L’eredità del 2021: protocolli e resilienza

Il 2021 come sinonimo di transizione, anche e soprattutto per il cruise. È questo il consuntivo dei dodici mesi appena archiviati, con il secondo semestre dell’anno che ha dato un po’ di fiato al settore, lasciando intravedere la possibilità di un graduale ritorno alla normalità. Ne hanno dato conferma ulteriore i dati consuntivi di Risposte Turismo, che già ad ottobre scorso avevano delineato uno scenario di ripresa lenta ma costante, malgrado i “sussulti” delle varianti. E non è una cosa di poco conto. Francesco di Cesare, presidente della società, spiega ora che “i dati di traffico a consuntivo che stiamo raccogliendo in questi giorni confermano le stime che abbiamo presentato ad Italian Cruise Day. Il 2021 si è chiuso con un significativo recupero di traffico, maturato tutto nel secondo semestre dell’anno, basti pensare che Civitavecchia aveva superato già a novembre i 500.000 turisti crocieristi movimentati”.

Una prova di adattabilità

Lo studio presentato a ottobre scorso stimava infatti in 2,7 milioni i crocieristi movimentati in Italia nell’anno solare, con poco meno di 1.450 accosti e la triade Civitavecchia-Genova-Palermo come top three tra i porti. “Si tratta – osserva Di Cesare – di un risultato che dimostra ancora una volta la tenuta della filiera crocieristica nazionale, capace di adattarsi ed operare con i nuovi protocolli. Oggi, alla luce delle nuove varianti e dell’imprevedibile evoluzione della pandemia, è proprio sul rispetto delle norme a tutti i livelli che si giocherà molto del riuscire a confermare le previsioni di ulteriore crescita che avevamo elaborato ad ottobre. E bisogna ricordare come si tratti di un prodotto e di un’industria internazionali, per cui ciò che accade e si decide oltreoceano può impattare anche su come andranno le cose in Europa, e dunque in Italia”. Quanto al futuro prossimo, “tra le condizioni che potranno effettivamente determinare un altro passo verso la ripresa dei livelli di traffico cui eravamo abituati, resta cruciale il mantenimento dei cosiddetti corridoi internazionali, sia per la crocieristica incoming che per gli italiani che navigheranno all’estero in questi mesi invernali”, conclude Di Cesare.

Costa e la gradualità

“Considerata la situazione, direi che il 2021 è andato bene – rileva Carlo Schiavon di Costa Crociere -. Siamo ripartiti a maggio, focalizzandoci dapprima sul Mediterraneo, con itinerari di prossimità, che hanno garantito comodità di imbarco ai nostri ospiti, e che hanno permesso di riscoprire in particolare l’Italia, dando così un contributo importante alla ripartenza del turismo nel nostro Paese. Nel corso dell’autunno e dell’inverno abbiamo poi progressivamente riattivato destinazioni a medio e lungo raggio. Con questo piano graduale stiamo facendo ripartire un settore importante per l’economia e il turismo. Basti pensare che, prima del 2020, il Gruppo Costa generava solo in Italia un impatto economico pari a 3,5 miliardi di euro, pari a circa 17.000 i posti di lavoro creati. Il feedback da parte dei nostri ospiti è stato davvero eccellente, in molti casi superiore al periodo ‘pre-Covid’: segno che le nostre crociere hanno soddisfatto ampiamente la voglia di tornare a viaggiare dei nostri ospiti, andando oltre le loro aspettative”.

Msc: grandi numeri per un anno particolare

“Il 2021 è stato un anno particolarissimo – spiega invece Leonardo Massa di Msc Crociere -, eravamo stati i primi a ripartire nell’agosto 2020 e da gennaio 2021 abbiamo navigato sempre, con un numero crescente di navi. Al Mediterraneo abbiamo via via aggiunto Nord Europa, Caraibi, Arabia Saudita e infine gli Emirati Arabi. È stato un anno in crescendo, fondamentale per dimostrare che ci candidiamo seriamente come leader mondiali nella gestione delle prossime fasi della pandemia. Abbiamo fatto navigare oltre un milione di ospiti e totalizzato circa 7 milioni di notti alberghiere e 21 milioni di pasti. Con questi numeri abbiamo oggi una expertise senza paragoni, e su questa base affrontiamo il 2022. L’hub della ripartenza è stato l’Italia, cui va fatto un plauso come sistema – Cts, autorità portuali, ministeri della Salute e dei Trasporti – per averci aiutato a creare un protocollo che poi è diventato leader del mondo”.

Gianluca Miserendino

 

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