Secondo una ricerca condotta dall’Isnart il turismo religioso risulta pesare sull’economia nazionale l’1,5% sul totale dei flussi turistici, di cui il 2% sulla domanda internazionale e l’1,1% sui turisti italiani per un totale di 5,6 milioni di presenze turistiche.
Una realtà economica, quella del turismo religioso, importante e che, come è stato causa la pandemia per tutti gli ambiti, ha conosciuto passaggi difficoltosi.
E il turismo religioso sarà uno dei temi al centro della prossima edizione di Koinè, la Rassegna internazionale di arredi, oggetti liturgici e componenti per l’edilizia di culto organizzata da Ieg – Italian Exibition Group dal 24 al 26 ottobre prossimi nel quartiere fieristico di Vicenza, in tutta sicurezza.
È di questi giorni la notizia che Ieg – da settembre – chiederà ad aziende, visitatori, fornitori, oltre che ai propri dipendenti, di esibire il Green Pass (o titolo equivalente) per poter accedere alle strutture fieristiche; un’ulteriore misura preventiva a tutela della salute collettiva che arriva dopo aver messo a punto il protocollo #Safebusiness (aprile 2020) e avervi dato seguito con iniziative mirate alla sicurezza sanitaria.
Koinè 2021 ha particolare rilevanza perché per la prima volta visitatori, aziende e operatori del culto si ritroveranno, dopo la pandemia, per riprendere un dialogo e un percorso comune capace di incidere positivamente al rilancio del settore e portare un contributo importante alla ripresa dell’economia italiana. Koinè si colloca in un momento temporale strategico e l’adesione all’evento di numerose aziende protagoniste di questa filiera ne testimonia l’attenzione in vista degli ordini legati a cerimonie e attività liturgiche di fine anno.
“Da Koinè siamo certi arriverà quell’impulso che rimetterà in moto la macchina del turismo e della solidarietà- afferma Fabio Rocchi, presidente dell’Associazione Ospitalità Religiosa Italiana -. La macchina che muove il turismo religioso riparte questa estate dai soggiorni nelle case di ospitalità per singoli e famiglie; i gruppi cominciano a muoversi, ma con cautela per il continuo modificarsi delle normative. La ripartenza del turismo religioso significa rimettere in moto la macchina della solidarietà. Non dimentichiamoci – conclude Rocchi – che gli introiti delle accoglienze religiose sono destinati in parte a sostenere Caritas, assistenza per gli Ultimi e Missioni nel Terzo Mondo”.