Aci blueteam: se le aziende non viaggiano limitano il business

L’autovettura nel circuito è sempre la stessa Blueteam, con l’acquisizione (al 100%, ndr) da parte del Gruppo Aci, c’è stata la messa a punto della macchina. Ora è pronta ad uscire dai box e ad entrare in pista. Viene descritta così da Blueteam l’operazione di acquisizione messa in atto dal Gruppo Aci, che non è nuovo al mondo del turismo ed ha deciso di investire nella Tmc una volta dismessa la partecipazione societaria in Bcd Italia, di cui deteneva più della maggioranza. Oltre a questo vi erano altri progetti nel mondo del travel, in cui ha sempre dimostrato di avere una presenza pionieristica. Ora Aci nel travel ha Blueteam, che, non solo ha conservato il suo Dna, ma “proprio per il suo Dna è stata scelta – dichiara a Guida Viaggi Piergiulio Donzelli, direttore generale Aci Blueteam -. La nostra non è una realtà nuova, se non con una proprietà diversa ed Aci ha individuato noi come realtà per tutta una serie di motivi, come i servizi ai clienti, l’attenzione, la dedizione, la capacità trasversale di coprire tanti ambiti”.
Sul fronte distributivo porta in dote un gruppo di 48 adv partner e 9 di proprietà. E’ un numero volutamente limitato, spiega Donzelli, in quanto “l’obiettivo è mantenere una numerica di punti vendita che permetta loro di avere accesso a strumenti, servizi ed alle prime linee di Bluteam”. E questo perché, a detta del manager, “un network per dare valore aggiunto ai punti vendita deve lavorare solo sull’eccellenza e noi abbiamo deciso di portare avanti questo principio anche verso le adv”.

Nulla cambia, roadmap confermata

Nulla cambia in termini di management, tutto confermato, così come la struttura operativa, commerciale, il che “segna una continuità della policy e una conferma della roadmap”. L’ingresso nel mondo Aci ha dato l’opportunità di rinforzare alcune aree, dove è stato valutato che necessitassero di un’ulteriore accelerazione. Uno di questi ambiti è la tecnologia, che ha visto anche l’introduzione di un nuovo rappresentante di area per lo sviluppo. “Abbiamo fatto un ulteriore salto di qualità”, fa presente il manager, che ha interessato anche altre aree, quali quella amministrativa o del controllo di gestione.

L’operazione di acquisizione è stata finalizzata nei primi giorni di febbraio 2020. Pre-Covid quindi. La pandemia ha comportato una rivisitazioni dei piani? A detta di Donzelli non vi sono stati significativi cambiamenti, certo “ad oggi non abbiamo ancora messo a terra i cavalli della autovettura, è il contesto che lo impedisce”, asserisce il manager, però si stanno valutando una serie di attività, c’è stata anche la creazione del primo catalogo. Nessun immobilismo quindi, anzi, la presenza di Aci è quella di “un socio importante che ha permesso di portare avanti gli investimenti anche in un momento difficile”. Diversi gli ambiti, da quello delle certificazioni alla formazione, ai progetti di tipo tecnologico.
Blueteam, dal canto suo, è più conosciuta per l’attività di business travel, il suo cavallo di battaglia, poi se si guarda un dato emerge che 40 persone sono preposte alla vendita del travel e 45 dei servizi Mice. Il che dimostra la crescita del fronte leisure. In termini percentuali il bt ha un peso del 60%, il 20% è leisure ed altrettanto lo è il Mice, due ambiti su cui sono stati fatti diversi investimenti.

Il Travel safe

Tra le mosse figlie dei tempi è stato creato un reparto dedicato alle aree informative per gli spostamenti, “siamo stati scelti da Il Sole-24 Ore per fornire ai loro abbonati questo tipo di servizio, che fornisce le risposte a tutte le domande sulle difficoltà di spostamento”. Il suo nome è Travel safe. “E’ operativo per le nostre aziende, anticipando i bisogni evidenziati in modo sempre più significativo e per il privato, che necessita di un livello di informazione che, a volte, si fa fatica a trovare anche nei siti preposti, in quanto di difficile comprensione”.
Parlando del fronte distributivo alla domanda su quale insegnamento abbia lasciato la pandemia al settore, il manager sostiene che il Covid abbia rafforzato “l’esigenza di servizio, qualunque adv dirà che era meglio prima, ma chi avrà la forza, la capacità e la fortuna di esserci domani e saprà porsi come valore aggiunto e non come colui che inoltra una mail e consegna documenti di viaggio, potrà avere grandi opportunità – afferma convinto -. Da qui l’esigenza di continuare sul fronte della formazione per dare valore aggiunto, ciò che il cliente paga e il nostro valore aggiunto non deve essere la fee”.

L’ombra straniera

“La natura in generale non rispetta il vuoto”. Donzelli risponde con una massima quando gli chiediamo se effettivamente il nostro settore stia rischiando di cadere in mani straniere se ristori e incentivi non dovessero arrivare per assicurare una ripartenza al comparto. Cosa vuol dire? E’ presto detto: “Se il turismo organizzato dovesse vedere aggravarsi la situazione di crisi, visto che le nostre aziende sono 18 mesi che non fatturano, con costi non compensati dai ristori, se non sostenute, qualcuno arriverà dall’estero“, riconosce il manager. C’è poi da considerare però che il nostro “è un Paese ambito, prova ne è il settore immobiliare degli alberghi di lusso, pertanto possiamo aspettarci la stessa cosa per il turismo organizzato”. Ecco perchè “è importante la riapertura, lo è per il business delle aziende, perchè quelle che non viaggiano limitano la loro capacità produttiva”. La riapertura dei corridoi, la rinnovata possibilità di muoversi sono una opportunità per il turismo organizzato, ma non solo, anche per tutta l’economia del Paese. Sul fronte bt “gli eventi stanno avendo una buona ripresa, c’è fermento, ma stiamo parlando di eventi in Italia, non all’estero”.

Stefania Vicini

 

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