Il comparto delle adv esce dal 2021 ridimensionato. E’ ancora presto per una valutazione precisa, ma alcune percentuali iniziano a circolare. C’è chi asserisce che “non meno del 20% delle adv presenti pre-Covid ha chiuso”, afferma Antimo Russo, direzione network Bluvacanze. Più ottimistica la percentuale riferita da Adriano Apicella, a.d. Welcome Travel Group, in merito alla chiusura “di circa il 10% delle adv italiane. Sembra un buon dato, rispetto alle catastrofiche previsioni, ma di fatto tanti colleghi hanno dovuto chiudere il punto vendita”. A suo dire “il vero giro di boa” sarà a ridosso della primavera “quando inizierà per molti il rimborso dei finanziamenti ricevuti, scadranno i voucher e dovremo vedere con quali modalità proseguirà la cassa integrazione e quali ulteriori misure di sostegno verranno messe a disposizione”.
Secondo Robintur Travel Group ciò che peserà sarà “l’impoverimento patrimoniale, finanziario, di risorse umane”, dice l’a.d. Claudio Passuti, che sposta più avanti il momento della verità, a settembre si potrà avere “un primo quadro di riferimento di come si sta riorganizzando il settore”.
Sono stati due anni “molto difficili, razionalmente le imprese hanno fatto delle scelte se proseguire o dismettere l’attività. Sono state fatte azioni di bisturi mirate per migliorare l’operatività futura. Dai dati che si evince provvisori circa un 25% non aprirà più”, dice Ivano Zilio, presidente Primarete. C’è un aspetto positivo, “sono ancora tanti gli imprenditori e le adv che credono nella ripartenza – osserva Sergio Testi, direttore generale Gruppo Gattinoni – ed in un futuro, anche migliore del 2019. Il mercato avrà una riduzione del 20/30% di punti vendita”.

L’eredità

Le difficoltà incontrate nel 2020 si sono ritrovate anche nel 2021, ma quale eredità ha lasciato? Secondo Russo ha portato “consapevolezza del valore aggiunto dell’adv come punto fisico, ma anche consapevolezza all’adv delle esigenze delle nuove richieste del cliente. Ha insegnato i veri rischi e le difficoltà della disintermediazione”. L’anno ha dimostrato “che unire le forze e condividere analisi e bisogni è vitale per costruire le condizioni per sopravvivere in questa lunga gara di resistenza”, dice Passuti. Concorda Testi, che vede come eredità “un rapporto ancora più stretto con le adv e con i fornitori”. Il punto vendita resta “un driver fondamentale per acquisire e fidelizzare la clien-tela”, sostiene Fabio Bignotti, responsabile commerciale Mister Holiday. In questo scenario il Pta puro può avere successo “solo se ha una lunga carriera alle spalle e un consolidato pacchetto clienti. Nel breve periodo, si può ipotizzare un’impennata della formula, ma nel lungo ci aspettiamo che torni alle dimensioni pre-crisi”.

Le adv che esistono

Tra le consapevolezze c’è che “le reti devono continuare a dare e fare prodotto – afferma Simone Aggio, amministratore unico di SiTravel -. Oggi la realtà del networking italiano è cambiata molto e ancora cambierà. Dopo un primo momento destabilizzante la maggior parte delle reti è riuscita a prendere le contromisure”.
Il 2021 ha reso palese anche che “solo i network strutturati sono in grado di far fronte alle congiunture economiche negative – asserisce Alfredo Vassalluzzo, amministratore unico Travelbuy -. Io ho compreso ulteriormente che la strada intrapresa nel 2008 è ancora quella giusta. Poche chiacchiere, pochi proclami, tanta operatività e collaborazione con adv reali, che ogni giorno sono chiamate ad affrontare momenti belli e brutti, ma adv che esistono, che ci sono”. Adv che sono state anche oggetto di “una diversa velocità di ripresa tra Nord e Sud. Quelle del Sud per questioni logistiche hanno avuto buone performance sul prodotto Mare Italia cosa che non è avvenuta per quelle del Nord – osserva Maurizio Bosia, presidente Verynet – che hanno anche subito un aumento del fai da te”. Numerosi gli insegnamenti tra “rapporto umano, assistenza, programmazione. Il supporto da mental coach ha riconfermato il rapporto con le nostre adv”, dice Umberto Serra, direttore commerciale Agenzia per Amica. Si è assistito anche “a interessanti cambi di strategia a dimostrazione del fatto che l’assetto distributivo mainstream pre-pandemia non è più sostenibile, soprattutto dai grandi network”, pensa Mario Malerba, presidente di Team Valore.

Stefania Vicini

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