Per il turismo organizzato, si sa, è stato il periodo più brutto quello vissuto in questi ultimi tempi. Adesso sembra aprirsi uno spiraglio, ottimismo e positività sono parole che si fanno strada tra sentiment e intenzioni, ricerche e osservatori nel mondo dei viaggi. Insomma si iniziano a vedere dei dati positivi, anche se i numeri non sono certamente ancora ai livelli pre-covid e i budget di spesa non sono cospicui. La voglia di evasione e di viaggiare c’è, però le difficoltà economiche sono un aspetto con cui fare i conti.
“Il 2021 è iniziato male, siamo stati chiusi per i primi quattro mesi, poi si è mosso qualche cosa a maggio, ora è un momento di positività, però consideriamo che il turismo organizzato muove il 50% della filiera del turismo italiano, ha le maggiori complicazioni, lavorando su incoming ed estero – fa presente Stefano Dall’Ara, presidente di Robintur -, su questo fronte ci sono un po’ di Grecia e Spagna, ma le principali destinazioni sono chiuse, per esempio la Gran Bretagna ha prorogato la chiusura di un mese”. Sulla base di questi dati si può affermare che “sarà un’estate molto concentrata sull’Italia. Ci sono segnali positivi, il turismo organizzato per il 70% va da gennaio all’estate e quest’anno abbiamo perso i primi cinque mesi, è quindi uno scenario pesante”, fa notare il manager e i temi adesso da valutare “sono due, la pandemia e quello economico, c’è da tenere in considerazione che in tanti sono in cassa integrazione con budget ridotti”.
Però Dall’Ara lo dice: “Siamo ottimisti, il 2022 sarà il vero anno della ripresa e il turismo organizzato cambierà pelle, ci saranno grandi sinergie tra diversi canali, online, fisico, omnicanalità”. C’è un però, serve che “governo e ministero del turismo ci supportino ancora. Noi stiamo tenendo, reagendo, così come altre realtà come noi stanno tenendo – dice il manager -, certi che il ministro Garavaglia e il governo ci sosterranno”. Ha esordito così il presidente durante la conferenza che si è tenuta ieri con la presentazione della nuova ricerca di italiani.Coop.
Le vacanze della ripartenza
Queste saranno le “vacanze italiane della ripartenza”. Si può prendere a prestito il titolo della ricerca di italiani.Coop per descrivere questa estate. La ricerca fotografa i consumi turistici del Paese, mettendo a confronto l’estate 2020 anche con quella pre-pandemia. La survey è recentissima, è stata (volutamente) fatta a giugno, come sottolinea Albino Russo, direttore generale Ancc-Coop (Ass. Nazionale Cooperative Consumatori), “abbiamo cercato di arrivare il più lunghi possibile per avere dati freschi e che comprendessero il contesto che, fino a maggio, era in evoluzione, potendo così cogliere quei segnali di maggior ottimismo, essendo stata fatta ai primi di giugno, appunto”.
C’è ottimismo, saranno le vacanze della ripresa, “il trend è positivo, ma si tratta ancora di una stagione di mezzo, c’è un forte incremento nel numero di persone che pensano o che hanno già programmato di andare in vacanza, certo – dice Russo – sono ancora lontani dai numeri pre-Covid, ma sono 11 milioni in più nel 2021 sul 2020 con 6 milioni che resteranno a casa”. Il campione riguarda la fascia di età 18-65 anni, tra le intenzioni in 41 mln andranno in vacanza. Bisognerà capire quanti ci andranno effettivamente, ma si confida che il numero sarà maggiore dello scorso anno.
Cosa vuol dire tutto ciò? “Che c’è ancora molto spazio da colmare”. Russo fa notare che lo scorso anno il 70% aveva dichiarato prima dell’estate “di voler andare in vacanza, ma poi ci andò solo il 55%. Nel 2021 la previsione è del 73%, ma si pensa anche che chi resterà a casa sarà un numero inferiore rispetto al 2020”. Tra le tendenze si nota una crescita maggiore del numero di vacanzieri che si colloca in una età più elevata, ad esempio i baby boomer, “che, invece, avevano una minore predisposizione alle ferie”. C’è una ripresa al Nord e al Centro-Sud, “c’è più ottimismo e una voglia maggiore di andare in vacanza, nel 2020 era il 40%, che è diventato il 70% come intenzioni di viaggio nel 2021”.
C’è però una parte del Paese che non ce la fa. E se nel 2020 si rimaneva a casa più per timore della pandemia, nel 2021 la motivazione è legata alla “necessità di risparmiare ed alle difficoltà economiche. Il 38% di chi non va in vacanza è perché non ha risorse da impiegare per le ferie (era il 25% l’anno scorso)”. Quindi, la situazione attuale vede una crescita della motivazione legata alle difficoltà economiche e una “diminuzione dei timori di contrarre il virus, che passa dal 48% al 19%”. Un altro aspetto messo in rilievo dalla ricerca è che le difficoltà “si concentrano maggiormente nei ceti popolari”, mentre l’upper class recupera più velocemente. “L’Italia che verrà sarà più polarizzata”, fa presente Russo. C’è, però, anche chi ha paura di non trovare posto, per cui il 58% ha già prenotato o lo farà a breve (nel 2020 era il 52%).
