Fine d’anno con il botto per le transazioni alberghiere in Italia. L’ultima in ordine di tempo è stata quella promossa da Castello Sgr, che ha chiuso il mese di dicembre acquistando per circa 60 milioni di euro attraverso il fondo Star l’hotel Four Points by Sheraton Milan Center, situato in zona Porta Nuova, come ha riportato di recente Il Sole 24 Ore. Il patrimonio immobiliare della società vale attualmente 800 milioni di euro per un totale di 37 strutture alberghiere e 5mila camere e il business plan prevede altri 400 milioni di investimenti nel corso del 2022 per altri 8 hotel (2mila camere) in pipeline. Le strutture ora presenti nel portfolio di Castello Sgr sono situate per il 30% nel Nord Italia, per il 39% al Centro e per il 31% al Sud e nelle isole. Tra gli altri anche gli hotel di lusso di Italian Hospitality Collection, tra i quali in Toscana i resort termali Fonteverde, Grotta Giusti, Bagni di Pisa, Chia Laguna in Sardegna e Le Massif a Courmayeur. Sempre a dicembre è stato concluso un altro importante accordo, precisamente una joint venture da parte della famiglia Mangia (Gruppo Aeroviaggi) con il fondo americano Blackstone, attraverso la controllata spagnola Hip (Hotel Investment Partners), che ha acquisito in comproprietà con la famiglia Mangia – che continuerà ad occuparsi della gestione – sei hotel presenti tra Sicilia e Sardegna. Nell’ambito della transazione – di cui advisor è stata la banca d’affari Lazard – sono stati decisi anche investimenti del valore di circa 85 milioni di euro che verranno effettuati nel corso dei prossimi anni per valorizzare e riposizionare gli immobili della joint venture.
Al centro degli interessi
Il segmento dei resort è al centro degli interessi degli investitori, come ha dimostrato anche l’operazione che ha visto protagonista, sempre nel 2021, il fondo di private equity spagnolo Azora, che ha rilevato dalla famiglia Maresca Bluserena spa, società attiva nella gestione di 8 hotel di proprietà e 2 in lease, per un totale di 4.268 camere in Italia. Azora lo scorso settembre aveva chiuso il suo ultimo fondo di investimento paneuropeo in hotel raggiungendo 815 milioni di euro di impegni totali, più ulteriore capitale di co-investimento. Con l’acquisizione di Bluserena, si calcola abbia impegnato “il 56% della sua capacità di investimento”, come ha sottolineato Monitorimmobiliare.it. L’obiettivo di questa operazione sarebbe quello di rafforzare il marchio Bluserena con un programma di investimenti di 30 milioni di euro per rinnovare gli hotel, portare a termine nuove acquisizioni e contratti di locazione e gestione. “L’Italia è un mercato di riferimento a livello europeo – ha commentato di recente Francesco Calia, head of hotels Cbre Italy -. Gli investitori sono più selettivi nella scelta delle opportunità e le transazioni si concentrano sugli immobili di qualità, sugli sviluppi e sulle opportunità value add. In queste circostanze e come provato anche da diverse operazioni che abbiamo seguito, i prezzi di vendita possono superare i valori pre-Covid. E’ il momento perfetto per vendere”. Nel radar degli interessi rientrano diverse asset class appartenenti al cluster leisure, dalle antiche ville ai resort sul lago, fino agli hotel di città. Le prospettive per il 2022 sono positive, anche se si rimanda la piena ripresa al 2024. “Il 2021 dovrebbe chiudere con investimenti a circa 1,5 miliardi di euro – ha spiegato Claudia Bisignani, head of JLL Italy, hotel & hospitality –. Un ottimo risultato, superiore alla media degli ultimi dieci anni, che è pari a circa un miliardo. Sono state realizzate oltre 20 transazioni nell’arco dell’anno, tutte relative a strutture 4-5 stelle”. Tra i resort negli ultimi mesi sono passati di mano anche Il Cristallo di Cortina, oggi del fondo inglese Attestor, ma si è chiusa anche l’acquisizione del Lefay resort della famiglia Leali da parte di Cdpi Sgr nell’ambito del Fondo nazionale del turismo per 59 milioni. L’appeal delle principali città rimane elevato, secondo Jones Lang Lasalle, ma sale l’interesse per i resort, storicamente percepiti come investimenti più rischiosi e oggi invece attenzionati dai principali investitori di settore, anche in considerazione della più veloce crescita dei flussi vacanzieri attesa nel mercato. Alla ripresa fa da contraltare, però, la situazione di molte famiglie proprietarie, che a causa dei mesi di chiusura avranno davanti anni complessi e in diversi casi sono costrette a valutare la dismissione. Ci sono poi progetti che nascono dalla riconversione di uffici o residenziale, come il caso di Hines a Milano. La società americana ha acquistato a giugno gli uffici che sono stati di Versace e aprirà nel 2024 un hotel gestito da JK Place. Sempre in tema di resort, il Britannia sul lago di Como è diventato di Bain Capital e Omnam Group. Il record per gli investimenti in Italia è stato toccato nel 2019, con un valore di 3,2 miliardi di euro.
Laura Dominici