E’ stato un hybrid event questa volta “#Seaside REcovery #Hotel Values #New Projects #Tourism Barometer“, che ha fatto tappa in Puglia, a Monopoli alla masseria Il Melograno, dopo gli appuntamenti di Roma, Cortina, Firenze per concludersi poi il 9 settembre a Milano. L’evento che si è svolto ieri, organizzato da Pkf e AboutHotel, come sempre si è articolato in due momenti, il primo #Seaside REcovery & New Projects a cui ha fatto seguito Hotel Values &Tourism Barometer. Come sottolineato da Giorgio Bianchi,managing director head of Italy Pkf hotelexperts le diverse tappe hanno fatto il punto “sui nuovi progetti in cantiere e sulle diverse risorse per il settore”. Questa volta il focus è stato sulla Puglia-mare. Non manca l’interesse sul fronte immobiliare per i 4 e i 5 stelle, tra i prossimi investimenti Bianchi cita la mossa di Four Season che aprirà ad Ostuni, “150 camere sul mare”. Come sempre l’intenzione è quella di cercare di capire “l’impatto che avranno le misure sul territorio, se funzionano, come cambiarle – fa presente Bianchi -, come inserirle con le misure già esistenti a livello regionale. Capire anche il tema dei finanziamenti. La Puglia è in fermento – sottolinea il manager -, ci sono diverse realtà nazionali e internazionali”, gruppi locali presenti sul territorio, ma anche internazionali appunto, che “sono sempre più presenti, tra cui Belmond, Rocco Forte o Four Season”. Il che a dimostrazione che la regione è “una piazza importante sui cui investire”. Dal canto suo Pkf è da diversi anni presente sul territorio pugliese, in questo momento sta collaborando con stakeholder interessati al territorio, “che è stato capace di accrescere la sua capacità attrattiva. Abbiamo un nuovo progetto a Polignano – annuncia Bianchi -, con un gruppo internazionale che sta valutando la partecipazione”.
Superbonus all’80%
Dal canto loro gli albergatori pugliesi hanno puntato su progetti di restyling e nuovi investimenti, c’è un però ed è legato all’esclusione dal Superbonus. In questi mesi c’è stato un confronto con il ministero del Turismo per sostenere le imprese alberghiere, che ora hanno la possibilità di partecipare al Superbonus all’80%. Ad intervenire sul tema è Marina Lalli, presidente Federturismo Confindustria, che riconosce come il ministro sia stato “sempre trasparente sul punto del Superbonus, dicendo subito che non era fattibile, per mancanza di copertura, l’estensione al 110%. L’idea di superare lo scavallamento delle due classi negli alberghi non era facile – osserva Lalli -, il 110% è una misura fino ad oggi macchinosa, il ministro aveva promesso un altro tipo di intervento sulla linea di quanto annunciato, per dare sul rinnovo delle strutture alberghiere un aiuto dell’80%, non solo per l’efficientamento energetico”. Adesso, quello che si deve fare, secondo il presidente di Federturismo, è “vedere non solo la misura in sé, ma anche l’applicazione”, con l’auspicio che “un foglio solo per le autorizzazioni (come è stato annunciato, ndr)” sia davvero così.
Un altro punto da definire del Superbonus alberghi semplificato è cosa rientra nel de minimis e cosa no. “Vorremmo capire se vi rientra o meno perché la differenza è notevole”, fa presente Lalli. A suo dire si devono trovare “soluzioni che possano essere utili alle aziende quest’anno, ma anche nel 2022 che non vedrà le casse risanate, c’è da aspettare ancora un po’ – avverte -. C’è la necessità di mettere le aziende in sicurezza”, da qui l’auspicio che “l’iter sia semplificato”.
Una regione “fortunata”
La Puglia è una regione “fortunata, che ha dato aiuti alle aziende, anche al secondo decreto sono stati più consistenti di quelli statali”, riconosce Lalli. La situazione alberghiera in regione com’è, visto che alcuni hanno dovuto gettare la spugna? A fare il punto è Francesco Caizzi, presidente, Federalberghi Puglia e vice presidente nazionale Federalberghi. Anche per lui “la Puglia è una regione fortunata, anche nel 2020 ha avuto dati incoraggianti, ci sono state perdite del 20-30%, c’è chi ha lavorato, grazie alla regione che ha dato incentivi alti al settore in assenza di una prospettiva nazionale”. Caizzi parla di sold out, bisognerà piuttosto capire “cosa succederà a settembre ed ottobre. Quest’anno siamo partiti tardi per paura di quanto successo lo scorso anno, ma siamo partiti bene da metà giugno”. Il mercato è quello italiano, quanto al fronte estero si deve tener presente che la Puglia è collegata dal sistema aereo, “se questo non riparte avrà carenze strutturali in quanto siamo distanti dai centri nevralgici e il sistema aeroportuale sarà a regime nel 2024. La stagione turistica si può fare con 6/7 mesi di attività, ma non con 2 mesi, qualche stagionale potrà vivere, ma ha bruciato risorse l’anno scorso”.
