Il turismo scolastico è un segmento interessante della filiera turistica, di cui si parla meno rispetto ad altri, eppure, numeri alla mano, conta “1.000 imprese attive nei viaggi d’istruzione, con 8mila lavoratori diretti e almeno 40mila indiretti, imbrigliate in un infinito lockdown disposto per legge dal 23 febbraio 2020”, come hanno messo in luce in una nota lo scorso 23 dicembre le associazioni del turismo organizzato, Aidit, Astoi, Assoviaggi, Fiavet, Fto e Maavi, che hanno incontrato il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia per un approfondimento sulle criticità del turismo scolastico. Le sigle associative hanno ribadito l’urgenza di adeguati indennizzi per l’intero settore, del tax credit e di interventi per fronteggiare le criticità legate ai voucher, ma hanno anche ricordato che “i viaggi d’istruzione assegnati tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 attraverso regolari bandi di gara non si sono mai potuti svolgere. Tale circostanza ha fatto precipitare istituti scolastici e agenzie in un vortice di contenziosi in tutto il territorio nazionale, lasciando le imprese in grave difficoltà finanziaria a causa degli impegni già presi con i fornitori, spesso di altri Paesi”.
Le associazioni hanno presentato le loro proposte, quali la possibilità di estendere il periodo utile per effettuare i viaggi di istruzione nel corso dell’anno e di consentire la loro realizzazione nelle città d’arte italiane già dalla prossima primavera. La buona notizia è che il ministro del Turismo ha accolto la richiesta delle associazioni impegnandosi ad attivare a gennaio un tavolo di confronto sul turismo scolastico, coinvolgendo il ministero dell’Istruzione. Gennaio è appena iniziato, si attendono pertanto sviluppi in merito.
I numeri
Intanto, il comparto ha mosso i suoi primi passi in termini di coesione e collaborazione, grazie alla nascita di Aiats, Associazione Italiana Agenzie Turismo Scolastico. “Su 8mila adv totali, il mercato del turismo scolastico è in mano a un centinaio di adv, di cui 90 fanno parte di Aiats – dichiara a Guida Viaggi il presidente della associazione, Paolo Radici -. Sono adv strutturate e storiche, che hanno mediamente 10-15 dipendenti e rappresentano quasi il 90% del turismo scolastico nazionale e l’80% della vacanza studio”. In termini di prodotto Radici si sofferma sull’evoluzione avvenuta, sono proposti “viaggi completi, con un livello di qualità che si è innalzato, sia sul fronte dei pullman sia delle sistemazioni alberghiere in hotel 3 stelle superior e 4 stelle. Inoltre, sono stati valorizzati gli aspetti educativi, è cresciuto quello formativo del viaggio che fa parte ormai del curriculum dello studente”. Le adv votate a questo segmento a livello nazionale non sono molte numericamente parlando, ma hanno numeri interessanti, soprattutto come giro d’affari pari a “350 milioni, siamo pochi, ma non siamo piccoli, una adv in un anno arriva a fare qualche centinaio di gruppi”, dice Radici.
Oltre la concorrenza
La nascita di Aiats è interessante in quanto ha “messo assieme realtà che prima erano agguerriti competitor, sparse tra varie associazioni”. Per affrontare la crisi e lo stop causato dalla pandemia, Radici ha deciso di agire e di “unire le forze per la sopravvivenza di tutti”, spiega lui stesso. Nel raccontare la genesi dell’operazione, che risale ai tempi del primo lockdown, ricorda alcuni passaggi chiave, come “il 23 febbraio 2020 in cui sono state fatte le prime azioni per coinvolgere i colleghi, o il 2 marzo quando c’è stata la manifestazione a Roma che ha visto la partecipazione di 54 adv e la nascita ufficiale di Aiats avvenuta in quella data”. Intanto, sono stati portati avanti una serie di servizi cumulativi, come la convenzione assicurativa, “inoltre, abbiamo creato un nostro fondo di garanzia, per tutelarci”. Tra i progetti allo studio anche la realizzazione di un portale in cui le adv, possono caricare il loro prodotto, “a vantaggio degli altri associati”.
Le richieste
Quello del turismo scolastico è un settore che, per essere portato avanti, richiede specializzazione e preparazione. Un fronte di battaglia è quello legato alla burocrazia, basti dire che servono due persone per compilare i bandi burocratici. “Ci vogliono 30 secondi per prenotare un treno, 2 minuti per un albergo, 20 per un preventivo e 2 ore per la modulistica”, racconta Radici. A fronte del fatto che serve molta documentazione per partecipare alla gara, “su ogni singolo preventivo sono richiesti numerosi documenti, serve uno snellimento della burocrazia, per evitare questo dispendio di energie. Da parte nostra cerchiamo di essere molto concreti negli obiettivi da perseguire”.
Questo anello della filiera ha risentito pesantemente della pandemia, pertanto il tema dei voucher è centrale, così come trovare soluzioni condivise “per un intervento statale per venirsi incontro sulla rimborsabilità e un credito di imposte per evitare il contenzioso con le scuole. Inoltre, abbiamo chiesto l’adozione in toto del codice del turismo”, dice Radici.
Ad asserire che il segmento abbia bisogno “di aiuto a livello istituzionale” è Giuseppe Ciminnisi, vicepresidente di Fiavet che, in una nota di novembre, ha messo in evidenza i punti su cui si deve lavorare, a partire dal fatto che si devono applicare le regole esistenti. Infatti, vien fatto presente che “la prima necessità è a livello di applicazione delle normative – dice il legale della federazione, Federico Lucarelli -, se bisogna ripartire da zero nel post pandemia è necessario che nelle gare di appalto per affidare i viaggi scolastici si faccia riferimento alle leggi esistenti e non a quelle abrogate ormai da tempo”. Questo perché “diversi bandi richiamano erroneamente la normativa del contratto di pacchetto turistico, una legislazione nazionale e comunitaria ormai abrogata da tempo”, sottolinea il legale. Non solo, mette in luce anche che, “in alcune gare vengono richiesti, sempre erroneamente, requisiti soggettivi di partecipazione, non previsti dalla normativa di esercizio dell’attività delle agenzie di viaggi, come la certificazione Iso o altre simili, creando così disparità nell’accesso al bando”.
Lo stesso vale per “la garanzia fideiussoria che non ha ragione di essere richiesta nel bando – afferma Lucarelli – le agenzie di viaggi infatti sono già coperte, in caso di insolvenza o fallimento, dal proprio Fondo di Garanzia che tutela tutte le parti come normato dall’ex art. 47 del Codice del Turismo”.
Stefania Vicini