Dietro le quinte: le low cost, Enac e i posti a bordo visti dalle adv

Non molto tempo fa non si sentivano chiamate in causa dal provvedimento dell’Enac volto a garantire l’assegnazione gratuita dei posti a sedere ai minori e alle persone a mobilità ridotta vicino ai loro genitori e/o accompagnatori, ma viceversa allineate alle disposizioni vigenti. Eppure le low cost sono finite nel mirino dell’ente perché continuavano a far pagare supplementi.

Tra botta e risposta che hanno tenuto banco durante l’estate, pare che in agenzia non ci siano stati particolari conseguenze nella vendita dei voli a basso prezzo: “Da parte nostra o da parte della richiesta della clientela sinceramente no – afferma Diego Viganò di Proposta Viaggi -. Chi viaggia low cost vuole risparmiare, tutto il resto è abbastanza relativo e mette già in preventivo qualche problematica. Se invece intendiamo i costi in aggiunta sulla richiesta della pre-assegnazione dei posti a sedere – specifica Viganò -, altra invenzione per recuperare fatturato, e la problematica delle assegnazioni per disabili o bambini gratuita al fianco dei genitori, dovrebbero averla sistemato ormai un po’ tutte le compagnie”. Per quel che riguarda l’agenzia “molti problemi si sono evidenziati con Wizz Air e Volotea: tantissime variazioni dell’orario di partenza o cancellazioni dell’ultimo minuto.  Addirittura con Wizz Air si è assistito alla cancellazione del volo Milano-Olbia dopo che il cliente aveva già fatto il check-in in aeroporto: quest’ultimo ha ricevuto un semplice sms sul telefonino quando era già seduto in sala di attesa per l’imbarco. Direi abbastanza comico”.

Il potere dei vettori a basso costo

Sulla stessa linea Francesca Bedei, general manager Millepiedi Viaggi: “Non abbiamo rilevato ripercussioni nelle vendite di low cost, anzi, poiché il traffico aereo attualmente è  prevalentemente domestico e/o europeo, sono le low cost a farla da padrone!”. La general manager aggiunge: “Onestamente noi cerchiamo sempre di inserire l’assegnazione posti a pagamento per evitare spiacevoli sorprese. In alcuni casi, però – sottolinea Bedei -, ho notato che, in mancanza di pre-assegnazione, al momento del check-in vengono rispettati i posti vicini su stesso Pnr”.

“Noi le low cost le stiamo vendendo dai portali delle compagnie con l’account intestato all’agenzia – commenta Manuela Borsotti di Camuna Viaggi – e finora non abbiamo registrato alcun problema; operazioni che, invece, non si possono fare dagli aggregatori, perché costano in media 7 euro in più a tratta”. In sostanza secondo Borsotti i posti “vengono assegnati tranquillamente, con il rispetto delle regole; se per caso ci sono problemi basta chiamare la compagnia che sistema il tutto”. “Ho l’impressione che le low cost abbiano preso il sopravvento anche sulle compagnie di linea – osserva Amanda Barbagallo di Amamondo Viaggi -, in particolar modo in questo periodo estivo, in un momento in cui la linea arranca e la nostra compagnia di bandiera avvia un cambio così importante”. Barbagallo va oltre: “Ormai siamo abituati a sentire che compagnie low cost ricevono sanzioni smisurate, ma ciò sembra non incidere né sulla loro operatività, né sulle tariffe e ancor di più nella percezione del cliente che infine sceglie più per opportunità che per etica”. Nella quotidianità, per i minori “ho sempre comprato il posto a sedere proprio per evitare questo problema – specifica Barbagallo -, e quando si chiede a un cliente in fase di acquisto qualche euro in più per un posto a sedere a fronte di un problema serio a bordo nessuno si tira indietro nel mio caso. Sarà anche in questo il valore della consulenza?”, si domanda Barbagallo. Per i disabili la manager non ha mai registrato problemi: “In quello sono tutti attenti a mio avviso”.

Secondo Mimmo Cristofaro, presidente Travelmatic srl, è impossibile quantificare l’impatto delle decisioni di Enac “poichè la maggior parte del traffico low cost si concretizza direttamente sui siti dei vettori e sfugge ai controlli possibili sui vettori Iata”.

L’identikit del viaggiatore

Il presidente traccia un profilo del viaggiatore low cost che si rivolge alle agenzie: “Ci sono tre tipi: il dipendente aziendale che viaggia per lavoro, il privato che non ha tempo per cercare, confermare, pagare, fare check-in, ecc. ed è disposto a pagare per questo servizio, sempre meno – evidenzia Cristofaro – e infine il privato che non sa districarsi su Internet o non ha carta di credito per pagare. Si tratta in  ogni caso di numeri poco significativi rispetto al traffico b2c dei vettori”. A detta del presidente ci si augura che “almeno per minori e disabili le promesse vengano rispettate, ma i vettori low cost hanno carta bianca e posso fare e disfare quel che vogliono”. Cristofaro fa un esempio concreto: “Ultimo caso di un vettore che dopo aver acquistato il biglietto con supplemento bagaglio, all’atto del check-in dichiara che non ci sono posti disponibili assegnati dalla compagnia gratuitamente. Conclusione: obbligo di pagare un supplemento di 12-13 euro per tratta, altrimenti il check-in non può essere completato. Un’azione legale per queste rivendicazioni  sarebbe insostenibile e quindi si subisce – chiarisce Cristofaro -. I vettori low cost possono fare il bello e cattivo tempo fino al punto in cui alcuni, anche con toni minacciosi, possono cancellare biglietti emessi e pagati con la carta di credito dell’agenzia. Negli Usa una condotta del genere sarebbe inaccettabile – spiega – e il vettore fatto fuori in una settimana. La Ue e per l’Italia l’Enac dovrebbero sorvegliare meglio certe condotte vessatorie”.

Nicoletta Somma

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