La richiesta avanzata a livello nazionale è “un ripensamento del modello bancario, ora se un imprenditore si reca in banca gli viene detto che il sistema turistico è a rischio, l’anno scorso no, quest’anno sì, però se si fa una operazione di mutuo a breve a sei anni non c’è problema e viene dato in cinque giorni, però il sistema alberghiero non si regge con operazioni bancarie a sei anni”. Caizzi lo dice forte e chiaro: “Se non ci sono i fondi per ristrutturare la situazione non è così rosea e siamo preda di chiunque veda nel nostro Paese un patrimonio importante su cui investire”. Caizzi parla di realtà europee, essendo stato contattato da un fondo spagnolo. Però, aggiunge anche che “se il sistema non riparte in modo coordinato serve poco il Superbonus all’80%”.
Caizzi mette in luce un altro problema, “quello dell’occupazione, nel settore alberghiero il lavoro umano è fondamentale pertanto abbiamo bisogno di abbassare il costo del lavoro”.
Le opzioni finanziarie
Quali opportunità può portare al turismo questa fase di rinascimento? Antonio De Vito, general director Puglia Sviluppo, parla degli interventi fatti, che non sono mirati a sostenere il consumo del territorio, ma il recupero del patrimonio. “Abbiamo recuperato 400 tra palazzi storici e masserie e favorito l’ampliamento del settore turistico alberghiero esistente, con oltre 5mila nuove camere e più di 13mila posti letto”. Numeri che, a detta del manager, sono “un elemento di riflessione”. Inoltre, a suo dire, “bisogna far sì che gli interventi siano strutturali, se lo sono, gli imprenditori possono mettere in campo prodotti che possono accompagnare il processo di sviluppo”. Tra i passi da fare De Vito spinge perché si comprenda “come questo settore vada supportato per superare la crisi, come sostenere un’eventuale necessità del circolante? Come creare forme di sovvenzione pubblica più una parte di liquidità che il sistema bancario può mettere in campo”. De Vito parla anche dello strumento del basket bond, di metterlo in campo con il sistema di filiera. A suo dire si deve avere “un ventaglio di opzioni finanziarie, le nostre sono misure inclusive che tengono conto delle strutture extra alberghiera e alberghiera”.
Il turismo si conferma certamente un settore importante, “con difficoltà che si è portato dietro anche in termini di valutazione”, commenta Daniele Carmine, responsabile prodotti e servizi Iccrea Banca. A suo dire il ruolo dei finanziatori deve “evolvere insieme agli operatori del settore. Le banche dovranno essere sempre più specializzate e conoscitrici delle dinamiche di mercato, anche in relazione alle nuove forme di ospitalità che sono nate e che nasceranno poiché ogni forma presenterà le sue peculiarità. Il manager fa riferimento al finanziamento Iccrea Banca e Cdp con la definizione di un plafond da 250 mln per la concessione di finanziamenti in favore di Pmi e mid-cap italiane operanti nel settore turistico.
Ripartenza dalla fascia alta di mercato
Il patrimonio immobiliare alberghiero per il cluster mare (142 destinazioni) stimato è di poco più di 4,4 miliardi di euro. L’Emilia Romagna guida con il 23,1% grazie ai suoi tre stelle, in seconda posizione c’è la Campania con il 12,5% e la sua offerta di fascia alta, mentre la Sicilia ha il 10,2%, osserva Monica Badin, senior real estate hospitality department World Capital. Guardando alla Puglia “è di 444 milioni di euro il patrimonio immobiliare alberghiero stimato per la fascia media dei 3 stelle, posizionando la Puglia al 5° posto. Per i 4 stelle sale sul podio al 3° posto con più di 1,1 mld di euro e al 5° posto per i cinque stelle con circa 230 milioni di euro”. In Puglia sono state analizzate 17 destinazioni e 3 città (con un focus particolare su Bari e Lecce). I 3 stelle sono 441 strutture, (nella media nazionale i 3 stelle hanno una presenza di circa il 70% dell’offerta alberghiera) e i 4 stelle sono 372. Un dato interessante è che per i 5 stelle nel 2020 c’è stato un incremento dell’offerta alberghiera del 18% circa, con 45 strutture totali, 44 camere è la dimensione media in Puglia. “Il patrimonio immobiliare alberghiero per la Puglia è di oltre 4 mld di euro. Ad avere un ruolo predominante – sottolinea la manager -, sono i 4 stelle con 2,6 mld euro. Lecce ha 14 strutture 4 stelle, in crescita lieve. A Bari l’offerta alberghiera si distribuisce tra 3 e 4 stelle, replicando la fotografia della regione”. A Lecce l’offerta alberghiera dei 5 stelle è cresciuta del 9% e a Bari del 20%.
