Il nodo dei viaggi extra-corridoi: illegali, anzi no 

Viaggiare nei Paesi dell’ormai celebre “Elenco E” del Governo – quello delle nazioni proibite, anzi proibitissime al leisure, almeno fino al 15 dicembre – attraverso il turismo organizzato, e non con il “fai da te” dei furbetti? Si può fare, senza violare alcuna norma ufficiale. Almeno apparentemente. Il tema è stato al centro del dibattito, negli scorsi giorni, quando l’operatore WeRoad ha pubblicato un video con il quale invitava i potenziali clienti a viaggiare sul lungo raggio anche verso destinazioni in Elenco E, facendo scalo in Europa.

Se il Greenpass è infatti unico per tutta Europa, non così le politiche dei singoli Paesi verso le nazioni extra-Ue. Così, destinazioni vietate dall’Italia non lo sono da altri membri dell’Unione, rendendo oggettivamente semplice aggirare il divieto.

La lettera di WeRoad, tra elenchi discutibili e lenticchie

L’operatore, nel suo video, faceva anche sapere di aver confermato mete come Perù, Messico, Oman, Costa Rica, Marocco: tutti Paesi in Elenco E, per l’appunto. In una lettera, WeRoad ha poi difeso le sue iniziative, chiedendosi come mai nell’Elenco D – quello dei Paesi visitabili – fosse presente il Ruanda e non Cuba, dal momento che L’Havana è infinitamente avanti rispetto al Paese africano nella propria campagna vaccinale nazionale. Un rilievo niente affatto illogico, a ben vedere.

“Però gli italiani che viaggiano fuori Europa ci sono – ha spiegato We Road nella lettera – eccome se ci sono: basta prenotare un viaggio tramite uno dei colossi del web o con un tour operator straniero, dove è perfettamente legale vendere un viaggio verso qualunque Paese del mondo e fare scalo ad Amsterdam o Madrid, o qualsiasi altra città europea. Ai tour operator italiani, quelli che creano ricchezza nel nostro Paese, che assumono e investono qui, non restano che il cotechino e le lenticchie”. La posizione dell’operatore rivendica quindi, oltre che il rischio di un cenone anni ’80, la piena liceità delle sue proposte al pubblico, in opposizione alla libertà senza controlli dei turisti da Ota.

Assoviaggi: “Rischi per l’adv e per i clienti”  

Sul tema le associazioni di settore non hanno una posizione univoca. “Non penso vi siano agenzie di viaggi che operano al di fuori della legge – è il primo commento del presidente di Assoviaggi, Gianni Rebecchi -. Se ce ne fossero, non si rendono conto dei rischi a cui vanno incontro, in quanto in primis esporrebbero i clienti a sanzioni penali, e non rispetterebbero quanto previsto dalla Direttiva Europea sui pacchetti turistici. E, quindi, il corretto obbligo informativo delle formalità occorrenti per raggiungere il Paese di destinazione. Sarebbero direttamente responsabili, ma non solo: esporrebbero i passeggeri alla probabile mancata garanzia da parte delle compagnie di assicurazione in merito alle polizze di tutela sanitaria ed altro durante il viaggio”.

Quanto alle regole, Rebecchi spiega che “l’ordinanza del Ministero è chiara, non c’è conciliazione per chi viaggia senza un pacchetto ‘organizzato’ da agenzia e/o t.o. Così è previsto dalle norme e scritto nero su bianco. Chi è regolarmente autorizzato ad operare deve attenersi alle regole e alle norme. Chi deontologicamente opera senza rispettare le regole, ma soprattutto le leggi, dovrebbe essere sanzionato perché espone i viaggiatori-consumatori ad enormi rischi”.

Fiavet: “Scorretto verso chi rispetta le regole. Ma possibile” 

“Formalmente le agenzie dovrebbero vendere le destinazioni nei corridoi per viaggi che hanno il solo scopo del  turismo leisure. Tutto il resto è illecito, ma alla fine possibile”, osserva invece la presidente di Fiavet Ivana Jelinic, secondo la quale vendere mete extra-corridoi “è un comportamento eticamente scorretto nei confronti delle altre agenzie che rispettano le regole.  Inoltre, non è neanche corretto sollecitare le persone a fare qualcosa che le norme in questo momento proibiscono”.

Ma d’altronde, rileva Jelinic, “in realtà non esistono delle sanzioni specifiche in questo momento per questa tipologia di comportamento”. Che però a Fiavet, così come ad Assoviaggi, risulta del tutto isolato.

Aiav: “Non è l’unico caso. E’ autodifesa dal fallimento” 

Più composita la posizione di Fulvio Avataneo, presidente Aiav: “Il nodo della questione è legato alle motivazioni del viaggio: motivazioni che a nostro avviso non spetta né all’agenzia né al tour operator chiedere e controllare. Gli agenti di viaggio sono tenuti solo ad informare in merito alle limitazioni presenti, poi è responsabilità del cliente decidere. Avevamo già chiarito la nostra posizione ai primi di settembre, adoperandoci attraverso i nostri legali per consentire alle agenzie di assecondare le richieste dei clienti intenzionati a viaggiare verso i paesi inseriti nell’Elenco E, senza alcun tipo di ripercussione per gli agenti. Aggiungo che le destinazioni oggetto dell’ordinanza ministeriale saranno anche operate in modalità ‘sperimentale’, ma già nel periodo di Natale-Capodanno 2020 proprio l’Aiav segnalava l’assenza di controlli atti a scoraggiare viaggi proibiti”.

Avataneo spiega che il comparto è “in posizione di autodifesa: se il Governo italiano ha deciso di ‘concedere’ alle agenzie di viaggio dei corridoi turistici insufficienti e inadeguati a coprire la domanda, allora le agenzie di viaggio ed i tour operator hanno il dovere di difendersi attuando tutte le soluzioni opportune per evitare il fallimento delle proprie aziende. La stessa ordinanza del ministro Speranza lascia aperti molti varchi a chi voglia interpretarla a proprio vantaggio senza, con questo, violare alcuna legge”.Quanto alle sanzioni, Avataneo spiega di non aver mai trovato “il termine applicato a queste circostanze, e siamo certi che, anche qualora venisse comminata una sanzione, il fenomeno non cesserebbe ma si sposterebbe semplicemente su piattaforme online internazionali e abusivi”.

Al presidente Aiav risultano poi molti altri casi simili a quelli di WeRoad, e chiosa spiegando che al rientro da tali viaggi “non c’è bisogno di eludere alcun controllo: è già possibile recarsi nei Paesi di Fascia E per business, rispettandone le normative e senza infrangere alcuna legge. Comunque, il ruolo dell’agenzia o del tour operator deve essere quello di mettere al corrente sulla norma i viaggiatori, non certo di vigilare sulla liceità delle loro affermazioni”.

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