Travel manager, nuove competenze data oriented per sostenere la ripresa

Il mercato del business travel in Italia torna a crescere nel 2021 e raggiunge quota 8,8 miliardi di euro (+15% rispetto al 2020). Dopo il crollo dell’anno precedente, i viaggi d’affari sono aumentati anche nel numero: 15.298, +12% rispetto ai 13.610 del 2020. I viaggi del settore terziario crescono del +14% (11 milioni di trasferte), quasi il doppio rispetto a quelli dell’industria (circa 4 milioni, +8% sul 2020). Il 98% delle imprese italiane ha avviato un processo di digitalizzazione del bt management: il pagamento rimane l’attività più coinvolta, con l’86% delle aziende che ha usato strumenti elettronici per concludere l’acquisto.
In estrema sintesi sono questi gli hot topic emersi dall’Osservatorio Business Travel della School of Management del Politecnico di Milano e del Centro di Studi Avanzati sul turismo di UniBo.

In luce le nuove priorità aziendali

“Sotto il profilo quantitativo, considerato che per recuperare la metà di quanto perso nel 2020 sarebbe servito un incremento del +75%, è evidente che manca ancora il segnale di un rapido ritorno agli standard cui eravamo abituati – spiega Andrea Guizzardi, direttore dell’Osservatorio Business Travel e del direttore del Center for Advanced Studies in Tourism – Cast – dell’Università di Bologna. “Il 2022 dovrebbe chiudersi con una spesa poco sotto gli 11 miliardi di euro, a -47% rispetto ai livelli pre-pandemia. Nel frattempo, però, crescono soprattutto i viaggi motivati da riunioni interaziendali (+17%), segnale della volontà di tornare a incontrarsi di persona. Tuttavia, la “ridotta” dimensione dell’incremento è indice che l’utilizzo delle tecnologie per la comunicazione a distanza continua a essere rilevante”.
È però sotto il profilo qualitativo che l’Osservatorio ha messo in luce l’effetto della pandemia sul corporate travel con nuove priorità aziendali che aumentano il livello delle “abilità professionali” richieste ai travel manager.

“Se prima della pandemia – prosegue il docente – l’attività principale degli uffici viaggio aziendali ruotava attorno alla trasferta – per esempio accordi con i fornitori o ottimizzazione dei costi e dei tempi -, adesso il focus è anche il viaggiatore, la sua sicurezza e in generale il duty of care. Per onestà intellettuale devo dire che l’Osservatorio rileva da anni l’attenzione dei travel manager al benessere del viaggiatore. La novità è che, in piena pandemia, la cosa interessa anche le aziende e diventa quindi una skill che è possibile valorizzare nella crescita professionale, a patto che si riesca a misurare”.

Un corso per apprendere come misurare i nuovi obiettivi

In questo nuovo contesto è fondamentale per il travel manager e per le aziende riflettere anche su come misurare i risultati in modo oggettivo e confrontabile nel tempo e nello spazio. E in un ambiente che è sempre più digitale (e complesso), la sintesi e l’analisi statistica dei dati travel diventa la chiave per progettare, e condividere con il management, nuovi Kpi. I migliori occhiali per guardare al travel aziendale cogliendo punti di forza e debolezza delle strategie in ottica di risparmio, reengineering e miglioramento continuo.

Nuovi skill professionali per un nuovo modo di viaggiare per affari, dunque. Con le trasferte aziendali condizionate dallo scacchiere pandemico, dalle normative dei singoli Paesi, dalla disponibilità di posti e accomodation e con policy “tutte da riscrivere”, mai prima d’ora i travel manager hanno avuto a disposizione tanti numeri in grado di rappresentare in modo oggettivo quanto accade in tempo reale.

Nasce per questo il corso di formazione permanente dell’Università di BolognaData Analysis and Reporting for Business Travel Intelligence”, che, giunto alla decima edizione, pone l’accento sulla centralità dell’analisi dei dati.

Tra decision maker e networking

“Da diversi anni – racconta Silvia Verzini consulente travel manager e responsabile comunicazione del corso – affianco le aziende in progetti di riorganizzazione del processo travel e spesso riscontro la necessità di dover intervenire nella gestione dei dati di spesa. Generalmente le aziende sono consapevoli di quanto spendono in viaggi – nei bilanci questi costi si trovano tra le prime voci di spesa -, ma non governano il dettaglio di come spendono. Dai canali di mercato ricevono una grande quantità di dati destrutturati e nasce quindi l’esigenza di mettere a sistema la gestione di queste informazioni per renderle fruibili sia lato travel sia lato amministrazione. Durante la terza sessione del corso di Data Analysing, i partecipanti lavoreranno intorno a questi temi e verranno loro fornite indicazioni utili per gestire in modo efficace la comunicazione e il coinvolgimento dei decision marker aziendali.”

L’appuntamento formativo – che si avvale della partnership di AirPlus, Bcd Travel e Zucchetti, della collaborazione di Gbta e trova in Guida Viaggi il media partner – si tiene in presenza a Bologna (ma con possibilità di partecipare da remoto), su tre sessioni a cadenza mensile da marzo a giugno. Le sessioni, strutturate con full immersion in aula seguite da attività fuori aula, sono volte a consolidare, oltre alle competenze, lo spirito di gruppo tra i partecipanti. Il networking tra “studenti” si è sempre rivelato determinante sia nella buona riuscita del corso sia nel prosieguo della vita lavorativa, tanto che alcuni ex corsisti saranno a disposizione per un supporto di senior tutoring.
L’iscrizione al corso va completata entro mercoledì 16 febbraio sul sito dell’Università di Bologna.

 

Paola Olivari

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