Dai villaggi a Baobab, il passo lungo di TH Group

Sono stati mesi pesanti per tutti quelli della pandemia tra chiusure e riaperture, finanziariamente onerosi anche per TH Resorts, mesi che hanno richiesto un sacrificio finanziario prolungato da parte degli azionisti, vista la decisione di aprire tutti i villaggi e dare continuità di lavoro al personale. Anche per questo è più che mai tempo di mettere a frutto idee e professionalità per “pensare in grande”, come ha sottolineato l’a.d. Giuliano Gaiba. Da qui il progetto di diventare “un nuovo player globale nel turismo” e ambire alla leadership del mercato in 5 anni raggiungendo 400-500 milioni di euro di fatturato. Un traguardo che il piano industriale precedente avrebbe volentieri anticipato, ma visti i tempi ha dovuto – “obtorto collo” – rimandare.

La conquista di mercato nuovo

Come ce la farà in un’arena famelica di aziende che bramano visibilità, partnership esclusive o quantomeno continuative e soprattutto quote di mercato e utili? A detta dell’a.d. non si tratta di erodere share, ma “di trovare mercato nuovo”. E tutto questo avverrà sotto il cappello di TH Group. Intanto all’anima alberghiera, la colonna portante (composta da TH Resorts), è stato chiesto un raddoppio dei numeri (da 30 a 60 strutture) per conquistare 200 milioni di fatturato e potrebbe avvenire attraverso una crescita per linee esterne (“stiamo valutando l’acquisizione di una società “, ha riferito l’a.d. a margine della presentazione di ieri a Rimini). Altri elementi che rafforzeranno la linea hospitality saranno la prossima gestione di villaggi, che avranno una propria linea di sviluppo, e un percorso di crescita anche per lo storico marchio Tci, d’intesa con la proprietà.

Il tour operating

L’altra metà dello sforzo per arrivare a 400 milioni (per restare cauti, ndr) dovrà farla la parte tour operating. Così a Markando si affianca il brand generalista Baobab, che porta in dote da Eden Viaggi Alessandro Gandola, nominato direttore della business unit t.o. generalista e a sua volta coadiuvato da altre tre professionalità conosciute e che hanno lavorato a stretto contatto con lui a Pesaro.

“Un nome semplice – ha commentato Gandola – che richiama mete esotiche ed è un albero con solide radici e vuole crescere in modo importante. Il mercato generalista è dominante nel b2b2c e il nostro impegno è intercettarlo”. Lo farà da quando, a partire da novembre, aprirà le vendite per Egitto (Sharm e Marsa Alam) con charter e poi su Baleari e Canarie (“dove la programmazione è a buon punto”). Il prodotto includerà anche Caraibi, Africa e Oceano Indiano nel lungo raggio.

Un perimetro ampio

“La strategia – ha dichiarato il direttore centrale commerciale, marketing e It TH Group Stefano Maria Simei – è aumentare l’offerta complessiva abbracciando un perimetro più ampio e inclusivo di tutte le esigenze di viaggio odierne. È una riorganizzazione importante, ma che non snatura il nostro business, nata ascoltando il mercato con la volontà di cambiare per crescere”. In TH nel pieno della stagione estiva lavorano 4.000 persone, indotto incluso, nei tre segmenti mare, montagna e urban, con una media di personale locale intorno all’80%.

“Il 15 ottobre aprirà il TH Roma, seguiranno a partire dalla prossima estate nuove acquisizioni, in particolare in Sardegna e Sicilia e quindi si apriranno nuove posizioni di lavoro – ha sostenuto Lorenzo Bighin, direttore centrale operations e risorse umane TH Group -. Stiamo lavorando per rendere il brand TH sempre più appealing, per attrarre talenti da far crescere nel settore, depotenziato da una grave mancanza di prospettiva”.

Il rinnovamento dell’azienda è passato da una revisione e snellimento dei processi.  “I risultati – ha raccontato Paolo Debellini, responsabile ricerca & innovazione TH Group – sono stati un miglioramento della customer experience e l’ottimizzazione dei processi interni. In azienda l’obiettivo è quello di avere una customer experience sempre più personalizzata, anche attraverso lo sviluppo di una suite di prodotti per tutto il mondo trade e una continua ottimizzazione di tutti quei processi in cui la presenza di un operatore umano non porta alcun valore aggiunto”. Secondo i manager in azienda sono arrivati tanti riscontri positivi dal trade e ora non resta che aspettare la conversione in pratiche.

Laura Dominici

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