La fase pandemica ha portato con sé nuove priorità e ha allargato la forbice della domanda. “Si è ampliata la differenza tra domanda di massa da parte delle famiglie – ha spiegato ieri Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari nel corso del terzo Hospitality Forum 2021 – e quella del lusso, che vanno in direzioni diverse. Il secondo chiede distacco e più autonomia rispetto all’edificio (inteso come hotel), mentre la domanda delle famiglie vuole più attenzione nei confronti della propria richiesta e più interazione”. Tra le priorità generali lo studio elaborato da Scenari Immobiliari mette in luce la maggiore attenzione agli spazi che accolgono gli ospiti, i servizi che le strutture mettono a disposizione all’interno dell’hotel e meno interesse rispetto al passato per la dimensione delle camere. “C’è poi il tema – ha proseguito Zirnstein – che riguarda la flessibilità, ovvero la possibilità di rescindere dalla prenotazione in qualsiasi momento, e che rende più difficile l’organizzazione da parte dei gestori, ma che è ormai da considerare come una conditio sine qua non per la conferma”.
A livello pratico, poi, si è scoperto che a un giusto prezzo la domanda tenderebbe ad avere soggiorni più lunghi, si fa più escursionismo, non tanto perché si è diventati d’improvviso più sportivi, ma perché questa attività permette di passare più tempo all’aria aperta e offre maggiori garanzia in termini di sicurezza personale.
A livello di presenze è l’Italia centrale a soffrire di più, oltre a grandi città come Roma e Milano, anche se i viaggi per vacanze hanno recuperato più del traffico business, con un rispettivo “-50% e -68% lo scorso anno rispetto al 2019. Ci sono poi alcuni sottogruppi all’interno del turismo per lavoro particolarmente colpiti come quello della convegnistica e dei seminari che hanno raggiunto un -85%”.
Tra le tendenze che si sono consolidate è stata ricordata la necessità di qualità, la tendenza all’experience nel corso del viaggio e un’implementazione sul fronte del digitale, con una maggiore propensione al rischio rispetto ad un’offerta di prezzo mediamente più alta.
Il mercato immobiliare alberghiero ha sofferto nel 2020, con soli 1,5 miliardi di transazioni, dopo un eccezionale 2019. La spinta degli investitori è però molte forte e si prospettano due anni di forti incrementi e di nuove aperture, non solo nelle città più importanti, ma anche nelle migliori località turistiche. La vera sfida per il mercato italiano non è solo la crescita degli hotel cinque stelle (con i quali ci stiamo avvicinando alla media europea) ma gli alberghi di livello a quattro stelle per intercettare la fascia di turisti più ampia e in crescita.
Laura Dominici