Fiavet Emilia Romagna e Marche: le sei istanze per il settore

Lo ha definito un consiglio direttivo “eccezionale”, Massimo Caravita, presidente Fiavet Emilia Romagna e Marche, quello che si è svolto questa mattina. Un po’ perché è avvenuto in presenza, “dopo tanto tempo, il che non è scontato, e una parte non presente, era in ascolto da remoto, il che dà fiducia per la ripartenza del settore”, ma anche perché è stato un consiglio direttivo “aperto”. Conseguenza di quella che è la filosofia della associazione interregionale che Caravita definisce “molto democratica”, optando per un coinvolgimento degli associati in continuità con lo spirito del pass president. “L’inclusività di tutte le voci e visioni è un arricchimento della associazione, da qui il consiglio direttivo aperto ad adv, figure del settore turistico, personalità del mondo associativo”.

Luce in fondo al tunnel ancora lontana

Un incontro che è stata l’occasione per fare il punto su cosa è stato e su cosa sarà il settore, partendo dalla eredità lasciata da questi “20 mesi di stop – come ricorda Caravita -, di crisi nera, forse ora c’è una luce fuori dal tunnel, ma è molto lontana. In questo periodo abbiamo imparato ad avere dimestichezza con le date”. Il presidente ricorda, e non poteva essere altrimenti, quella del 23 febbraio 2020, quando tutto è iniziato. Adesso c’è quella di oggi, 15 ottobre, che segna l’obbligo del green pass negli uffici e nei luoghi di lavoro, poi ci sono quelle del 26, del 31 ottobre, del 31 dicembre che “segnano la fase dell’ultimo baluardo per proteggere le nostre aziende con gli ammortizzatori sociali, si deve vedere cosa succederà e poi…”. Chiede il manager. Il dato di fatto è che “il nostro non è un settore che ha superato la crisi, è in profonda crisi”. Ci si domanda se ci sia veramente la ripresa. La risposta che Caravita dà è che “la ripresa non c’è per noi, è molto lontana ancora da venire. La panacea dei corridoi è un aspetto minimale, anche se sono importanti, perché abbiamo bisogno del mondo outgoing e incoming”. Su quest’ultimo ambito le istituzioni “sono confuse, per non dire assenti, hanno sempre vituperato la nostra attività outgoing”, però il presidente porta l’attenzione sul fatto che le adv incoming “sono ferme”, come già espresso in altre interviste, ribadisce il concetto, così come è fermo il congressuale. “I dipendenti sono preoccupati”.

Le urgenze

Durante il consiglio direttivo Caravita si è soffermato sul confronto tra una indagine fatta tre giorni fa da Confcommercio sul sentiment della ripresa e dell’uscita dalla crisi nei prossimi mesi. Il campione preso in esame è fatto di imprese e famiglie. La ricerca è stata confrontata con i risultati della survey sul sentiment delle adv affilate alla associazione, cioè le aziende in Emilia Romagna e delle Marche, mettendo in evidenza i punti di differenziazione e le convergenze. Uno spunto di riflessione ulteriore sul momento contingente, che ha visto l’intervento di diversi consiglieri della associazione che hanno posto l’attenzione su più urgenze, la cassa integrazione in scadenza, la perdita di professionalità difficili da sostituire dopo tanti anni di lavoro. La necessità di mostrare una attenzione più mirata al settore del turismo in tutte quelle che sono le sue specificità, a partire dalla differenza tra un codice Ateco e l’altro. C’è chi ha messo in luce il problema degli autisti dei bus e delle conseguenze che ci saranno per il settore dei gruppi. La necessità di parlare al governo in modo univoco per presentare tutte le istanze del settore, per dare una visione globale delle problematiche e ancora la gestione del personale, i pensionamenti. Sono solo alcuni dei temi di cui si è dibattuto oggi e che sono stati raccolti nel Manifesto di Fiavet Emilia Romagna e Marche, che riassume in 6 punti le richieste del settore al governo: apertura corridoi turistici, sostegno al lavoro, sostegni alle imprese, accesso al credito, innalzamento della capacità di carico dei bus Ncc, trasporto aereo. Queste sono le sei istanze presentate alle istituzioni per salvare e rilanciare il comparto. “Per chiedere supporto in modo che l’attenzione non cali e resti alta sul nostro comparto del turismo organizzato – dice Caravita -. Abbiamo avuto un’ampia adesione, il che mi conforta e mi porta a pensare che forse non è così difficile parlare con dei parlamentari, difficile è essere ascoltati”. Il Manifesto, come espresso oggi, ha avuto il sostegno di diversi esponenti politici, ha raccolto promesse e consensi da più parti, anche istituzionali oltre che di settore. Ora dalle parole si deve (solo) passare ai fatti.

Stefania Vicini

Tags: ,

Potrebbe interessarti