Il turismo non è fatto di aziende on/off

Il turismo è una creatura strana. Ha tante sfaccettature. E’ formato da numerose nicchie, ha le sue regole, ma questo è normale, il fatto è che ogni comparto ha le sue. Necessita di programmazione, ma per ripartire ha bisogno dei suoi tempi, non è come altre realtà che, una volta aperto, possono già vedere i risultati, ha bisogno di mesi per recuperare quanto ha perso causa pandemia. E’ formato da più attori, che da sempre hanno avuto difficoltà a porsi in modo univoco nell’avanzare le proprie richieste al governo, ma che ora lo stanno facendo in virtù di quel 13% del Pil (che poi considerando l’indotto sappiamo tutti essere di più, ndr) che merita rispetto ed attenzione. Insomma è una realtà complessa, o forse sarebbe più giusto dire articolata, un animale felice se lasciato libero di esprimersi tra viaggi e confini valicati, ma che ora è decisamente ferito, ma è anche impaurito e dubbioso.

Cassa integrazione e professionalità perse

“Ci sono tante attività che riaprono, fatturano e fanno incassi, ma per noi non è così, prima di arrivare alla normalità passeranno tanti mesi”. Ad affermarlo il vicepresidente Fiavet Emilia Romagna e Marche, Giovannino Montanari, intervenuto durante il recente consiglio direttivo della associazione. Numeri alla mano, Montanari snocciola quelle che sono le cifre e cioè: “Ho avuto un calo dell’82% nel 2020 e del 60/65% nel 2021. Ho 15 dipendenti, il 22 ottobre finisce la cassa integrazione, ho sentito membri del governo che pare abbiano detto che ce la daranno ancora”.

Montanari pone l’accento su un altro tema molto dolente, che è la perdita delle professionalità dopo tanti anni di lavoro. Ha dipendenti con 30-35 anni di esperienza, “professionisti che non è facile sostituire”, afferma.

Qual è la sua ricetta? “Provare per alcuni mesi nel 2022 a passare dalle 8 alle 6 ore lavorative, almeno fino a Pasqua”. In questo modo spera nel 2022 di arrivare al 75/80% di fatturato, se così fosse, sarebbe contento, ammette. “Il costo maggiore è quello del personale, quindi ridurre l’orario può permettere di sperare che con il 70/80% di fatturato si possa arrivare ad un bilancio attivo”.

Quota 90

Secondo Andrea Babbi, consigliere Fiavet Emilia Romagna e Marche, è importante “comprendere la diversità tra un codice Ateco e l’altro”. Anche Babbi nel suo intervento parte dai numeri, perché sono la concreta dimostrazione dell’impatto che ha avuto la pandemia sulle imprese. Due anni fa aveva due adv e 18 dipendenti. Oggi ha una adv e 9 dipendenti. E’ anche vero che, come lui stesso dice, il fronte delle adv era da tempo sotto osservazione, “vivevano già una situazione di ripensamento, questi due anni sono stati un acceleratore”. C’è chi gli ha fatto presente che c’è anche un problema di tenuta psicologica con cui dover fare i conti. Infatti “l’incertezza è ciò che più disarma, a noi serve qualche elemento di certezza in più – afferma -, non si può dare la cassa integrazione all’ultimo momento, c’è una crisi strutturale. Per i prossimi sei mesi ci vuole la certezza di una possibilità di cassa integrazione per chi la vuole utilizzare”.

Quanto ai ristori per il 2022 si dovranno immaginare “dei meccanismi” dice Babbi, che affronta anche il tema del rinnovamento della struttura, “occorre un ricambio, scivoli per chi va verso la pensione, per noi ci deve essere la quota 90 – afferma -, così si può dare serenità e ritrovare le energie”. Anche Babbi mette in luce il rischio di perdita delle competenze, per questo “bisogna trovare il modo per continuare a dare un contributo anche se in pensione, ci vorrebbe un po’ di fantasia a livello legislativo”.

Mancano autisti di bus

A fornire la sua testimonianza Fabio Fabbri, Vivara Viaggi, oggi ha 4 dipendenti, ne aveva 11 prima di questi 20 mesi di crisi. A suo dire la pandemia ha cambiato il settore. Fabbri pone l’accento su una categoria, quella degli autisti di bus, “stanno diventando merce rara – dice -, sul fronte dei gruppi ci saranno dei problemi per i t.o. per l’assenza di personale”. Lui si occupa di incoming in Emilia Romagna, in questa fase sta cercando “stabilità a seguito proprio di questa incertezza legata al mondo dei gruppi”.