Sul fronte mare l’offerta alberghiera mette a segno un leggero incremento nella fascia dei 4 stelle, “a Lecce il valore immobiliare per camera stimato è di circa 225mila euro per i 5 stelle, a Gallipoli è di 53mila euro per i 3 stelle e oltre 96mila euro per i 4 stelle. Polignano è la regina”. Tutto ciò cosa dimostra? Che c’è una “vivacità di incremento nell’offerta alberghiera dei 5 stelle in Puglia e che il turismo ripartirà dalla fascia alta del mercato, che ha visto valorizzazione di immobili, come le masserie, con caratteristiche uniche, cercando di creare strutture alberghiere che diventano destinazione e danno beneficio a tutto il terrtorio”.
Un buon pickup
Buone notizie dall’andamento del pickup, come sempre Andrea Delfini, founder & ceo Blastness, offre un quadro aggiornato del trend. In questo caso il pickup Italia continua a crescere, “la distribuzione elettronica cresce costantemente, con una accelerazione crescente da aprile 2021. Il transato dal 1° gennaio 2019 ad oggi (24 giugno, ndr) è di 670mila notti di cui nell’ultimo mese sono 300mila”, sottolinea il manager. Questa estate è partita prima e con volumi diversi, superando tutti i giorni i picchi massimi storici di pickup del 2019. Delfini mette in luce anche che “cresce il canale diretto di vendita”. Non stupisce il fatto che il Paese dominante sia l’Italia, “è migliorato il pickup degli Stati Uniti e peggiorato quello Uk”. Un altro dato interessante è che “l’andamento per campagne mostra volumi superiori al triplo del valore delle stesse settimane del 2019, superando ogni record storico assoluto”. In sintesi la “distribuzione elettronica cresce, al suo interno il canale diretto di vendita cresce maggiormente e al suo interno la componente più forte viene dalle campagne”. Tra i dati vi è che il pickup mare “migliora su scala nazionale, il mese di giugno ha circa due volte lo stesso pickup di giugno 2019”. Cresce anche il pickup della Puglia.
La voce del ricettivo
La testimonianza diretta delle strutture ricettive è buona, Il Melograno, la masseria ospitante parte dell’evento, testimonia che “ha ripreso il mercato del lusso, auto e moda, ma con scarsa programmazione, prima era a uno o due anni”. La buona notizia è che ad attendere sarà un “calendario fitto, anche il settore farmaceutico si è ripreso, la programmazione inizia ad essere buona”. Anche se si deve considerare che viene a mancare una fetta di turismo outgoing che spinge sulle prenotazioni, bisognerà quindi vedere l’anno prossimo come sarà la situazione italiana. Dal canto suo Vincenzo Gentile, amministratore Greenblu Hotels & Resort, conferma un po’ il sentiment generale e cioè che il “2021, rispetto ad un anno fa, è partito con più fiducia. Il 2020 e il 2021 vedono una perdita del mercato estero, che ha azzerato aprile, maggio e buona parte di giugno. Sul fronte eventi si vede qualche cosa”. Il manager si sente di affermare che il 2021, nel complesso, “lo si sta approcciando con leggero ottimismo, si è partiti un po’ prima e potrà essere un buon anno, il 2020 ha perso un 35/40% di fatturato”. C’è da dire che, dallo scorso anno, è successo qualche cosa sul fronte della gestione prenotazioni, “che ha portato le persone a prenotare online”. Dal canto suo Greenblu Hotels & Resort non ha fermato gli investimenti, “abbiamo fatto acquisizioni nel 2020 e nel 2021, ultimamente di una struttura a Lecce”. Non si potrà parlare ancora di un riempimento al 100%, ma si è orientati ad una occupazione all’80%.
Ad aprire una finestra sul real estate è Vittorio Andidero, proprietario, Gruppo Andidero Finanziario Immobiliare, che fa presente come le progettazioni nuove seaside siano “poche, è in atto una riqualificazione delle strutture esistenti da parte internazionale”. Il manager mette in luce il fatto che le progettualità sul mare “risentono di una tutela del patrimonio e che sta mancando una interlocuzione con le istituzioni per un punto di incontro tra progetto, mercato e tutela”. Non manca però l’interesse di gruppi internazionali “per cercare di capire come poter sostenere lo sviluppo del territorio”. E il territorio conserva il suo appeal, “la Puglia turistica è di altissimo livello”, ma si ha una “lentezza burocratica” che non aiuta. Da qui l’invito ad uno “snellimento delle procedure nella chiarezza”. A detta del manager c’è la necessità “di un maggior coordinamento e di certificare la fattibilità dei progetti, del loro tempo e caratteristiche”. Andidero lamenta la difficoltà a spiegare che la tutela sia diventata un asset dello sviluppo, pertanto in Puglia la costa è stata distanziata di 300 metri e non vi si può fare più nulla, diversamente il fronte internazionale sulla cosa, “è abituato a logiche più aggressive”.
Stefania Vicini