Il persistere della pandemia, le conseguenti restrizioni e il calo nelle prenotazioni hanno costretti FlixBus a tagliare del 30% l’offerta in Italia (già sensibilmente ridotta rispetto ai livelli pre-Covid) andando a diminuire la frequenza settimanale e giornaliera di collegamenti anche su rotte cruciali per il network.
Senza sostegni immediati per poter continuare a operare in modo sostenibile, spiega l’azienda in una nota, la società rischia di dover ridurre ulteriormente i collegamenti attivi sull’intero territorio nazionale. “La domanda è ai minimi storici e, come azienda privata che non può contare su fondi pubblici, non siamo nelle condizioni di garantire la piena operatività e una sostenibilità economica allo stesso tempo. -spiega Andrea Incondi, Md di FlixBus Italia– Senza provvedimenti tempestivi, saremo costretti a nuove riduzioni e così le altre imprese del comparto”.
La contrazione della domanda scatenata dalla quarta ondata si somma, tra i fattori che gravano sul settore, al rincaro delle materie prime, come il carburante, e all’applicazione di misure restrittive come la cpienza limitata per i bus a medio e lungo raggio. Vi è inoltre il rischio legato all’isolamento di chi vive in località minori collegate solo in autobus e proprio in centri con meno di 20mila abitanti si trova il 40% delle fermate di FlixBus in Italia.
“Non solo il taglio dei servizi derivante da un mancato sostegno dello Stato si ripercuoterebbe sui bilanci aziendali, ma pregiudicherebbe anche l’efficienza di un sistema che dà la possibilità di spostarsi a migliaia di persone spesso residenti in aree scarsamente collegate dalle reti tradizionali, la cui mobilità sarebbe compromessa” conclude Incondi.