La Strada del Vino del GranMonferrato: modello inclusivo di incoming

Nasce la Strada del Vino del GranMonferrato. Un progetto ambizioso che mette assieme tre Comuni e tutto ciò che ne consegue, tre enoteche, che sono Casale Monferrato, Acqui Terme e Ovada. 670 km, 108 Comuni coinvolti. Un progetto triennale di sviluppo, di cui il 2021 rappresenta l’anno zero. La volontà è quella di realizzare una strada che non sia solo un collegamento tra città e aziende, ma un viaggio, che possa estendersi ad altre aree. Come si può ben comprendere, e come attestato dagli stessi ideatori, si tratta di un lavoro enorme per amalgamare il tutto, però, “non è stato difficile grazie ai progetti già in essere, grazie alla volontà inlcusiva“. Alla base c’è un rapporto solido tra i tre sindaci. Sono 670 km collegati secondo un ragionamento utile al turismo, lontano dalle vie più trafficate, ma immersi nella natura.

Tra pacchetti turistici e promozione

Un progetto articolato anche dal punto di vista della promozione e comunicazione. E’ prevista la realizzazione di una mappa digitale e una pagina web collegata al Consorzio Granmonferrato, oltre a un piano social (Facebook e Instagram della neonata strada del vino), in quanto “la comunicazione deve essere parte del progetto, con la divulgazione di attività ed eventi secondo una regia unica”. Tra i punti di forza ci sarà un calendario eventi coordinato dalle tre enoteche regionali, il che rappresenta “un concetto importante sul quale fare squadra”, dicono gli ideatori. La traccia è stata divisa in quattro e comprende: la Strada del Grignolino, 206 km e 34 Comuni, la Strada dei Fiumi del Vino, 125 km e 18 Comuni, la Strada del Dolcetto, 108 km e 23 Comuni e la Strada degli Aromatici, 230 km e 33 Comuni. Saranno realizzate delle schede stampabili di 30 km, con indicazioni stradali in italiano ed inglese, iniziative indirizzate alla promozione ad ampio raggio, realizzazione di mappe cartacee e brochure, oltre ovviamente alla installazione della segnaletica verticale. In tutto ciò rientra la realizzazione di pacchetti di viaggio assieme ai tour operator, occasione incoming interessante anche per il turismo in bici. Per il 2021 l’intenzione è quella di promuovere il gran tour del Monferrato, che si può percorrere in bici, moto e auto. Tra le iniziative di divulgazione, oltre alla realizzazione della tovaglietta del Gran Tour, c’è anche l‘iniziativa denominata RandonnEno, in base alla quale dal 15 agosto ogni territorio viene promosso per 15 giorni da tutti gli altri, tramite una competizione all’acquisto in cantina, dove, chi ha speso di più vince il montepremi. Infine, il progetto mira anche al coinvolgimento delle scuole, in base all’idea che il progetto deve continuare ad esistere ed evolvere, grazie a nuove idee che i ragazzi possono dare in un upgrade continuo. L’idea è quella di far diventare gli studenti realizzatori dello sviluppo, seguendo le parti progettuali legate a marketing, finanza, sviluppo web e comunicazione, realizzazione di pacchetti ed eventi, ma anche la costruzione di itinerari su mappa e relativo sviluppo grafico.
L’idea dell’inclusività vuol dire anche collaborazione con le altre Strade del vino e percorsi complementari per poter valutare dei piani promozionali condivisi.

Dalle istituzioni

Dal canto suo Marco Protopapa, assessore Agricoltura, Cibo, Caccia e Pesca della regione Piemonte, lo ha messo in evidenza subito che “non è consuetudine avere un risultato così importante quando c’è una proposta di legge su una idea, di solito reste in stand by per diverso tempo. In questo caso si applica una normativa che permette ai territori di credere nel futuro, pensiamo ci sia qualcosa di nuovo sul passato – afferma Protopapa -, è un messaggio di coesione, che permette di essere propositivi, mantenendo le proprie origini e tradizioni, ma mettendole a disposizione degli altri”. 670 km e 108 Comuni coinvolti, “per mettere tutti d’accordo in un progetto simile ci vuole una grande regia, credo che la squadra creata sia esperta” dal canto suo la regione darà il suo sostegno, “pronta ad implementare le risorse che possono essere messe in campo”.

