Vita sulle spiagge, deserto – o quasi – nelle città d’arte. Nel weekend appena trascorso, la stima per le strutture ricettive e locazioni turistiche si aggira intorno alle 700mila presenze. Un’accelerazione incoraggiante, che però esclude le mete culturali e mette sempre più in crisi la ricettività: nelle città d’arte 4mila imprese tra b&b e piccoli alberghi hanno rinunciato ad aprire per mancanza di domanda.
È quanto emerge da un monitoraggio condotto da Cst per Assoturismo Confesercenti.
Le spiagge si avviano a essere (quasi) piene e un po’ di movimento di turisti è registrato anche per le località della montagna e dei laghi ma la situazione rimane invece più difficile per le imprese delle città d’arte italiane. Qui la dimensione della domanda straniera è ancora molto lontana dai livelli pre-covid e soprattutto manca ancora la quota del turismo internazionale a lungo raggio. A oggi i flussi provenienti da oltre confine sono infatti essenzialmente tedeschi, francesi, svizzeri, austriaci, spagnoli e britannici; ma sul fronte della domanda extraeuropea si registra qualche timido segnale solo per le provenienze dagli Usa. La carenza di domanda ha avuto anche un effetto sulle tariffe delle sistemazioni nelle mete culturali: rispetto allo stesso periodo del 2019, si attestano al -15%.
Questa forte incertezza sui tempi della ripresa dei flussi intercontinentali ha spinto numerose imprese ricettive a prolungare la chiusura durante i mesi estivi, soprattutto nelle città caratterizzate da una significativa internazionalizzazione della domanda. Secondo stime Assoturismo Confesercenti su circa 57 mila strutture ricettive localizzate nelle prime 50 città d’arte italiane (8% alberghiere e 92% extralberghiere), ben 4.000 hanno scelto di non riprendere l’attività nel trimestre estivo 2021 per motivi strettamente gestionali: previsioni di ricavi insufficienti alla copertura dei costi.
“Il riavvio della stagione turistica, fino a ora, non è stato brillante anche a causa del meteo. Ora le condizioni migliori danno un po’ più di aria alle località balneari, ma l’assenza di stranieri affonda il turismo delle città d’arte”, commenta il presidente di Assoturismo Vittorio Messina. “Serve un piano straordinario di intervento per la ripartenza delle grandi mete culturali, che sono quelle che ci caratterizzano nel mondo, con risorse e provvedimenti dedicati che favoriscano un piano di investimenti per una nuova e sostenibile programmazione, che metta finalmente al centro le imprese ricettive alberghiere, fondamentali per la ripresa dell’economia turistica e nazionale”.