“I volumi di vendita stanno andando bene, ma se avessimo più direttrici aperte sarebbe meglio”. A parlare è Alessandro Seghi, direttore commerciale Gruppo Alpitour, che traccia un primo bilancio delle vendite estive. “E’ un’estate che vive di tre momenti – spiega -: quello della conferma dell’Italia, partita in modo discreto e seguita da un bell’exploit, nonostante l’apertura ritardata di qualche struttura”. Il gruppo conferma di aver raccolto un buon riscontro sia da parte dei target individuali che dei gruppi. “Luglio e agosto hanno preso una velocità elevata e il bimestre presenta numeri migliori del 2019 (tenendo conto che anche quest’anno, come nello scorso, viene a mancare una fetta di outgoing, ndr) . – dichiara -. E’ un ritmo che si è tenuto in modo sostenuto e sta assistendo all’innalzamento delle quote medie ad agosto”. Da considerare anche una ripresa dei volumi per Grecia, Baleari e Canarie. L’aumento del valore pratica, secondo il manager, è da attribuire anche al fatto che quasi tutte le realtà alberghiere hanno un pricing dinamico e con i picchi di domanda le tariffe si adeguano automaticamente. La progressiva ripresa delle prenotazioni in area mediterranea è sostenuta dal sistema di vaccinazione che ha dato fiducia agli italiani spingendoli a muoversi. “Man mano che si semplificano le procedure per raggiungere i Paesi – assicura Seghi – c’è un’ulteriore spinta delle vendite verso l’estero”. Da un giorno per l’altro anche perché è un mercato di sotto data. Si va sempre a migliorare e c’è meno incertezza.
Speranza per gli Stati Uniti
Il direttore commerciale si dice speranzoso per nuove aperture “e la prima direttrice che ci comunicheranno diventerà subito praticabile. Investiremo per creare subito i presupposti di una programmazione aerea charter come per le Canarie a fine marzo – aggiunge -. Oggi ci immaginiamo che la prima destinazione di lungo raggio con possibilità di apertura siano gli Stati Uniti, poi vediamo interessante e probabile per quanto riguarda la gestione dei sistemi di test le Maldive, che è anche la destinazione che ha il tasso di vendite giornaliere più elevate”. Una scelta, quella delle riaperture, che è più di profilo politico che tecnico. “Noi siamo pronti a mettere in pista i voli Covid tested ma bisogna togliere le barriere” e poi il direttore fa l’esempio dell’Egitto, dove gli albergatori sono molto disponibili a modificare i loro protocolli interni, peraltro già tarati per accogliere altri Paesi, ma comunque disposti a fare sforzi ulteriori per gli italiani.
Il sentiment in adv
Intanto il sentiment in agenzia di viaggi, se lo si confronta in termini relativi a quello di qualche settimana fa è positivo: “Le agenzie iniziano ad essere quasi tutte aperte e a fare degli orari a giornata piena, vedo pratiche che entrano nel sistema anche il sabato e la domenica e ad orari particolari. C’è un indubbio recupero. Avendo solo tre destinazioni a disposizione – continua il manager – i flussi sono un po’ più contenuti rispetto al passato. Vediamo una ripresa ma non la possibilità di dare una concretezza di spessore se non aprono le destinazioni”. Negli ultimi due mesi, in particolare per gli aeroporti del Nord Italia, c’è stato un incremento delle frequenze voli su base settimanale o si assiste all’utilizzo di aeromobili con più posti volo che consentono di ottimizzare i flussi e la domanda. Per capire quanti punti vendita hanno chiuso definitivamente, Seghi spiega che “bisognerebbe capire i valori dei ristori e le prospettive che si daranno gli agenti sulla base delle direttrici operabili. Oggi per quanto riguarda il nostro gruppo registriamo un valore percentuale di codici chiusi sotto al 10%, ma bisogna tener conto che avevamo fatto una scelta di campo importante chiudendo 1300 codici alle agenzie che lavoravano poco con noi”.
Laura Dominici