E’ del mese scorso la bozza di decreto che il ministero del Turismo ha inviato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per riformare la figura del direttore tecnico. Nel documento sono stati previsti i requisiti professionali minimi (livello di conoscenza di due lingue straniere, buone conoscenze di geografia, diploma di istruzione secondaria di secondo grado, competenze di legislazione e tecnica turistica, amministrazione e organizzazione delle agenzie di viaggi etc), mentre alle regioni è stato demandato un elenco di attività: fare la mappatura della situazione esistente; valutare come adeguare eventuali gap e avere la possibilità di aggiungere eventuali requisiti.
Per Gabriele Milani, direttore nazionale di Fto, sono evidenti da subito alcune criticità: “Innanzi tutto non essersi consultati con le associazioni di categoria su una figura professionale centrale per la categoria – dichiara il manager -, poi c’è il discorso di attivare un oneroso e complesso processo di verifica sui direttori tecnici esistenti e di successivo intervento sulle eventuali lacune”. Inoltre, secondo Milani, demandare alle regioni questi processi e soprattutto la possibilità di integrare i requisiti significa per venti regioni gestire venti situazioni diverse.
Gianni Rebecchi, presidente Assoviaggi Confesercenti, conferma: “Riteniamo fondamentale per questa riforma che sia avviato un percorso condiviso dove siano coinvolte le associazioni di categoria. Due i passaggi che riteniamo fondamentali per un percorso con regole certe e chiare – prosegue -: in primis che vengano definiti requisiti professionali validi su tutto il territorio nazionale e orientati ad un vero riordino, senza lasciare spazio a libere interpretazioni delle regioni nel legiferare in modo diverso da un territorio all’altro del nostro Paese; non possiamo più permetterci la giungla normativa di oggi . Poi le figure professionali dei direttori tecnici abilitati e riconosciute sino ad oggi, non dovranno subire richieste di aggiornamenti da parte delle regioni con ulteriori requisiti o gabelle esiziali”
Fto intanto è intervenuta per bloccare il processo, anche con il supporto stesso delle regioni con cui il decreto è stato condiviso per essere successivamente approvato in Conferenza Stato-Regioni.
“Abbiamo subito richiesto di essere ascoltati al ministero – sottolinea Milani – e un primissimo risultato è che nelle nuove bozze che stanno girando si salvaguardano tutti i titoli esistenti senza necessità di nuove mappature o altro”.
Nella riunione interassociativa è stata inoltre condivisa la necessità di scrivere formalmente al ministero e alla Conferenza delle Regioni richiedendo di condividere i prossimi documenti, e definire un percorso comune per avere uniformità anche nei provvedimenti applicativi regionali. Le associazioni hanno condiviso la necessità di trovare una proposta di categoria che tenga conto della storia, della situazione esistente ma soprattutto sia utile al futuro della categoria.
“Per trovare la sintesi si deve provare a dare una risposta ad una serie di domande – sottolinea Fto – dalle responsabilità personali del direttore tecnico a come rendere efficace una barriera all’ingresso per il nostro settore, da come far percepire e comunicare al cliente finale questo valore aggiunto per fare la differenza e guadagnare quote di mercato a come regolamentare la presenza di filiali, associazioni in partecipazione, consulenti di viaggio ed eventualmente prevedere un albo nazionale”. Tra le questioni da dirimere, anche chi sarà responsabile dei controlli di presenza del direttore tecnico; come fare per le agenzie online, che per definizione hanno copertura nazionale e non una sede fisica aperta al pubblico; come tener conto della posizione contraria dell’Agcom e della assenza della figura negli altri Paesi europei.
“Il vero rischio da non correre è di peggiorare la situazione esistente – avverte Milani – già decisamente molto negativa per la nostra categoria. Altri costi sarebbero insostenibili in questo momento”. E conclude: “Ci sono a nostro avviso due strade percorribili: mantenere più o meno lo stato di fatto, limitando i rischi di maggiori oneri e complessità e fare un serio e profondo pensiero evoluto provando a prevedere il futuro. Per fare questo però serve tempo e una necessaria e adeguata condivisione con i propri associati. E sono sicuro che le associazioni di tempo ora non ne hanno abbastanza. Ci sono tante altre priorità da gestire: contributi nazionali e regionali, nuove norme su green pass, corridoi, voucher, ammortizzatori, crediti imposta, Pnrr, merito di credito, finanziamenti, bonus vacanza e via dicendo. Ci auguriamo infine che si faccia un salto di qualità nel non perdersi in post facebook privi di fondamento, che aggiungono ulteriori preoccupazioni e danno disinformazione”.
Laura Dominici