Sono giornate intense per il mondo del travel e non solo. L’ordinanza del 22 febbraio ha ridato speranza e ossigeno al settore, che ora può procedere con maggior chiarezza con i suoi piani per la ripartenza, grazie al fatto che dal 1° marzo cessano le ordinanze sui corridoi turistici e quelle relative alle liste dei Paesi.
Stop allo stato di emergenza
Un’altra buona notizia, per l’Italia, è stata la conferma, arrivata ieri, della fine dello stato di emergenza il 31 marzo, a due anni dall’inizio della pandemia. A dare l’annuncio il presidente del Consiglio, Mario Draghi. In questo modo, spiega il Corriere, il sistema normativo che ha consentito i Dpcm e i decreti per regolare e gestire la battaglia contro il Covid-19 e la campagna vaccinale scadrà il 31 marzo e non sarà rinnovato.
Una notizia attesa e nell’aria da giorni, che rappresenta un cambio di fase importante, come sottolinea il quotidiano. “Il nostro obiettivo è riaprire tutto, al più presto”, ha detto Draghi.
La ripresa
La parola chiave di questi tempi è ripresa, ma la sua solidità, a quanto asserito da Draghi, dipende dalla capacità di superare le emergenze del momento. Il premier ha confermato che “la situazione epidemiologica è in forte miglioramento, grazie al successo della campagna vaccinale”.
Il calo dei contagi è il dato che permette al governo di “rimuovere le restrizioni residue alla vita di cittadini e imprese”, da qui la comunicazione: “Voglio annunciare che è intenzione del governo non prorogare lo stato d’emergenza oltre il 31 marzo. Da allora non sarà più in vigore il sistema delle zone colorate. Le scuole resteranno sempre aperte per tutti: saranno infatti eliminate le quarantene da contatto. Cesserà ovunque l’obbligo delle mascherine all’aperto, e quello delle mascherine FFP2 in classe. Metteremo gradualmente fine all’obbligo di utilizzo del certificato verde rafforzato, a partire dalle attività all’aperto – tra cui fiere, sport, feste e spettacoli“.
Certo, Draghi lo ha detto, si continuerà “a monitorare con attenzione la situazione pandemica, pronti a intervenire in caso di recrudescenze”, però adesso, forse, si riparte davvero.