria storica patrimonio mondiale dell’Unesco e non possiamo permetterci sconvolgimenti. La clientela chiede semplicità del viaggio, paesaggio incontaminato e registriamo un grado di soddisfazione elevato. Abbiamo approfittato del lockdown per rinnovare e rimodernare la flotta e le carrozze sono state rivisitate e gradatamente, due o tre volte l’anno, vengono inseriti treni completamente nuovi. Si tratta di un lavoro iniziato nel 2010 e che proseguirà fino al 2030. Altro obiettivo è quello di riuscire a proporre un orario cadenzato, con un treno che viaggia da Tirano a St. Moritz almeno ogni ora e al medesimo minuto per semplificare la comunicazione. L’obiettivo finale del piano, a media-lunga scadenza, è quello di arrivare ad ogni mezz’ora con un numero più elevato di posti, quasi un raddoppio della capacità”.
Gv: Sono intervenuti cambiamenti nel piano commerciale rivolto al trade?
“Ripartiamo dal 2019, punto di riferimento per la rinascita. La nostra organizzazione commerciale resta confermata al momento. Nel 2019 abbiamo raggiunto il record di frequenze dall’Italia e con 280mila italiani che hanno frequentato la tratta del Bernina. Contrariamente ad altre situazioni, abbiamo ancora la maggior parte di questi clienti (gruppi e individuali) che viaggiano tramite canali trade. Questo rapporto con le agenzie per me è oro. Con uno sguardo al futuro prossimo, direi che un passo interessante è quello di poter concedere ai clienti trade importanti, che dimostreranno di poter fare dei buoni numeri, un programma di vendita diretto.
Oggi l’adv può comprare online come un cliente diretto e con questa modalità potrebbero emettere direttamente i biglietti. Ora il meccanismo è in fase di prova e bisognerà valutare il potenziale dell’adv partendo da un minimo di cifra d’affari, un ulteriore passo verso la semplificazione dei rapporti con il trade”.
Gv: Come si è chiuso, in termini economici, il 2020 e quali le aspettative per l’anno in corso?
“Dal 2008 in avanti abbiamo sempre avuto risultati in crescita e nel 2020 questo castello è crollato. In generale la Ferrovia Retica ha perso tutti i mercati esteri con un’involuzione globale del -70% sul 2019 e per il 2021 l’aspettativa è ancora cauta. Speriamo nell’avvento del Green Pass. Contiamo che si possa riprendere a viaggiare e recuperare metà anno da luglio a dicembre viaggiando a ritmi normali.
Questo vorrebbe dire raggiungere una cifra d’affari importante. L’obiettivo sarebbe quello di raggiungere il 50% dell’anno record per poi raggiungere le cifre del 2019 entro fine 2024, anche se ritengo che in Italia anticiperemo di un anno le cifre record del 2019”.
Laura Dominici