“Siamo interessati a rafforzare la collaborazione, non a quote di capitale“. Parola di Air France-Klm, che così si è espressa sulla vicenda Ita.
Secondo quanto riporta Il Giornale, ieri Bloomberg ha ipotizzato, citando fonti anonime, che l’ingresso in maggioranza di Msc-Lufthansa nella compagnia possa valere 1,2-1,5 miliardi, “una cifra importante che va considerata pensando che il governo ha stanziato 3 miliardi per Ita, in gran parte non ancora versati” commenta il quotidiano.
La parola ora spetta al Tesoro, azionista al 100% di Ita, rammenta Il Giornale, che dovrà dichiarare se accetta o no la manifestazione d’interesse, a cui seguirebbero la data room e i 90 giorni di esclusiva. Lunedì il cda dovrebbe metter mano anche a un piano industriale aggiornato, dal quale si potrebbe desumere il valore prospettico di Ita, anticipa il quotidiano. Ma quanto vale Ita? “Difficile dirlo – commenta Il Giornale -, ma alcuni dati sono pubblici: il Tesoro ha versato 700 milioni in conto aumento di capitale, 90 sono serviti per acquistare il marchio, 170 sono stati persi nei primi 75 giorni di attività (2,2 milioni al giorno, lo standard della vecchia Alitalia), circa 400 sono in cassa. L’impegno del Mef era stato comunque indicato in 3 miliardi, denaro che ne aumenta il valore“. “Va considerato – osserva Andrea Giuricin, professore di economia dei trasporti a Milano Bicocca citato dal quotidiano – che nei 90 giorni di due diligence ne saranno persi altri 200, e quindi potenzialmente la compagnia varrà di meno, non di più“. Anche il “valore prospettico” è difficile da riconoscere in un’azienda ancora senza una storia, puntualizza Il Giornale. Ieri, intanto, i sindacati hanno chiesto con forza che il governo resti azionista: è considerato un importante elemento di garanzia. Si tratta poi di capire che cosa sarà di Ita dal giorno in cui entrerà in un grande gruppo. “Se entrerà nell’orbita di Lufthansa il suo ruolo sarà quello di un capacity provider – dice Paolo Rubino, ex manager Alitalia ed esperto di trasporto aereo – e cioè un produttore di ore di volo per altri, un terzista”. Il manager spiega al quotidiano: “Le scelte su aerei, network, orari, sviluppi tecnologici, prezzi sarebbero centralizzate a Francoforte, che già ha sperimentato questo modello con Swiss, Austrian e Brussels”.
Secondo Il Corriere della Sera “tra la manifestazione di interesse e l’offerta vincolante può succedere di tutto. Anche perché Lufthansa è quotata alla Borsa di Francoforte e questo richiederà diverse approvazioni all’interno del proprio consiglio di amministrazione e dei vari comitati – rammenta Il Corriere -. Di certo per i tedeschi è venuto meno il divieto di acquisizioni dal momento che ha restituito più del 75% dell’aiuto pubblico ricevuto per affrontare il Covid. Non solo: le due società dovranno trovare una quadra sugli equilibri interni e un accordo con Ita Airways”.