Crociere, il business si polarizza

Il business delle crociere porta con sé un rapporto di sviluppo più ampio, che include forza lavoro, filiera, territorio, istituzioni. E se nel biennio 2020-2021 “il mancato impatto della crocieristica sull’economia turistica del Paese è stato pari a 1,7 miliardi di euro, a causa della forte riduzione di traffico”, come ha sottolineato Francesco di Cesare, presidente di Risposte Turismo, nel corso dell’Italian Cruise Day a Savona, ora è tempo di recuperare, anche se con le dovute cautele.

Le stime previste per il 2022 sono ancora lontane dai numeri pre-Covid (e non è certo il load factor da considerare nelle previsioni, ndr), ma nel frattempo il settore si prepara ad uno scenario completamente diverso. Da un lato occorrerà superare quella rottura delle regole che ha portato un deciso cambiamento nelle modalità di acquisto del consumatore e una inevitabile flessibilità di azione da parte delle compagnie di navigazione, con conseguenti cambi di deployment e itinerari.

La polarizzazione

Un altro aspetto che contribuirà al cambio di scenario dell’offerta è la previsione di una maggiore polarizzazione del settore. Tra il 2021 e il 2023 – ha annunciato di Cesare – si conteranno 77 nuove navi e il 60% saranno di taglia small-mid, con capienza per meno di mille passeggeri”. Il futuro che ci aspetta, secondo l’esperto, vede la nave del futuro “tecnologica, attenta all’ambiente, con spazi multimodali che cambiano e si adattano per offrire una spiccata personalizzazione verso il passeggero”. In questa polarizzazione, le navi più piccole apriranno possibilità nuove per porti emergenti.

Al centro di tutti gli orientamenti ci sono comunque i turisti: “Il focus sarà sulle persone a bordo e a terra, ci si concentrerà sulla soddisfazione delle aspettative, sul tempo libero, sui prezzi e sulle alternative”. A proposito di quest’ultima voce basti ricordare l’avvento delle crociere fluviali sul mercato italiano, con tre nuove società intenzionate a penetrare un nuovo bacino di utenza da conquistare.

Le relazioni con i porti e i territori

Altro tema caldo emerso nel corso del Cruise Day è quello che riguarda le relazioni tra compagnie, porti e territori, con una serie di aspetti da chiarire e difendere in chiave di comunicazione. Mecruise si è impegnata a proseguire un lavoro con l’Ue che dovrebbe portare ad avere “protocolli che facciano riferimento alle best practice post pandemiche”, ha riferito la senior vice president Valeria Mangiarotti.

Mario Mega, presidente dell’Autorità Portuale dello Stretto, che raccoglie i porti di Messina, Milazzo, Reggio Calabria e Villa San Giovanni, ha sottolineato la necessità di un dialogo costante tra compagnie, autorità portuali e territorio, partendo da un ascolto della comunità e una condivisione degli obiettivi: “Occorre concertazione più spinta – ha dichiarato – . Il rischio è che per alcuni territori salti il proprio sistema di accoglienza a favore di destinazioni più appetibili, creando tensioni sociali. Gli investimenti da parte delle comunità vanno affrontati ma a fronte di precisi impegni da parte delle compagnie”.

Per le compagnie di navigazione, intanto, le parole d’ordine sono “flessibilità, tenendo presente che ci saranno in futuro opportunità per destinazioni e porti alternativi, e certezze da parte delle istituzioni, per offrire al mercato programmi stabili”.

Infine, sul tema della sostenibilità – legato a investimenti e tecnologia – è stato ricordato che coinvolge non soltanto un discorso di emissioni zero, ma anche la sfera economica e l’accessibilità, “per puntare su un turismo di valore e inclusivo”.

Laura Dominici

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