Serve coesione

Un invito all’agire uniti, alla coesione. A lanciarlo Paolo Mazzola, pass presidente della associazione e ora consigliere, che definisce questo momento “un periodo di transizione, ma il turismo sopravviverà e forse sarà migliore, perché la gente si muoverà di più, ma i servizi che diamo dobbiamo vedere come li andremo a inserire in questo sviluppo”. A suo dire si deve parlare come settore, si deve “ritrovare lo spirito di una volta per dare gli imput necessari. Affrontare il settore nel suo complesso è compito delle associazioni per andare al governo e parlare in modo univoco, ma se il governo una volta incontra i trasporti, un’altra gli albergatori non ha una visione globale delle problematiche, invece tutti assieme riusciamo a far andare avanti la macchina”. A dare risposta a Mazzola sul tema della voce univoca Gianni Indino, vicepresidente Confcommercio Emilia Romagna con delega al turismo, che ha posto l’accento sulla attività svolta dalla Consulta del turismo, “dove ci ritroviamo e ne parliamo”. Poi un accenno all’estate, mettendo in evidenza che “la Riviera ha avuto un agosto che non si ricordava da decenni, ma l’entroterra no, per questo ci sarà da fare”, ha ammesso e ribadito l’importanza degli aiuti di Stato. “Le moratorie sui mutui delle misure di sostegno, la possibilità di poter avere la garanzia di crediti e la flessibilità, però le nostre aziende non sono off/on”, dice.

Il tema occupazione

Tema caldo, anzi caldissimo è quello occupazionale. A porvi l’accento Daniele Cerioni, Gruppo Viaggi dello Zodiaco, 8 adv e 42 dipendenti. “Siamo sul territorio con parecchi punti vendita e con poca presenza per ogni punto vendita. E’ fondamentale gestire in modo preciso la presenza del personale, altri 24 mesi con Fis (Fondo d’integrazione salariale) o Cigo (Cassa integrazione guadagni ordinaria) si possono riuscire a gestire, ma chi ha numeri diversi avrà grossi problemi a livello occupazionale”, afferma. Non solo, la media delle vendite del 75%non è economicamente sostenibile per alcun bilancio. Bisogna ragionare nell’ottica del 2022 per interventi pesanti per il discorso occupazionale, ma non credo che basteranno tre mesi. Anche perché il mercato deve ritrovare la fiducia nel viaggiare, il mondo offre un panorama diverso. Pensiamo agli Stati Uniti – dice Cerioni -, primo mercato per l’Italia nel 2019, ora sono al 50% della campagna vaccinale. Il panorama non è così ottimistico”. Non solo, poi c’è anche il tema tamponi, in alcuni casi “per stare via una settimana si devono fare 4 tamponi. E poi bisognerà anche porre sul mercato prodotti assicurativi differenti”, fa presente, toccando un tema di estrema attualità.

Il tema del futuro

A sottoscrivere il Manifesto anche Pietro Fantini, presidente della Fondazione Its Turismo e Benessere e direttore Confcommercio Emilia Romagna, che ha preso parte al consiglio direttivo della associazione con il suo duplice ruolo, “che è utile per comprendere le esigenze della categoria come la nostra, che continua ad attraversare un momento difficile”. C’è anche il tema del futuro, ha detto, da “ripensarlo per il sistema delle adv. Faccio mio l’invito alla coesione e alla unità del sistema associativo. La crisi ha accentuato le differenze e ha anche diviso. Ora il ruolo delle associazioni è quello di ricomporre e riportare alla unità”. Fantini ha ricordato che sarà anche “il traguardo dei fondi strutturali, “7 anni di risorse europee per il sostegno agli investimenti delle imprese, 2 mld in Emilia Romagna, su tutto ciò va fatto un lavoro assieme, organico. Saranno le risorse che ci accompagneranno nei prossimi sette anni, per investimenti in tecnologia o sulla persona”.

Tra i punti su cui ha posto l’attenzione quello della formazione tecnica superiore, su cui c’è un disegno di legge. “Il che ha un ruolo per rilanciare il sistema turistico non fatto più solo di marketing e promozione, ma di politiche organiche di investimento sulle risorse umane. Its – a suo dire – può essere la risposta al ricambio generazionale con l’ingresso di nuove competenze”. Intanto è stato lanciato il sassolino per poter arrivare nel 2022 ad un accordo tra Its e Fiavet Emilia Romagna e Marche per la docenza e gli stage. “Le nostre aziende devono essere pronte ad accogliere i giovani e noi accettiamo la sfida”, ha detto Caravita.

