La previsione di Busca: “Da Pasqua semi normalità”

“Siamo in una fase di vera ripartenza. Stiamo ripartendo in attesa di nuovi corridoi, non di chiudere quelli aperti”. Ad affermarlo è Claudio Busca, general management leisure del Gruppo Bluvacanze. Se gli chiediamo come stia andando, il manager fa presente che “la progressione fa sperare bene per il futuro”. A suo dire c’è bisogno di “sei mesi per consolidarsi, se tutto va come deve andare”. La sua previsione? “Da Pasqua in poi sarà semi normale”. Parlando di trend e di mete, gli chiediamo come stia andando Expo Dubai? A tal proposito riconosce che si tratta di “una occasione turistica importante per il mercato, che ha un focus sulla esposizione molto presente all’interno delle adv, dovuta anche alla assenza di altre mete”.

Il rebus delle mete

Lo scacchiere delle mete è sicuramente uno dei temi più ricorrenti in questo periodo, con l’attesa dell’apertura di nuovi corridoi, ci si chiede quali possano essere le altre destinazioni che si possono aggiungere agli attuali corridoi turistici? Il manager non esita ad esporre il suo elenco di destinazioni e cioè: Messico, Oman, Polinesia, Thailandia, Capo Verde, Zanzibar, Namibia, Cuba. Le vendite in questo momento “rispecchiano molto la ripartenza, si sta lavorando (ad ottobre) al 65% del 2019, dato a crescere”, dice Busca.

Cosa dicono le adv?

Mete, corridoi, vendite, ristori, il manager si lascia interpellare su vari temi, con estrema scioltezza. Dai 128 mln per adv e t.o, a proposito dei quali osserva che sarà “interessante capire se ci sarà un nuovo pacchetto”, visto che queste risorse “fanno parte del pacchetto 2020”, alla Legge di Bilancio 2022 di cui dice che “bisogna capire quale è la tendenza”, pronto a dedicarsi alla lettura di ciò che potrà essere.

E le adv cosa dicono? “In questo momento sono tutte più concentrate sulla voglia di ripartire, tante persone sono contente di aver cominciato a parlare di viaggi, sono contente di fare il loro lavoro”. Intanto il fronte distributivo sta presentando alcune nuove realtà…Busca ha le sue idee in merito, lui che un network lo ha fondato sa di cosa si tratta in ogni minimo aspetto. “Fare un network era difficile prima e lo è oggi”, afferma. Quanto alle novità che ci ha presentato il settore in queste ultime settimane, dice che “sono idee che acquisiscono una struttura, una dimensione di progetto, servirà del tempo”. Quello che si può notare in questo momento è che vi sono nuove realtà che si propongono come alternativa al network classico, definito chiuso o piramidale, e network classici che perseguono formule che, in un certo qual modo, fanno leva su un concetto di flessibilità, dello zero penali in caso di fuoriuscita. La domanda che ci si pone è se tutto ciò non vada a confondere le idee alle adv? In effetti il manager concorda su tale aspetto, un po’ di confusione forse c’è. In quanto “un conto è la centrale di servizi e un conto è il network dove si lavora insieme, nella stessa direzione, ma non perché c’è flessibilità”. Se si pensa al gruppo di acquisto “sono tante persone assieme che comprano qualcosa e ottengono un beneficio economico, proprio perché comprano assieme – osserva il manager – e questo è un network”. Non solo, “pagare” vuol dire “usare i soldi tutti assieme per investire in tecnologia, struttura, costi”. La differenza tra un network e l’altro la si vede qui, su questo terreno. Su quanti ricavi si hanno e come si spendono.

Fornitori e contratti commerciali

Un tema che acquisisce sempre più importanza è il rapporto con i fornitori, soprattutto alla luce della situazione contingente. Come deve essere oggi? Busca vede “una buona disponibilità a parlare e al confronto, in generale. La pandemia ha tolto la certezza a tutti, produzione e distribuzione se non lavorano insieme con idee comuni…”. Il manager non termina la frase, ma è facile intuire che se non ci sarà collaborazione non si andrà da nessuna parte. Ecco perché sarà interessante vedere tra un paio di mesi come saranno i contratti commerciali, anzi no, gli accordi commerciali, come il manager ritiene sia più corretto chiamarli. “Non prevedo grandi scossoni – dice – in termini di accordi commerciali, contrattualmente non ci saranno innovazioni, ma la prospettiva in termini di ragionamenti sarà più strutturata. Però domani mattina di accordi nuovi non me ne aspetto”, dice convinto. Visto che si parla di ciò che verrà, nel momento in cui gli chiediamo quale sarà il tema del futuro, Busca afferma: “Misurare la fragilità del mercato”.

Stefania Vicini

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