Stop alle grandi navi a Venezia. E’ ufficiale e sarà in vigore dal 1° agosto, data a partire dalla quale le grandi navi non potranno più passare, come da tradizione, davanti a San Marco. A stabilirlo il decreto legge approvato in data 13 luglio in Consiglio dei ministri. “Il decreto legge adottato oggi (ieri per chi legge, ndr) in Consiglio dei ministri costituisce un importante passaggio per la tutela del sistema lagunare veneziano – dice la nota di Palazzo Chigi -. Queste norme intervengono nell’immediato con le cautele e i ristori necessari per mitigare l’impatto occupazionale sul settore e si affiancano al concorso di idee, il cui bando è già stato pubblicato, per la futura realizzazione e gestione di punti attracco fuori dalle aree protette della laguna con l’obiettivo di rendere compatibile l’attività croceristica con la salvaguardia paesaggistica e ambientale”. La nota ha annunciato anche che “si concluderanno i lavori di completamento del Mose e si realizzerà in tempi brevi l’Autorità della Laguna con la rinascita del Magistrato alle acque”.
Il provvedimento prevede anche risarcimenti e fondi, il Corriere della Sera parla di 157 milioni. Quanto agli approdi offshore, lo scorso 29 giugno è stato pubblicato il bando per il concorso di idee sui punti di attracco fuori dalla laguna, per conoscere il vincitore bisognerà attendere giugno del 2023. Invece, in merito al decreto, questo entrerà in vigore il giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale. E’ previsto, precisa il Corriere, il divieto di navigazione per le navi che abbiano più di 25mila tonnellate di stazza lorda, più di 180 metri di lunghezza, più di 35 metri di altezza, una produzione superiore allo 0,1% di zolfo.
Soddisfazione espressa da più parti, dal ministro per i beni e le attività culturali, Dario Franceschini, che ha ricordato la posizione dell’Unesco in merito, con la minaccia di inserire Venezia nella lista nera del patrimonio ambientale e culturale a rischio. E, invece, il provvedimento va oltre le prescrizioni dell’Unesco in quanto “stabilisce un principio inderogabile, dichiarando monumento nazionale le vie urbane d’acqua Bacino di San Marco, Canale di San Marco e Canale della Giudecca di Venezia”. Ad esprimere soddisfazione anche il presidente di Confturismo Veneto, Marco Michielli, giudicando la scelta di Marghera come “l’unica praticabile in tempi rapidi”.
La nota di Palazzo Chigi fa riferimento al Mose e all’Autorità della Laguna “con la rinascita del Magistrato alle acque”. A tal proposito il Corriere fa presente che le risorse esistono già, sono quelle “messe a disposizione per le opere paesaggistiche collegate e i progetti per l’area di Venezia previsti nel Pnrr”, come dichiarato dal ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile, Enrico Giovannini. Si tratta di “80 milioni di euro cui si aggiungono 90 milioni per l’elettrificazione delle banchine”. Il dato interessante di Clia – citato dal Corriere – è che le grandi navi, prima della pandemia, contribuivano al 3% del Pil di Venezia, con 150 milioni di euro l’anno e 4mila posti di lavoro.