Non c’è più tempo

A lanciare l’allarme è Amedeo Faenza, albergatore, presidente Dmo Modena Tour e presidente Consulta Turismo Emilia Romagna. Pone l’accento sul fatto che la “rapidità oggi è fondamentale per poter aiutare le nostre aziende. Si lavora meno, ma con gli stessi costi del 2019 e tante problematiche che sono fondamentali da poter risolvere”. Il suggerimento è di cercare di coinvolgere le banche “nell’aiutare a credere nel settore e nell’imprenditore, bisogna far capire che il tempo non c’è più e la preoccupazione è sempre più alta. Tutto ricomincerà con un ottimismo diverso, ma dobbiamo cercare di salvare il più possibile le nostre aziende”.

Il fronte politico, le promesse

Il Manifesto di Fiavet Emilia Romagna e Marche ha ottenuto l’appoggio e l’interesse di diversi esponenti politici di fazioni diverse. Tra chi è intervenuto, da remoto, durante il consiglio direttivo, Marco Lisei, Fdi, consigliere regionale Emilia Romagna, che ha voluto mettere in evidenza come parlare del comparto turistico in modo generico, “senza operare distinzioni”, rischi di essere controproducente. “Sento sempre dichiarazioni trionfalistiche sulla ripresa del comparto turistico, ma si dà una rappresentazione fuorviante della difficoltà di un settore, parlandone genericamente non si mette in evidenza che la crisi ha colpito in modo diverso i comparti, c’è chi ha ripreso e chi no. Bisogna lavorare su alcuni comparti che hanno vere difficoltà e non più spalmare le risorse, i ristori, la cassa integrazione, bisogna intervenire in modo chirurgico”. Alla domanda se si possa contare sul suo aiuto, Lisei dice: “Potete contare su di me”. Poi si sofferma su due aspetti di confronto, uno è Omnibus, “con 12 mln stanziati come Emilia Romagna su alcuni comparti, ma quello turistico è poco considerato”, l’altro è “il Pdl ristori (24 mln) all’interno del quale dovranno confrontarsi per far emergere la situazione specifica del turismo”. Poi osserva che nelle linee guida triennali della promozione turistica, che devono ancora uscire, manca “un certo tipo di turismo, quello internazionale-estero e determinati tipi di turisti, che richiedono l’assistenza delle adv, mi auguro che nelle linee guida ne tengano conto”, dice.

L’onorevole del Pd, Serse Soverini, si è soffermato, invece, su una caratteristica tutta italiana. E cioè il fatto che “siamo un Paese fatto da tante piccole nicchie che rispondono al Covid in modo diverso. Il turismo è fortemente penalizzato”, asserisce. Poi, in riferimento al Manifesto, fa sapere di averlo letto, lo giudica “ragionevole, risponde al tema dei costi fissi del personale, che è una urgenza, e al tema della proroga della cassa integrazione. E’ puntuale e ben mirato su quello che possiamo mettere sul tavolo in Commissione attività produttive. Aderisco”, ha detto.
Poi concorda sul tema della formazione e fa sapere che “il nostro investimento sulla nuova generazione di imprenditori sarà forte”. Con il Pnrr che dà “la possibilità di fare tanto”. Una sfida, questa, che fonda i suoi pilastri nel processo di digitalizzazione e nella sostenibilità degli investimenti, fa presente Caravita.

Il Manifesto è stato inviato alle due regioni, Emilia Romagna e Marche. A tal proposito Francesco Acquaroli, presidente regione Marche con delega al turismo, ha posto l’accento sulla consapevolezza “della non ripresa, il turismo organizzato è ancora in difficoltà, cercheremo di dialogare per comprendere le soluzioni da mettere in campo – ha detto -, per un supporto programmatico e fattivo per costruire un percorso di ripresa autentica. C’è la nostra disponibilità al confronto”.

Il Manifesto ha alle spalle “tanta attività fatta, sono anni in cui abbiamo avuto interlocuzioni attente, che la pandemia ha svegliato ancora di più”, fa presente Caravita, per dare la portata del lavoro che c’è dietro, un lavoro di squadra “che è il punto di partenza”.

Stefania Vicini

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