Dove si va in vacanza?
Si notano “forti condizionamenti sulla scelta, 3 italiani su 4 scelgono la vacanza con condizionamenti da pandemia. Si ha una conferma della scelta dell’Italia, vi andranno 9 italiani su 10, erano poco meno di 7 nel 2019”. L’11% degli intervistati dichiara di scegliere l’estero, pari a circa 4,5 milioni di italiani. C’è quindi una “piccola ripresa dell’estero, quanto alle mete più prossime e che hanno saputo rassicurare prima”. Tra i nomi Grecia, Spagna e Francia. Ci si attende che si andrà di più oltre confine, lo faranno 4 italiani su 10, per il 2022 sognano mete lontane. “All’interno del nostro Paese si nota una maggiore mobilità sul territorio – fa presente Russo -, si cambieranno più regioni, si passa dal 40% al 45%”. Tra le mete più scelte ci sono Puglia, poi Sicilia e Toscana.
La conferma del mare
Il mare si conferma la scelta più importante (58%). Puglia, Sicilia, Toscana, Grecia, Spagna. Si nota anche un rafforzamento della vacanza naturalistica e in montagna, “un trend che cresce – fa presente Russo -. Torna anche la voglia di arte e di cultura, non in città, ma che porta ad una vacanza che non sia solo divertimento, ma anche arricchimento culturale”. Torna anche la voglia di convivialità e la ricerca di un livello di servizio alto, più di 1 italiano su 2 preferisce una vacanza comoda in albergo, b&b, villaggio, crociera. Diminuisce quindi la quota delle vacanze smart. Cresce sul pre-pandemia la vacanza al risparmio nelle seconde case o case di amici. C’è da dire anche che “sono più i giovani che scelgono la vacanza al risparmio”.
Cosa faranno gli italiani in vacanza? “Il relax sarà l’elemento centrale della vacanza 2021, 2 italiani su 3 lo sceglieranno come obiettivo principale, ma c’è anche voglia di convivialità ed un nuovo impegno verso il benessere fisico e psichico, si nota una maggiore voglia di praticare sport, 8 su 10 come intenzioni e c’è anche una maggiore voglia di vedere mostre e musei, crescono gli ambiti per un ritorno alla convivialità, come eventi musicali, discoteche, cinema”. Tra i focus c’è il benessere fisico, voglia di cultura, ma anche del well being, cioè una maggiore ricerca di pace interiore.
Il cassetto dei sogni
Dopo tre anni torna la domanda su quale sia la vacanza dei sogni? L’estero è in testa alla classifica. Tra i Paesi le Americhe (Usa, Caraibi, Cuba), l’Asia (Maldive, Giappone ed Emirati Arabi Uniti).
I dati delle adv Robintur
Dal sentiment della ricerca italiani.coop a ciò che succede nelle adv del Gruppo Robintur. L’a.d. Claudio Passuti fa presente che, “da metà aprile 2021 le vendite settimanali sono ripartite, da fine maggio viaggiano al 50% del 2019, con uno scaffale che ha una gamma limitata di destinazioni, il fatto che da metà maggio si sia recuperato il 50% del 2019 è un traguardo importante per noi – fa presente il manager -, anche se non permette un recupero della sostenibilità economica delle attività, ma è importante per l’obiettivo di ripresa sul 2022 e successivi”. Il manager lo dice molto chiaramente: “Consolidare questo zoccolo è fondamentale, abbiamo lavorato molto con iniziative promozionali e di comunicazione per accelerare la ripresa delle attività”. In pratica non è mai stato abbandonato il contatto con il consumatore.
Guardando la distribuzione delle vendite per destinazione prodotto delle ultime 8 settimane, anche nelle adv del network l’Italia è “al centro delle attività. Si vende quasi quanto nel 2019. Le biglietterie stanno riprendendo in modo contenuto a fronte della disponibilità delle destinazioni, al 30% del volume 2019, mentre le crociere sono al terzo posto, al 50% del volume del 2019”.
Quanto alle preferenze delle regioni, si ha un discostamento dai dati della ricerca. In Italia la classifica delle regioni più scelte vede Sardegna, Sicilia, Puglia, Toscana e Campania, “che cala per la partenza ritardata di Ischia, che in adv è un prodotto importante”. In sesta posizione si trova il Trentino Alto Adige. In merito al periodo scelto, Passuti mette in luce che c’è una concentrazione delle vendite su giugno e luglio. Ci sono buone attese per agosto.
I clienti in adv? “4 su 10 sono nuovi, il che attesta una ripresa di interesse e un bisogno di sicurezza da parte del consumatore. La quasi totalità sta prenotando la vacanza principale. 4 su 5 punta a una vacanza che è più lunga. Il 56% di chi prenota una vacanza è di 7 giorni, +4%, il 18% prenota una vacanza di 14 giorni, +7%. Il prezzo medio a passeggero cresce del 27% rispetto al 2019, per tre fattori che sono, la maggiore durata media del viaggio, la riduzione delle vendite di viaggi corti e la preferenza per strutture di livello più alto e con servizi più completi”.
Stefania Vicini