A fare la sua parte ci sarà anche la Provincia di Alessandria, come attesta il presidente Gianfranco Baldi: “Cerchiamo di supportare questo progetto ambizioso grazie ad una legge regionale e ad una squadra fatta sul territorio, si possono vedere risultati bellissimi, anche una competizione sana per valorizzare il tutto – fa presente Baldi -. Si è cercato di realizzare dei progetti per il territorio anche legati ai fondi europei. Dal canto nostro un plauso ai tre sindaci e alla regione in quanto un tale progetto non può che portare risultati positivi per il territorio”.

Un progetto a tre che non può che incontrare il favore di Gian Paolo Coscia, presidente della Camera di Commercio di Alessandria e Asti che ha visto aggregarsi due territori confinanti. Infatti, lo scorso 1° ottobre 2020 segna l’atto di nascita della nuova Camera di commercio frutto dell’accorpamento tra i due enti camerali di Alessandria e di Asti. “Simili, non uguali, con una estrema diffusione di campanilismo – osserva Coscia -, che sto cercando di eliminare e al momento tutto procede bene”, ha commentato. Dal canto loro i Comuni di Casale, Ovada e Acqui Terme hanno proceduto in modo unitario nella proposizione del prodotto vino, che “è trasversale e da parte nostra ci sarà assoluto sostegno all’iniziativa”.

Un percorso che parte da Casale arriva ad Acqui Terme e poi a Ovada. Tre territori, tre esperienze amministrative diverse, che hanno saputo comprendere che, lavorare assieme vuol dire avere un valore aggiunto. L’idea è quella di “formare un ferro di cavallo che possa arrivare fino a Tortona, che si trova vicina a questi territori, in quel momento si arriverà ad avere un progetto compiuto per la provincia”.

Tra gli aspetti interessanti emersi che possono fungere da modello operativo, è che si stanno “scambiando dei modi di lavoro, il che è un passo avanti”. Prova ne è, per esempio, il ragionamento avviato con la Strada dei Vini del Barolo, con cui è partito un confronto sin dall’inizio “con tutti gli strumenti che operano sul territorio piemontese per un progetto della strada del vino che vede le tre enoteche (Casale, Acqui Terme, Ovada) lavorare assieme. Ciò che vanno a strutturare è un qualche cosa in più per il territorio”. Un modus operandi che vuol dire lavorare assieme anche con le associazioni di categoria, “qui si vive di agricoltura, accoglienza, commercio, artigianato e la Strada del vino non è solo agricoltura, ma anche turismo, ricettività ed accoglienza”.

I commenti

A commentare e a complimentarsi per la nascita di questo progetto è Roberto Cava, presidente Alexala, che si definisce “un apprendista al servizio di un’idea nuova che sta nascendo, tutti insieme dobbiamo farlo diventare un bel prodotto turistico, enfatizzando ciò che unisce e dimenticando ciò che divide”. Dal canto suo Giulio Veggi, sindaco di Bergamasco, concorda sulla necessità di valorizzare “gli aspetti principali dei nostri territori, crediamo nella possibilità di incrementare il turismo a livello nazionale e regionale”.
“E’ la Strada del vino più lunga d’Italia – dice Federico Riboldi, sindaco di Casale Monferrato -, con una varietà che serve per attirare persone sul territorio”.
Credere ancora di più nel territorio è il messaggio lanciato da Daniele Manzone della Strada del vino del Barolo, “e in ciò che lo contraddistingue”. Manzone si sofferma sull’offerta vinicola della regione, sulla sua vocazione enoturistica. Dal canto suo è convinto dell’importanza del fare squadra, “ancora di più adesso post pandemia. La Strada del Barolo è a disposizione”, dice.

Stefania Vicini

 

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