Guardare al futuro in modo positivo, guardare con occhi e da angolazioni diverse ciò che abbiamo davanti. Questo l’obiettivo del convegno organizzato da Fiavet Emilia Romagna e Marche che si è tenuto al termine del consiglio direttivo che si è svolto lo scorso 15 ottobre. “Da dove ripartono le agenzie di viaggio? Come vincere la sfida della ripartenza tra innovazione e tradizione”. Questo il titolo e filo conduttore della tavola rotonda che ha dato alcuni spunti nuovi al settore delle adv, stimolando a guardare anche a innovativi modelli di business, ma non solo, anche a nuove opportunità, all’acquisizione di nuove skill e approcci virtuosi di business. “Il futuro ci deve essere e ci sarà, non è messo in discussione il nostro comparto – ha detto il presidente Massimo Caravita, moderando l’incontro -. Però, deve adeguarsi ai tempi moderni, tra innovazione e tradizione, appunto”.
Il modello vincente delle startup
La voce dell’innovazione è quella di Karin Venneri, presidente Startup Turismo, ad oggi oltre 100 associati, che ha presenziato, lanciando il suo messaggio alle adv, presenti o non presenti in sala. “Il nostro settore mette a dura prova chi non è tecnologico, tempo cinque anni e sei fuori dal mercato”, dice molto chiaramente. Dal canto loro le startup sono “strutture agili, che si mettono in discussione, si interrogano su ciò che è giusto e sbagliato”, da qui il suggerimento a “prenderle come esempio in questo momento storico. Di solito sono le startup che prendono come esempio le aziende, vedono cosa funziona bene e cosa no e si comportano di conseguenza”. Tanti unicorni sono nati anche copiando modelli che c’erano. Quello che potrebbero fare le adv è questo, prendere a modello le startup.
Cosa fare?
A detta di Venneri si deve “ripensare il modello di sostenibilità economica delle adv, comprendere che l’asset che hanno è il know how, sono le competenze del territorio, del prodotto, del cliente”. C’è però da considerare che “le modalità cambiano, le Ota sono i competitor che mettono a dura prova il comparto agenziale, da qui la spinta ad usare tutti gli strumenti e a pensare a come integrare il know how per gestire il nuovo cliente”. Il suggerimento è quello di “ripensare una struttura flessibile, agile, anche dal punto di vista dei costi, l’obiettivo è crescere ed investire, non stare in piedi”. Venneri lo ha voluto sottolineare chiaramente, il suo è “uno spunto di riflessione, però se non lo si fa ora si rischia di pagarlo”. L’aspetto interessante è che nella associazione “ci sono già dei modelli di ripensamento del come fare l’adv e l’associazione potrebbe essere l’analista per capire quando siamo pronti o meno”, ribadendo l’idea di “copiare le startup che funzionano con tanta tecnologia chiavi in mano”.
La digitalizzazione è una opportunità
Questo uno degli spunti che sono stati dati al canale agenziale, con l’intento, anche di fare comprendere che “la digitalizzazione non è una minaccia – dice Caravita -, ma una opportunità. Bisogna avere occhi nuovi per vedere sempre la stessa fotografia”. Per questo il manager ha voluto aprire una finestra su questo mondo, al quale a suo avviso “si deve guardare” per una pluralità di aspetti, “per la tecnologia, per la fantasia, per l’importanza di mettere assieme idee in modo interessante per le adv”. Un mondo dove trovare ispirazione o dove conoscere fornitori per aprire nuovi business. “Queste fusion sono importanti, adv e t.o. devono capire che ci sono anche queste cose non solo i flussi in aeroporto”, ammonisce il manager. Da qui lo sprone ad ampliare gli orizzonti, “guardiamo al turismo sostenibile, outdoor, abbracciamo nuovi modi di vedere le cose per quando si ripartirà, per non ripartire con le stesse ricette di prima, altrimenti ci si ritroverà zoppi e indietro, o si uscirà dalla gara o si farà una fatica enorme”.
Caravita recentemente è diventato consigliere nazionale della Associazione Startup Travel, realtà nata qualche anno fa. I consiglieri sono sette, l’apporto che il manager vuole dare è quello di mettere a disposizione le sue competenze, “essendo io stesso fondatore di una startup, ho conosciuto questa associazione e mi ci sono avvicinato sempre di più”. Un mondo in cui crede e dove sta trovando spunti interessanti. Cosa si può imparare dalle startup? Il manager fa l’esempio della statistica predittiva, un aspetto importante, ma non ancora considerato nel comparto. “Nel turismo mancano i dati – afferma -, ne abbiamo bisogno come il pane, per questo non si fa programmazione e progettazione”.
Stefania Vicini