Dopo quasi 20 mesi, ha riaperto lunedì il mercato internazionale più lucrativo del mondo, quello delle rotte transatlantiche. È, senza dubbio, dall’inizio della pandemia, il più grande passo verso il recupero per le dimensioni e la produttività di questo corridoio aereo, il più trafficato del mondo. Le principali compagnie aeree di entrambe le sponde del Nord Atlantico sperano e si aspettano che la domanda inespressa generi immediatamente, negli ultimi due mesi dell’anno, il fatturato raggiunto a novembre e dicembre 2019, quando si sono ottenuti ricavi per circa 2,8 miliardi di dollari (2,417 miliardi di euro), secondo i dati Oag. Ma sarà possibile? La capacità aerea programmata è un punto chiave da analizzare, secondo gli esperti della società internazionale di intelligence dell’aviazione.
Un’altra domanda chiave è quanto di queste entrate sarà effettivamente denaro fresco, o semplicemente il rapido incasso di buoni di viaggio che sono stati emessi elettronicamente in attesa della riapertura del mercato. Solo le compagnie aeree avranno un’idea di quale sia la somma di queste entrate, ma dato che molte hanno offerto contanti solo come ultima risorsa, sarà interessante vedere quanto ‘contante reale’ viene pagato per i voli a dicembre.
Capacità aerea in declino
La capacità globale continua a diminuire di settimana in settimana nonostante l’ottimismo in tutto il mondo con la riapertura dei mercati e le compagnie aeree che riportano le rotte in auge o lanciano nuovi servizi. Questa settimana, con 75,4 milioni di posti, vede un calo di circa 2,5 milioni dalla settimana precedente e, infatti, secondo i dati Oag, i vettori avranno perso circa 6 milioni di posti per la fine di novembre. Alcuni possono aver semplicemente aggiustato la loro programmazione, ma rimane il fatto che queste cifre rappresentano il 30% di posti in meno rispetto a due anni fa, quindi c’è ancora strada da fare prima che il recupero sia raggiunto.
Sia l’America del Nord che l’Europa occidentale stanno riportando cali nell’offerta di capacità che possono sembrare un po’ strani nel contesto della riapertura del mercato transatlantico. Tuttavia, molte compagnie aeree legacy avevano già ampliato la capacità prima dell’apertura e solo il mercato del Regno Unito sta mostrando una crescita significativa della capacità con il Nord America questa settimana, guidata dai voli di British Airways e Virgin Atlantic, che sono decollate alla stessa ora ieri dalle piste di Heathrow, a simboleggiare l’apertura del mercato.
La ripresa europea
L’Europa rimane al quarto posto nella classifica del recupero di capacità per regione. L’Asia Pacifico, dove la capacità di posti è stata ridotta del 39,2% rispetto al 2019, è scesa in fondo. In Medio Oriente, è sceso del 38,1%, in Africa del 31,2, in America Latina del 24,9 e in Nord America del 20,4 questa settimana.
Lo scorso settembre, il corridoio nordatlantico stava registrando un rendimento inferiore alla capacità totale dell’Europa come percentuale dei livelli del 2019. Anche con il 52,5% al di sotto della capacità del 2019 nella settimana al 27 settembre 2021, il numero di posti nell’Atlantico del Nord è comunque superiore a quello previsto una settimana fa. Attualmente si prevede di raggiungere l’85% nel gennaio 2022, in linea con le proiezioni per il mercato europeo totale.
Ryanair in testa
Per quanto riguarda i vettori europei, anche se non così comodamente, Ryanair rimane in testa con 2,7 milioni di posti in offerta questa settimana, il doppio del suo concorrente più vicino Turkish Airlines e quasi il triplo di easyJet, che ha ridotto la capacità del 15% questa settimana. Il vettore low cost irlandese è ottimista per la stagione invernale e ha annunciato che è pronto a stimolare la domanda a qualunque costo nei prossimi mesi offrendo posti praticamente gratis, escluse le tasse e i diritti aeroportuali.
Il traffico globale
Il traffico passeggeri globale nel 2021 dovrebbe raggiungere solo la metà di quello del 2019 e il traffico totale entro il 2021 sarà di circa 4,6 miliardi dai 9,2 miliardi di passeggeri serviti due anni fa. I volumi di traffico passeggeri internazionali dovrebbero rimanere significativamente più bassi rispetto alla ripresa del traffico nazionale nel 2021 e si prevede di totalizzare solo 1,47 miliardi di passeggeri durante l’anno, o il 38,7% del livello del 2019.
Rischio overcapacity nella Summer 2022
Da Wizz Air, intanto, arriva l’alert sulla possibile “overcapacity” in alcuni mercati europei. Secondo il ceo József Váradi sono le low cost a contendersi lo share di mercato, mentre i vettori tradizionali difendono il loro territorio nella fase di ripresa.
“Se le compagnie aeree dovranno lottare per le loro posizioni dominanti e decideranno di operare una capacità non necessaria per il mercato – spiega il manager – questo potrebbe risultare in un eccesso di capacità”, ha detto rispetto all’estate 2022 durante la presentazione dei risultati del trimestre di settembre. Váradi ha poi sostenuto che il modello low cost avrebbe un “vantaggio strategico” se un tale scenario si verificasse grazie ai suoi bassi costi e alla sua flotta giovane ed efficiente.
La verità, comunque, dietro i commenti di Váradi è che nessuno sa davvero come sarà l’estate 2022. Quasi tutte le compagnie aeree europee sono cautamente ottimiste e prevedono un ulteriore recupero di capacità l’anno prossimo, in linea con il ritorno dei viaggiatori. Air France-Klm potrebbe recuperare più del 90% della capacità del 2019 entro la metà dell’anno; Lufthansa Group all’80%; e, pur non fornendo una previsione specifica, il ceo di Ryanair Group Michael O’Leary ha detto il 1° novembre che si aspetta una “ripresa molto forte nei viaggi aerei intraeuropei a corto raggio“. Tuttavia, la capacità complessiva europea sarà probabilmente in calo da un anno all’altro, visti i tagli e le chiusure di diverse compagnie aeree, tra cui Alitalia, Flybe, Norwegian Air e Tap Air Portugal. N.S.-L.D.