CarréBlu e il blocco dei vettori sul certificato Covid tested

La ripartenza per il lungo raggio è piena di ostacoli. Lo spiraglio del corridoio Maldive incontra ancora difficoltà burocratiche. Ce ne parla Gabriella Piazza, titolare di CarréBlu: “Noi tour operator dobbiamo rilasciare un documento per assumerci la responsabilità sanitaria”. Cosa fate, quindi? “Contattiamo le compagnie aeree – replica Piazza – ma non ci stanno dando il certificato Covid tested, a parte Emirates, che comunque dal 24 ottobre  ha fatto sparire la dicitura Covid free soppiantata da “tested”. Le altre compagnie non si muovono proprio in tal senso. Diversa la questione per le sistemazioni alberghiere, dove “i resort provvedono a dare il documento che accerta il superamento dei controlli”.

Un fatto grave

La titolare di CarréBlu sottolinea che questo (la mancanza di un certificato da parte dei vettori di linea, ndr) è “un fatto grave per la costruzione dei corridoi turistici. Già la scelta delle destinazioni sembra fatta per agevolare chi può controllare l’intera filiera – sottolinea – con volo charter e villaggio di proprietà, garantendo che le regole vengano rispettate”. Ad una prima fase di soddisfazione per il via libera a raggiungere le destinazioni dell’Oceano Indiano, quindi, è subentrata la delusione per questi limiti pratici.

Manca la spinta

In questo momento “manca una vera spinta che invogli a prenotare; chi voleva partire aspetta – commenta Piazza -. Noi attualmente stiamo lavorando sul 2022, per gennaio e febbraio. Certo con queste premesse è impossibile salvare l’esito del 2021, ma speriamo nel 2022 e in un minor rigore nel richiedere tamponi, con disposizioni che sollevino i tour operator da un po’ di responsabilità”.

Laura Dominici

 

 

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