Incertezza e paura gelano la propensione al viaggio

La preoccupazione di questi giorni aleggia sulla stagione invernale e sulle vacanze di Natale e Capodanno. Un nuovo stop delle attività comporterebbe un annichilimento del comparto turistico, già severamente provato e lontano dai numeri premandemici, e di tutti quei settori che ruotano attorno a questo mondo.

Con Germania e Austria che hanno dato una stretta vigorosa introducendo nuovi lockdown e misure importanti di contenimento, il nostro Nord-Est ha motivo di preoccupazione per l’imminente stagione bianca. Dà voce a questa l’assessore alla Sanità della Provincia di Bolzano, Thomas Widmann, che invita nuovamente al vaccino. Il coronavirus non conosce confini nazionali.

“Sappiamo dalle ondate passate quanto velocemente la situazione può diventare difficilmente gestibile. Una situazione che rischiamo di dover affrontare a breve. L’ondata sta aumentando ma può ancora essere fermata”, ha affermato Widmann.

Ma l’incertezza – e la prudenza, inutile nasconderlo – oltrepassa la stagione della neve e si riversa anche sulle altre regioni.

Erano 35 milioni le partenze che i connazionali programmavano, solo 1 mese fa: 10 milioni per il “ponte” dell’Immacolata, 12 per Natale e 13 a Capodanno. Oggi – a quindici giorni dal primo evento e 30 da Natale – di queste prenotazioni ne mancano ancora 11 milioni, mentre le disdette arrivate su prenotazioni fatte ammontano a 2,5 milioni.

Il dato emerge dall’indagine sulla propensione degli Italiani a viaggiare, condotta, tra il 15 e il 19 novembre, da Confturismo-Confcommercio in collaborazione con Swg.

È l’effetto “freezer” che le notizie sull’aumento dei contagi, quotidianamente diffuse, esercitano su una stagione invernale che doveva archiviare definitivamente la crisi, e invece si preannuncia ancora molto incerta.

Si aggiungono altri 8,5 milioni di casi in cui gli intervistati dichiarano di avere cambiato meta di vacanza, scegliendone una più vicina, o hanno ridotto i giorni di vacanza, che già erano in media ampiamente al di sotto del corrispondente dato 2019.

Resiste uno zoccolo duro del 35,5% – più di 12 milioni – costituito da coloro che comunque non cambiano idea per nessuno dei periodi di vacanza programmati, e dichiarano che partiranno comunque. Si tratta però, nella metà dei casi, di vacanze presso familiari o amici, il cui impatto di spesa in servizi turistici veri e propri è comunque ridotto rispetto alla media.

“Prevale l’incertezza, non la paura – 
dichiara il presidente di Confturismo-Confcommercio Luca Patanè – e per questo servono indicazioni chiare e immediate delle autorità competenti sulle eventuali regole da adottare per affrontare in sicurezza le prossime festività; soprattutto per il popolo dei vaccinati, il più propenso e pronto a partire”.

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