Un ritorno a valori comparabili al pre-pandemia solo nel 2023 per il mercato domestico e nel 2024 per il mercato internazionale. E’ questa la previsione per la ricettività tricolore che arriva dall’Hospitality Think Tank di Deloitte. “Queste previsioni – precisa però Tommaso Stranieri, hospitality leader di Deloitte – sono state fatte al termine del 2020, prima dell’avvio della campagna vaccinale. Auspicabilmente l’efficacia della campagna stessa potrà migliorare le performance del settore già a partire dal 2021″.
Secondo il manager di Deloitte la fase di recovery per il settore hospitality tout-court sarà “comunque più lunga rispetto ad altri settori colpiti dalla pandemia, ed è fondamentale che tutti gli operatori dell’ecosistema turismo utilizzino questo periodo di transizione per prepararsi alla nuova fase di prosperità, approntando investimenti di diversa natura con la finalità di migliorare le proprie performance ed essere pronti ad accogliere e gestire il viaggiatore del futuro”.
Deloitte ha rilevato anche i nuovi trend, ad esempio sulle destinazioni di villeggiatura, con una ricerca più robusta per le cosiddette secondary destinations a discapito delle mete più tradizionali quali le grandi città d’arte come Roma, Venezia e Firenze. Inoltre, è diversa la modalità di trasporto ricercata: aumentano le richieste di auto a noleggio a discapito del tradizionale volo low cost, ed anche la tipologia di alloggi ricercati è differente: avanza l’interesse per le case vacanza a discapito degli hotel.
Questo cambiamento di approccio è rispecchiato anche dalle intenzioni di viaggio dichiarate dai consumatori italiani a maggio 2021. Come si evince dai dati del Deloitte State of Consumer Tracker, rispetto a qualche mese fa gli italiani sono ora più propensi a programmare viaggi nelle prossime settimane, ma il 38% degli italiani preferisce rimandare la pianificazione di viaggi a quando la situazione pandemica sarà migliorata.
Una delle priorità dei turisti, italiani e stranieri, rimane infatti il fattore sicurezza. La preoccupazione per la propria salute rimane un tema rilevante per il 47% degli italiani e il 57% dei consumatori stranieri, e le cifre aumentano se si parla della preoccupazione per la salute dei familiari: 61% per l’Italia e 64% per gli stranieri. Di riflesso, sono ancora numerosi i turisti che non si sentono sicuri ad alloggiare in albergo o prendere un volo, tra gli italiani solo il 43% si dichiara sicuro a soggiornare in hotel, mentre il 32% a volare.
L’interesse per i viaggi in generale sta tornando a crescere, anche se prevale ancora un atteggiamento di cautela a causa degli impatti economici della crisi. Il fattore economico rimane un motivo che dissuade il 30% dei consumatori dall’organizzare un viaggio.
“Tutto questo – fa osservare Stranieri – porta a delineare uno scenario complesso ed in rapida evoluzione, caratterizzato da trend in via di consolidamento. È ancora presto per dire con certezza quali saranno le caratteristiche del turismo nel prossimo futuro, ma una cosa è certa: questo settore è uno dei grandi motori mondiali dell’economia e dello sviluppo e come tale continuerà a ricoprire un ruolo estremamente rilevante non solo per i paesi in via di sviluppo, ma anche per il nostro Paese”.