Il travel manager di domani: analista, stratega e comunicatore

Dati, dati e ancora dati. Se ne accumulano ogni giorno, h24. Infiniti ma troppo spesso “sporchi” e non gestiti correttamente. Grazie alla crescente digitalizzazione degli uffici viaggio, i travel manager hanno oggi a disposizione un torrente di informazioni in grado di rappresentare in modo oggettivo quanto accade in tempo reale ma la “piena” è inutile se manca la capacità di controllare il flusso attraverso la tecnica statistica e l’analisi.

Non solo. Nell’era post-Covid la sfida porta oltre. Come confermano le ricerche dell’Osservatorio Business Travel appena presentato, il mondo dei viaggi d’affari sta aumentando la sua complessità includendo, oltre alla pietra miliare del saving, anche nuovi challenge come la safety & security – anche nel nostro Paese sempre più vicina al concetto anglosassone che vede le due parti intimamente connesse – la duty of care, la sostenibilità e, non ultima, la capacità di comunicare in azienda con il management e il personale viaggiante. Sì, perché se strategie, processi e policy non sono correttamente trasmessi e metabolizzati in azienda – il reporting dei risultati va reso comprensibile -, l’eccezione rischia di diventare regola, specie in questi periodi di grande incertezza, e la soddisfazione del frequent traveller una chimera.

Competenze sempre più evolute

Il business travel, con le sue caratteristiche di complessità e variabilità, pone dunque quotidianamente i travel manager di fronte a nuove sfide, dalla capacità di stima di trend e budget, alla previsione e alla programmazione della spesa e dei rischi. Ne consegue una domanda di expertise che richiede competenze sempre più evolute in campo organizzativo, di analisi del dato, di metodologie e di strumenti. Indispensabile far crescere una nuova professionalità per gestire, governare e comunicare l’intero processo.

Nasce così, da un’idea e dell’esperienza del professor Andrea Guizzardi, direttore del Center for Advanced Studies in Tourism – Cast – dell’Università di Bologna e co-direttore dell’Osservatorio Business Travel, il corso universitario Data Analysis and Reporting for Business Travel Intelligence.

“Come centro di formazione universitario – spiega – abbiamo il dovere di mettere a servizio delle aziende le nostre competenze in ambito di analisi dei dati. In questo percorso di studi le decliniamo specificamente alla soluzione delle problematiche aziendali in ambito travel e mobility ma è evidente che acquisire competenze di analisi dei dati aiuta a interpretare, comunicare e decidere in differenti ambiti lavorativi”.

Nella sua decima edizione, il corso si propone di fornire ai travel manager le nozioni e i contenuti utili per sviluppare un profilo professionale che sia in grado di organizzare e analizzare i dati sul modello di consumo e di gestione delle trasferte aziendali, di fare sintesi e nel contempo di comunicare i risultati in modo efficace e strategico alle linee dirigenziali interne all’azienda.

Novità dell’edizione 2022 è l’avvio del progetto di senior tutoring a favore dei nuovi partecipanti.

“Mettere a fattor comune conoscenze, esperienze, punti di forza e difficoltà, il networking e la possibilità di confrontarsi – spiega Silvia Verzini, consulente travel manager e responsabile comunicazione del corso – è nodale per chi, in azienda, gestisce il settore travel. Lo scambio tra i professionisti del business travel consente di allargare lo sguardo, cambiare punto di vista e in qualche modo riuscire a trasformare situazioni di vincolo in vere e proprie opportunità di innovazione. A mio parere i percorsi di formazione, come il corso proposto dall’Università di Bologna, hanno questo valore intrinseco: portare attraverso le nuove conoscenze alla consapevolezza e da lì al cambiamento. In meglio, ovviamente”.

L’appuntamento formativo Data Analysis and Reporting for Business Travel Intelligence si avvale della partnership di AirPlus, Bcd Travel e Zucchetti, della collaborazione di Gbta e della media partnership di Guida Viaggi.

L’iscrizione va completata entro il 16 febbraio sul sito dell’Università di Bologna.

 

Paola Olivari

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